La March for Life di Washington, le vittorie e le battaglie odierne

La grande Marcia per la Vita degli Usa – storicamente la più grande e partecipata al mondo – si svolge quest’anno in un clima che, come già è stato per la scorsa edizione, segna un cambiamento rispetto al passato.

Il 24 giugno 2022, infatti, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha eliminato il diritto all’aborto a livello nazionale, un obiettivo che il movimento per la vita statunitense inseguiva da quasi cinquant’anni. Risale infatti al gennaio 1973 la sentenza Roe vs Wade con la quale i nove togati di Washington dell’epoca avevano legalizzato l’interruzione di gravidanza in tutti gli Stati Uniti d’America. Dopo l’abrogazione, quindi, la materia è passata ai singoli Stati.

Da allora almeno 14 Stati degli Usa hanno – chi in maniera più rigida, chi meno – adottato restrizioni contro l’aborto e con lo scopo di salvaguardare la vita nascente. Tanti, inoltre sono stati i referendum che, nell’ultimo anno e mezzo, hanno interessato altri Stati Usa. In particolare, infatti, ben 7 hanno tenuto consultazioni referendarie sull’aborto, sui suoi limiti e sulla tutela della vita. Non sempre, però, è andata come si sperava. A differenza degli altri Stati dove sono state già adottate leggi in favore dei nascituri, in questi casi spesso – ma non sempre – la vittoria è andata ai sostenitori del presunto “diritto” all’aborto, come per esempio in Ohio, Kansas e Kentucky.

Non si tratta di Stati “a caso”, ma di un’apertura da parte di realtà storicamente conservatrici. Un dettaglio importante – e preoccupante – poiché questo ha portato il presidente Joe Biden a mettere proprio l’aborto al centro della sua corsa per la rielezione alla Casa Bianca, con la speranza che questa sua politica possa fare breccia proprio in questi stati che, di solito, votano per i Repubblicani e non per i Democratici.

E poi, infine, come riporta oggi anche il quotidiano Avvenire, ci sono i dati – drammatici – sugli aborti. Noi sappiamo che, a seguito della sentenza del 2022, in molti Stati gli aborti sono diminuiti e migliaia di vite sono state così salvate. I dati aggregati ufficiali di tutti gli Usa, gli ultimi disponibili e più affidabili, sono però quelli risalenti al 2020, dunque ben prima della sentenza della Corte Suprema. Allora furono ben oltre 930mila, in aumento dell’1,5% rispetto all’anno precedente. Questo fa capire quanto, prima della svolta del 2022, l’America fosse nel baratro più buio e drammatico dell’aborto. Dati, tra l’altro, parziali se pensiamo che includono gli aborti indotti da cliniche, ospedali o ambulatori medici, o prodotti da pillole abortive dispensate da strutture certificate, ma che non tengono conto delle pillole abortive ottenute fuori dal contesto clinico.

Ecco perché, come ripetono da due anni gli organizzatori della March for Life, questo evento celebra sicuramente una grande vittoria e la salvaguardia di migliaia di vite nascenti, ma è anche fondamentale per continuare a combattere un crimine orribile e dalle proporzioni ancora troppo vaste.

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