La mia professione di fede

Mi viene posto un interrogativo sempre più frequente da chi, nei contesti in cui opero, lavoro, vivo, cerca una risposta forte:

Che cosa vuol dire, per te, essere cristiani? Essere cristiano… un concetto intatto e cementato nel mio cuore.

Rispondo che Vuol dire guardare alla luce, continuare a fare la professione di fede nella luce, anche quando il mondo è avvolto dalle tenebre.

È una risposta ma sopratutto un affermazione complessa.

Questo comporta dei rischi, delle rinunce, un’attitudine e degli atteggiamenti che, il più delle volte, dovrebbero essere logici, ma che per lo più, possono sembrare irrazionali.

I cristiani non sono esenti dalle tenebre, esterne e anche interne. Non vivono fuori dal mondo, però, per la grazia e la nuova nascita in Cristo sono uomini e donne “orientati”: non soccombono alla notte, ma illuminano il contesto in cui vivono portando li un pezzetto di cielo; non sono sconfitti dalla morte, ma anelano a risorgere; non sono piegati dal male, perché confidano sempre nel bene delle infinite promesse di DIO già scritte nella Parola..

Noi cristiani siamo coloro che credono che Dio è Padre: questa è la luce! Non siamo mai orfani, abbiamo un Padre e nostro Padre è Dio e, anche nei momenti più difficili, scorgiamo, grati, la sua presenza anche nelle piccole cose, in piccoli particolari o in incontri non “calcolati “.

Crediamo che Gesù è sceso in mezzo a noi, ha camminato nella nostra stessa vita, facendosi compagno soprattutto dei più poveri e fragili.

Abbiamo nel cuore la gratitudine verso un Padre che ha deciso, Lui vero DIO e vero uomo, di prendere i miei fallimenti, le mie paure, le mie incertezze per trasformarle in certezze, vittorie, vita eterna: questa è la luce!

Crediamo che lo Spirito Santo opera senza sosta per il bene dell’umanità e del mondo e che perfino i dolori più grandi della storia verranno superati: questa è la speranza che ci ridesta ogni mattina!

In tal senso il nostro termine “chiesa” trascende il concetto di luogo materiale, poiché chi vive la nuova nascita non crede in una realtà fatta di mura fisiche ma si protende e vive verso una trasformazione interiore che porta e genera vita per se e per gli altri.

Quanta più di questa luce abbiamo, quanta più essa è viva e trasforma uomini imperfetti, quali eravamo, in figli dell Altissimo.

La vita della Chiesa è e deve essere contaminazione di luce. E qui, volutamente, non uso altri termini, quali “dovrebbe” o “cerca di..”, perché la chiesa “deve essere” tale per essere veramente Chiesa!

Se questi tempi cupi stanno ricoprendo come nuvole il nostro cielo, allora è tempo di interrogativi personali, mirati a se stessi e a riaccendere quel contesto, quella luce, quel pilastro intimo, chiamato vita.

Ecco, questo è il mio vivere in Cristo.

Vincenzo Lipari | Notiziecristiane.com


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