E diceva loro: “la mésse è grande, ma gli operai sono pochi; pregate dunque il Signore della mésse perché spinga operai nella sua mésse”. (Luca 10:2)Nel pieno del Suo Ministerio, Gesù avendo grandemente pietà per i peccatori e pienamente coscienza del fatto che doveva adempiere ad un compito molto difficile, ma efficace per la salvezza dell’umanità, decise di mandare circa settanta discepoli nelle città e nei luoghi dove Egli stesso stava per andare (Luca 10:1), affinchè annunciassero la salvezza nel nome di Gesù. Questo insegnamento è valido ancora oggi, in quanto il Signore vuole servirsi di ognuno di noi per annunciare ad ogni creatura il piano di salvezza che è gratuito; che non si vende, che non si acquista, che non si baratta; è semplicemente concesso per una grazia particolare che nessuno merita. Gesù, infatti da lì a poco si sarebbe offerto quale agnello pasquale per “accollarsi” tutti i peccati dell’umanità intera e concedere così un perdono immeritato a quanti da quel momento in poi si sarebbero accostati a Lui in preghiera con fede e santa umiltà, per avere gratificata e resa ufficiale la salvezza dell’anima. In questo contesto, Gesù parlando a questi “Suoi ambasciatori” dice loro tre precise frasi che desidero esaminare, insieme a chi sta leggendo, per renderci conto insieme di quello che non viene espresso da Gesù, ma che è deducibile dalle stesse parole che Gesù pronuncia. Egli, perciò, dice così:
– “la mésse è grande…”. La mèsse rappresenta un campo che ha bisogno di essere lavorato. Personalmente non ho alcuna esperienza di campagna, di campi e/o di orticelli, però comprendo bene che le piante vanno curate, potate al tempo giusto e che il terreno va ripulito dalle erbacce, arato, seminato e nel momento in cui il frutto è maturo, va raccolto, accumulato e via di seguito. Quindi il lavoro di un campo più o meno grande è tantissimo e sicuramente un uomo solo si troverebbe in seria difficoltà ad affrontare le fatiche richieste per necessità. Gesù, però, per quanto possa essere un grande conoscitore di piante, di alberi e di campagna, in questo contesto parlava di un altro campo: “il mondo”, di altre piante: “gli uomini”.
In questo senso spirituale, non possiamo mai immaginare quanto è grande la mésse di cui Gesù parla. Vogliamo per un attimo cercare (forse lontanamente) di quantificare la grandezza di questa mésse spirituale. Ogni uomo/donna che vive su questa terra dovrebbe essere evangelizzato/a, portato/a quindi a Cristo, educato/a nelle cose spirituali e guidato/a in ogni scelta da compiere con il consiglio della Parola di Dio, ammaestrato/a tramite degli studi Biblici finalizzati ad inculcare le verità eterne ed il timore del Signore, fino al punto da vederlo/a maturo/a al “punto giusto”, anche se bisogna dire che non esiste proprio un “punto giusto”. Infatti qualunque preparazione spirituale possa avere un cristiano nato di nuovo, battezzato in acqua e nello Spirito Santo, è comunque imperfetto e continuamente bisognoso dell’aiuto, dell’amore, delle virtù di Cristo Gesù il Signore per continuare a rimanere ritto, in piedi, e guardarsi da eventuali cadute (1° Corinzi 10:12). Ora, comprendiamo che per fare tutto ciò forse non basterebbe una vita intera e molto spesso gli sforzi che si possono fare per arrivare ad un punto concreto, sono sicuramente insufficienti, inadeguati anche perché colui o coloro che si impegnano in questa ardua impresa non pregano abbastanza, oppure non sono preparati loro stessi in maniera adeguata o si stancano facilmente. Tutto questo lavoro dobbiamo moltiplicarlo per il numero degli abitanti di questo mondo, continente per continente e nazione per nazione. Soltanto Dio può sapere con esattezza il numero preciso degli abitanti del mondo; soltanto Lui conosce quanti lo hanno accettato come Suo Personale Salvatore e Signore e quanti tra questi sono ben fortificati e radicati nella Sua Parola; solo Lui conosce quanti lo accetteranno in un futuro più o meno prossimo.
Vogliamo a tal proposito pregare il Signore (a cominciare da me), affinchè possa preparaci ad essere degli utili strumenti nelle Sue mani e soprattutto pronti a ricevere la Sua Parola per portarla in maniera adeguata a quanti ne sentono la necessità. Che il Signore possa lavorare il nostro essere in maniera tale da evangelizzare anche e soprattutto con il nostro comportamento, perché le parole sono certo buone, ma le parole dolci accompagnate da un ottimo comportamento lasciano intendere che il Signore ha operato nella nostra vita. Ma lasciatemi dire che anche all’interno delle varie Comunità c’è tantissimo lavoro spirituale da svolgere. Non si finirebbe mai di predicare (per chi predica), di esortare, incoraggiare, visitare gli ammalati ed ancora tante altre cose. Da un po’ di anni a questa parte insieme ad un gruppo di fratelli facciamo delle visite di preghiera in casa di credenti che richiedono di essere visitati ed insieme a loro condividiamo cantici, testimonianze e soprattutto la Parola di Dio, ma anche questo lavoro non è altro che una goccia nell’oceano. Abbiamo bisogno, per esempio di pregare gli uni per gli altri, di esortarci a vicenda nell’amore; di ricevere dal Signore il battesimo nello Spirito Santo, i doni ed i Ministeri per essere formati e per camminare nella Grazia di Dio. Forse ho solo dato una piccola idea di quanto è grande la mésse e sicuramente avrò dimenticato qualcosa… Poi il Signore Gesù dice anche:
– “.ma gli operai sono pochi…”. Di solito quando c’è un grande lavoro c’è anche un numero elevato di operai e più grandi sono le Aziende, più numerosi sono gli operai. Purtroppo dobbiamo riconoscere che non è proprio così nel “campo del Signore”. Le Parole di Gesù risuonano fortemente come un tuono e ci vogliono scuotere dall’interno. Il Signore si rammarica del fatto che coloro che sono disposti ad essere degli operai nel Suo campo, rispetto a quello che è il lavoro immane da portare a termine non sono tanti. Dico io, perché? Perché, per esempio, quando nelle varie Comunità si svolgono delle attività di aggregazione, come un evento sportivo, una gita o anche una “Agape” fraterna allora si è in tanti, mentre al contrario si è in pochi in una evangelizzazione? Perché sono molti quelli che vorrebbero predicare da un pulpito o quelli che vogliono suonare uno strumento in chiesa o quelli che vogliono cantare e sono pochi quelli che
rispondono ad un appello di una famiglia bisognosa o cose del genere? Mi risuonano in mente le parole di Gesù in Matteo 22:14 “….molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti”. Queste parole mi fanno un po’ paura e voglio ardentemente pregare il Signore perché non desidero essere una persona che frequenta una Comunità “per fare numero”. Mi sono messo in cuore di voler servire il Signore in ogni tempo, in ogni occasione ed in ogni condizione; è vero, non sono un pastore o un responsabile di Comunità (e al momento non ho né la pretesa, né il desiderio di esserlo perché sono cose che dà il Signore), ma desidero essere impegnato per quello che il Signore mi comanda e mi comanderà di fare. Voglio fare parte dei “pochi”, di quei pochi che si recano in prima linea per combattere contro il nemico delle anime nostre… Fallo anche tu!!!! Fallo anche tu che:
o sei stato fatto un figliolo di Dio (Giovanni 1:12);
o hai deliberatamente accettato con il battesimo in acqua il Signore Gesù Cristo ed hai confessato davanti a Dio e davanti ad una Comunità di volerLo servire tutti i giorni della tua vita;
o forse hai ricevuto anche il battesimo nello Spirito Santo, un dono, un ministerio;
ohai ricevuto grandi benedizioni e grandi liberazioni da parte del Signore, ecc. ecc.
Se già sei un operaio più o meno impegnato nelle vie del Signore, prega incessantemente il Signore, affinchè ti possa grandemente fortificare e portarti avanti di valore in valore. Continua ad impegnarti sempre di più nel lavoro che stai svolgendo per il Signore e per quanto ti è possibile, tralascia ogni cosa per amore del Signore e del tuo prossimo.
Se, invece sei poco impegnato o non lo sei affatto, nel campo del Signore, io ti voglio dire: non è necessario che tu sia un Grande Missionario, un Grande Evangelista; un Grande Predicatore; se il Signore lo vorrà lo diventerai di certo, ma sappi che ora come ora il Signore mi dice e ti dice che gli operai sono pochi e che il Suo campo ha bisogno pure delle tue mani, dei tuoi piedi e della tua disponibilità. Mettiti nelle mani del Signore, digLi con ardore ed umiltà che lo vuoi servire con tutto il tuo cuore e tu vedrai che Lui preparerà le cose in maniera tale da stupirti e meravigliarti. Non essere pigro, ma come è scritto in Proverbi 6:6,7 impara dalla formica. Questo specifico passo dice che la formica, non ha né capo, né sorvegliante, né padrone, eppure la formica, piccolina com’è, lavora in maniera costante. Tu caro Fratello, caro Sorella e anche io che scrivo, abbiamo un Capo: Cristo Gesù Capo della Chiesa Universale, un sorvegliante: lo Spirito Santo che ovunque siamo vede quel che facciamo ed ascolta ciò che diciamo ed anche un padrone: Dio stesso che ci ha acquistati a caro prezzo perché ci ha tanto amati (Giovanni 3:16). Tanto più, rispetto alla formica dovremmo desiderare di lavorare sodo nel campo del Signore. Il Signore Gesù non ha dato il Suo sangue prezioso sul duro legno della croce per collezionare “cristiani da salotto”; Lui cerca uomini spiritualmente vigorosi che strappano anime al nostro acerrimo nemico; soldati valorosi che non si impacciano delle cose di questa vita (2° Timoteo 2:4). Signore aiutaci ad essere fedeli a te in ogni tempo. Infine nel verso preso in esame Gesù dice ancora:
– “pregate dunque il Signore della mésse perché spinga operai nella sua mésse…”. Il Signore ci esorta a pregare affinchè Lui possa suscitare degli operai che si prodigano al lavoro nel suo campo; non importa il tipo di lavoro che svolgeranno nel Signore; quello che importa è che se avremo pregato con fede, con costanza e con veemenza il Nostro Signore Gesù assumerà altri operai e affiderà loro dei compiti. Quindi, cari fratelli e sorelle, se abbiamo nel cuore l’opera del Signore e se sentiamo il peso delle anime che oggi sono perdute, ma che un giorno potranno essere salvate dal Signore, non ci rimane che pregare, pregare e poi ancora pregare. Per essere stato salvato e condotto “all’ovile del Buon Pastore”, quando eri ancora una pecorella smarrita, qualcuno ha pregato per te fratello, per te sorella, che oggi serenamente stai leggendo queste poche righe ed io credo che oltre a ringraziare il Signore Gesù che ha toccato il tuo cuore, guardi con simpatia colui/colei/ o coloro che hanno pregato per te. Io personalmente ringrazio il mio Signore che ad un certo punto della mia vita ha lasciato un segno indelebile nel mio cuore e mi ha salvato dal peccato e dalla morte spirituale; ma devo ringraziare anche mia moglie che in maniera incisiva, ma molto semplice mi ha parlato della Parola di Dio ed ha anche pregato per me.
Il Signore Gesù ci sta chiedendo non soltanto di pregare per coloro che non conoscono il Signore, ma ci sta chiedendo di pregare anche per il Suo campo affinché non venga abbandonato e lasciato all’incuria del tempo e dei negativi agenti atmosferici spirituali. Prega con tutto il tuo cuore perché persone come te e come i tuoi ed i miei fratelli in Cristo che hanno creduto nell’Iddio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe possano essere assunte nel lavoro secolare che Gesù ci ha lasciato in eredità (almeno fin tanto ché saremo su questa terra): indirizzare anime a Lui. Quindi vi chiedo che tutti insieme ci stringiamo in una potente preghiera affinché nel campo del Signore vi siano sempre operai disposti a mettere la mano nell’aratro e a non guardare indietro.
Tu, che sei in un letto di infermità e non puoi più andare per le strade, per le piazze per evangelizzare; tu che sei momentaneamente impedito a deambulare; tu che per i mille impegni che ti ritrovi, nel Signore, non puoi permetterti di dare dei volantini cristiani; anche tu, nato di nuovo, che sei internato per pagare un errore commesso; tu “cristiano da salotto” che ti trastulli tra le mura di casa pensando di essere al sicuro; tu che vai spesso in Chiesa; tu che predichi, che esorti; tu che evangelizzi, tu che leggi questo messaggio prega… pregate… preghiamo tutti insieme il Signore, il Nostro Dio, il Nostro Padre Celeste, Colui che ci ha dato e ci dà vita, affinchè susciti nuovi operai nel suo campo come dice Gesù. Dio ci benedica.
Fratello Aurelio Palazzolo – notiziecristiane.com
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