La madre, disperata, ha diffuso la lettera su twitter, dove in tantissimi le hanno espresso vicinanza e solidarietà. Ora sulla vicenda indaga la polizia del Canada.
Qualsiasi persona che si trovi nella situazione di Karla si trova a dover fare i conti prima con una simile situazione familiare, ponendosi sempre questa domanda: «È finita, mio figlio sarà così a vita? Per che cosa ho vissuto? Cosa avverrà a lui, se io dovessi morire?» e poi, con la cattiveria e l’ottusagine di una cinica vicina di casa di quel calibro. Per poter rispondere a tali domande, ha bisogno d’un fondamento che la regga anche in tali tempi di crisi – la Bibbia – Dio stesso è il fondamento e l’ancora che fornisce un appoggio sicuro:
■ «Perché Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna» (Giovanni 3,16).
■ «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno può venire al Padre, se non per mezzo di me» (Giovanni 14,6).
Ma a volte, davanti a determinate circostanze, abbassiamo la guardia e diventiamo vulnerabili; e nel momento in cui Karla, pensa di trovarsi sola, travolta da mille interrogativi, ed accanto a lei non c’è magari una voce amica che gli da conforto e sostegno, ma una persona come quella vicina di casa che spera che il figlio muoia per rimanere finalmente tranquilla, prima che le fiamme la divoreranno, si perde d’animo è chiede aiuto al popolo di un social network. Ma il popolo di twitter può dare solidarietà e vicinanza, ma la vera forza per andare avanti la da solo Cristo Gesù, il Signore dei Signori. A tal proposito, ci viene in mente un passo biblico del libro d’Isaia (43, 1-3): «Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio! Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te; quando attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà, perché io sono il Signore, il tuo Dio!».
Oggi giorno, la forza di cui dispone Karla, e di cui disponi anche tu, non sta nella forza delle braccia o della mente ma si trova nel tuo cuore, ed è sufficiente per svolgere tutto quello che c’è da fare per accudire un figlio autistico, o chi in questo mondo a di bisogno. Ricordati che quando sei debole è lì che sei forte, quindi, riconosciamo che in queste circostanze il nostro compito consiste nell’incoraggiare coloro che soffrono situazioni del genere, nell’assisterli mediante la Parola di Dio ed attraverso la preghiera, affinchè il filo conduttore dell’amore divino sia visibile dall’inizio della malattia sino a oggi e per sempre. I piccoli gesti sono preziosi agli occhi del Signore!
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