La mia testimonianza sui figli che Dio ci ha donato

Mi chiamo Mirella, ho 33 anni e sono miracolosamente diventata madre di due splendidi bambini, Samuele di 5 anni e Gioele di 6 mesi. Vorrei raccontarvi come il Signore mi ha guarita dalla sterilità sperimentando la grande gioia di diventare madre.

Io e mio marito Pierluigi eravamo sposati da circa 2 anni. Eravamo una coppia felice, anche se i problemi e le difficoltà non mancavano. Iniziai a sentire che qualcosa mancava per completare la benedizione di Dio, il quale mi aveva dato la salvezza e un marito che amava il Signore prima di ogni cosa. Le sacre scritture insegnano che i figli sono una benedizione di Dio: è scritto che i figli sono un premio, un dono che Dio dà (Salmo 127). Quindi nel mio cuore c’era il desiderio che Dio completasse la Sua opera nella mia vita donandomi dei figli. Allora avevo circa 28 anni e dall’età di 15 anni caddi preda di vizi che coinvolgevano l’alimentazione. Inoltre, fu sempre a 15 anni che mi avvicinai alle realtà di Dio, ma il vero cammino con Lui lo iniziai a 21 anni, quando si convertì Pierluigi con cui mi ero fidanzata da poco tempo.

Nel frattempo i vizi divennero talmente abitudinari che divennero parte della mia persona stessa, qualcosa di inscindibile. A causa di queste problematiche mentali che si ripercuotevano chiaramente sul fisico, ne risentì la mia fertilità, così pensai che prima di avere un figlio sarebbe stato meglio fare un controllo ginecologico. La sentenza di quella dottoressa fu che il mio utero era poco sviluppato, in poche parole ero ancora nella pubertà, ma disse che con l’avanzamento della medicina poteva risolvere il problema. Quelle possibilità sulle cure ormonali, invece di tranquillizzarmi, provocarono in me un forte conflitto interiore.

Penso che se non avessi conosciuto il Signore avrei iniziato una tale cura, anche sapendo i vari rischi che comportano tali metodi, ma, grazie a Dio, lo Spirito Santo mi parlò in modo molto chiaro dicendomi che se avessi confidato nell’opera dell’uomo avrei limitato la Sua potenza. Così il Signore iniziò a lavorare nel mio cuore mettendo la certezza che solo Lui poteva compiere un miracolo così grande. Al ritorno raccontai tutto a Pierluigi e così pensammo che non era ancora il tempo stabilito dal Signore per avere dei figli, sicuri che Lui aveva il controllo della situazione.

In quel periodo eravamo in comunione con una splendida coppia di Liverpool, Alan e Jenny, che si era trasferita in Italia, in un paese vicino al nostro, per servire il Signore, insieme pregavamo e studiavamo le sacre scritture. Il desiderio di avere un figlio era così grande che ogni notte piangevo e pregavo il Signore chiedendogli questa guarigione. Mi viene in mente un passo delle sacre scritture in Salmi 56,8 che dichiara:

Tu conti i passi della mia vita errante; raccogli le mie lacrime nell’otre tuo; non le registri forse nel tuo libro?

Una sera andammo a casa di Alan e Jenny e così piangendo raccontai loro la sentenza della dottoressa. Jenny mi parlò di Anna nel libro di Samuele (1Samuele 1,1) e di come anche lei non poteva avere figli e piangendo chiedeva a Dio che operasse nella sua vita, mi consigliò di leggerlo, dopo Alan pregò per me e profeticamente disse che sarei rimasta presto incinta e che sapeva anche il sesso (maschio) ma preferì non dirmelo. Tutto ciò, fece accendere in me la fede in Dio più forte di prima, credendo che tutto ciò venisse veramente dal Signore.

Quella stessa sera lessi la storia di Anna e quando leggevo le lacrime iniziarono a rigarmi il viso ed ebbi la sensazione che la stessa preghiera che lei rivolse al Signore stava riempiendo il mio cuore al punto tale che anche io rivolsi a Dio la stessa preghiera dicendogli – Signore, anche io desidero avere un figlio maschio per chiamarlo Samuele e consacrarlo a Te affinché attraverso questo nome sia glorificato il Tuo nome -, Samuele infatti significa “esaudito da Dio, frutto di un esaudimento divino” .

Dopo circa 6 mesi rimasi miracolosamente incinta e vi posso assicurare che per me quello era il momento meno aspettato. Era passato appena un mese dalla morte di mio padre ma è stato sicuramente il più indicato secondo Dio poiché tutto era sotto il Suo controllo. Poco prima di rimanere incinta, mentre ero nella grande afflizione per la perdita di mio padre, il Signore mi portò all’attenzione queste parole di una persona che predicava in tv – c’è un tempo per ogni cosa, un tempo per piangere ed un tempo per ridere e se oggi sei nella sofferenza presto per te arriverà il momento di grande gioia -, solo dopo, quando ho scoperto della mia gravidanza, ho capito il significato di quelle parole. Anche mia madre, quando venne a saperlo era così felice che la gioia dell’arrivo di una nuova vita riuscì a mettere in secondo piano quello stato di grande sofferenza.

In quella circostanza quindi mi trovai di fronte ad un bivio: lasciare la bulimia o mantenere la gravidanza. Ma l’amore per la vita è stato più forte delle tentazioni che mi assillavano da tanti anni, nella risposta misericordiosa di Dio alle mie preghiere trovai la forza di non fare più certe cose.

Quando arrivai al 4° mese di gravidanza andai dal ginecologo per il solito controllo mensile, ad un certo punto mi disse: – io conosco già il sesso! – ed io risposi: – bene anch’io! – e lui era meravigliato dal fatto che lo sapessi, così mi lanciò una sfida: – vediamo se indovini – ed io: – E’ un maschio! – brava, come hai fatto ad indovinare? – Ed io: – non ho indovinato, me lo ha rivelato il mio Signore, Colui che dà la vita! – così non ebbe più il coraggio di dire una parola.

Per me fu un’esperienza meravigliosa soprattutto quando iniziai a sentire i suoi movimenti nella mia pancia. Il 22 febbraio 2003 è venuto alla luce Samuele, uno splendido bambino. Dopo qualche mese conobbi una coppia di credenti, marito e moglie, iniziammo quindi a frequentarli, anche se si dichiaravano cristiani avevano dei principi non del tutto coerenti con il Consiglio di Dio, Pierluigi mi diceva del continuo di stare attenta, ma io cedevo all’insistenza di lei a volermi impartire insegnamenti biblici e a ritrovarsi a pregare da sole, a me faceva piacere, in quanto non potevamo più godere della vicinanza di Alan e Jenny, che si erano trasferiti in Germania già da qualche mese. Le confidai i problemi del passato. Al sentirli mi disse: – Ecco il significato di quel sogno che il Signore mi ha dato! Tre brutti calabroni attaccavano un millepiedi, solo, indifeso… Mirella, quel millepiedi sei tu! E i tre calabroni spiriti maligni che ti attaccano del continuo! -.

Ebbene, erano trascorsi un anno e 5 mesi dall’ultimo episodio bulimico, ma questa cosa che io ero il millepiedi attaccato da spiriti maligni fece vacillare la mia fede, e pensai che in realtà il Signore non mi aveva liberata completamente… approfittai quindi di quella pseudo rivelazione per riprendermi il vizio. Oggi posso dire che alcuni credenti si lasciano guidare dalla loro carne e non dallo Spirito di Dio, e pretendendo di aiutare gli altri, riescono a fare più danno delle persone del mondo…

Intanto Samuele aveva iniziato l’asilo, era un buon tempo per un fratellino! Ma io e mio marito, ci eravamo allontanati dal Signore… le spine e i triboli erano riusciti a offuscare la luce solare del Dio che dà la vita. Un giorno con gioia apprendemmo che rimasi incinta per la seconda volta, un maschietto, il nome preparato era Gioele. Al quarto mese si ruppe la placenta, Gioele non fu più con noi. Io e Pierluigi cademmo come in un baratro di tristezza, ma non fummo meravigliati più di tanto, le nostre trasgressioni compungevano la coscienza, non imputammo nessuna colpa a Dio ma piuttosto a noi stessi, non più attaccati al Signore come negli anni passati.

Nel dolore, quindi, abbiamo ritrovato la forza di piegare le ginocchia, di ricercare il Suo volto, di esaminare la nostra vita, di capire la Sua volontà. Dopo un mese, alla fine di quella estate del 2006, decidemmo di fare una visita ad una chiesa a Verona, il cui pastore era una vecchia conoscenza. Una giornata indimenticabile! La sua predicazione si è rivelata poi una sorta di esortazione profetica, perché alla fine della riunione disse che sentiva che quanto aveva predicato poteva essere riferito in particolare a tre coppie presenti che avevano subìto recentemente “una grossa perdita” e il Signore stava incoraggiando tali coppie a smettere di piangere, ad alzarsi, ad andare a riprendersi ciò che il nemico era riuscito a portar via. Ricordo esattamente i passi su cui era basato il sermone:

1Samuele 30:3 Quando Davide e la sua gente giunsero alla città, essa era distrutta dal fuoco e le loro mogli, i loro figli e le loro figlie erano stati condotti via prigionieri.

1Samuele 30:6 Davide fu grandemente angosciato: la gente parlava di lapidarlo, perché tutti erano amareggiati a motivo dei loro figli e delle loro figlie; ma Davide si fortificò nel SIGNORE, nel suo Dio.

1Samuele 30:8 E Davide consultò il SIGNORE, dicendo: «Devo inseguire questa banda di predoni? La raggiungerò?» Il SIGNORE rispose: «Inseguila, poiché certamente la raggiungerai e potrai ricuperare ogni cosa».

1Samuele 30:17-19 Davide diede loro addosso dalla sera di quel giorno fino alla sera dell’indomani; e non uno ne scampò, tranne quattrocento giovani, che montarono sui cammelli e fuggirono. Davide ricuperò tutto quello che gli Amalechiti avevano portato via e liberò anche le sue due mogli. Non vi mancò nessuno, né piccoli né grandi, né figli né figlie, e nulla del bottino, nulla che gli Amalechiti avessero preso. Davide ricondusse via tutto.

Il Signore è pieno di misericordia! Il desiderio di ricercare seriamente la volontà di Dio nella nostra vita divenne un fatto. E il Signore si è mostrato come sempre fedele, dopo alcuni mesi ci ha donato un altro figlio maschio, venuto alla luce il 10 settembre 2007. L’abbiamo chiamato Gioele, che significa “l’Eterno è Dio”, lo stesso nome che avevamo dato al figlio che avevamo perso.

Oggi sono una madre felice e quando guardo i figli che Dio mi ha affidato vedo la pienezza del Suo amore per la vita stessa e la misericordia che ha avuto verso di me e mio marito, Egli nella Sua immensa saggezza non solo ci ha ridonato un figlio, ma ha fatto in modo che potessi recuperare anche la mia “liberazione”, oltre ad un rinnovato slancio alla ricerca della Sua volontà.

Il desiderio che ho nel mio cuore è di avere una famiglia numerosa lasciando decidere a Dio quanti figli avere, che siano 2, 3, o anche 5, l’importante è che camminino tutti, loro e noi, secondo le Sue vie, sì, i tempi oggi sono difficili! Ma il Signore è più grande delle difficoltà. Così come non cade a terra un solo passero senza il volere di Dio, allo stesso modo Egli provvede ai Suoi figli, non facendo mancare l’essenziale per vivere.

Concludo con quanto sento nel cuore della Sua Parola:

Deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta (Ebrei 12:1).

Prego affinché il Signore si prenda cura di colui che leggerà questa testimonianza benedicendolo in ogni area della sua vita. AMEN!

Ecco, i figli sono un dono che viene dal SIGNORE; il frutto del grembo materno è un premio. Come frecce nelle mani di un prode, così sono i figli della giovinezza. Beati coloro che ne hanno piena la faretra! Non saranno confusi quando discuteranno con i loro nemici alla porta. Salmo 127:3-5

Beato chiunque teme il SIGNORE e cammina nelle sue vie! Allora mangerai della fatica delle tue mani, sarai felice e prospererai. Tua moglie sarà come vigna fruttifera, nell’intimità della tua casa; i tuoi figli come piante d’olivo intorno alla tua tavola. Salmo 128:1-3

Vocechegrida.ning.com


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