Sono nato in una famiglia cattolica, ma non praticante, tranne che per le festività tradizionali e consumistiche, Natale e Pasqua. All’età di 3 o 4 anni i miei genitori mi affidarono giornalmente ad una famiglia per curarmi durante le giornate di lavoro e qui cominciò la mia sofferenza, perché non volevo lasciare mia madre per stare con degli estranei, anche se erano brave persone, ma purtroppo dovetti sottostare a questa decisione.Si è vero non mi facevano mancare nulla, mi portavano a fare delle passeggiate e mi educavano con principi buoni. Era una famiglia svizzero-tedesca ticinese, diversa da quella italiana, ma mi mancava la mia famiglia, perché trascorrevo più tempo con chi mi curava invece che con i miei cari e io ne soffrivo tanto.
Gli anni passavano ed ad un certo punto mia madre rimase a casa così finalmente non dovetti più andare in quella famiglia, ma mi trovavo sempre solo a giocare e a volte dialogavo anche da solo, infatti non ho ricordi di quando i miei parlavano o giocavano con me, e questo mi portò a chiudermi in me stesso.
Non potevo neppure frequentare l’asilo, che era a 100 metri da casa mia, perché i miei non volevano mandarmi, mi dicevano sempre che non c’erano i soldi. Non si usciva quasi mai per andare a mangiare una pizza o al ristorante e quelle poche volte che si usciva c’erano sempre litigi tra loro. A volte penso che loro non mi volessero bene.
Sapete ero già un bimbo che non parlavo con nessuno ed appena aprivo la bocca perché volevo conversare con loro mi sgridavano dicendomi: “Non metterti in mezzo quando parlano i grandi!” e questo mi portò ad avere problemi più avanti. Quando andai a scuola, infatti, ero sempre taciturno, alle lezioni non partecipavo mai e quando mi interrogava la maestra non riuscivo a spiegarmi bene: non ero in grado di mettere in piedi una frase, avevo paura persino a parlare con lei o con gli altri, anzi ero quasi terrorizzato dalla classe e dalla scuola senza un valido motivo. Allora mi mandarono a fare delle lezioni con una maestra di sostegno per sbloccare almeno la mia situazione scolastica, e ci riuscirono.
Nonostante la paura della scuola passavano gli anni, non mancavano le difficoltà e cominciarono le prime scaramucce. Siccome ero timido e molto chiuso, i compagni di classe se ne accorsero e incominciarono a prendermi in giro perché ero “terrone” e dicevano che i terroni puzzavano e che me ne dovevo tornare in Italia, anche se ero nato in Svizzera. Venivo sempre offeso e picchiato da alcuni compagni, che umiliazione insopportabile! A scuola non riuscivo bene, i compagni erano così e a casa non era diversa la situazione.
Gli anni passavano ed ad un certo punto mia madre rimase a casa così finalmente non dovetti più andare in quella famiglia, ma mi trovavo sempre solo a giocare e a volte dialogavo anche da solo, infatti non ho ricordi di quando i miei parlavano o giocavano con me, e questo mi portò a chiudermi in me stesso.
Non potevo neppure frequentare l’asilo, che era a 100 metri da casa mia, perché i miei non volevano mandarmi, mi dicevano sempre che non c’erano i soldi. Non si usciva quasi mai per andare a mangiare una pizza o al ristorante e quelle poche volte che si usciva c’erano sempre litigi tra loro. A volte penso che loro non mi volessero bene.
Sapete ero già un bimbo che non parlavo con nessuno ed appena aprivo la bocca perché volevo conversare con loro mi sgridavano dicendomi: “Non metterti in mezzo quando parlano i grandi!” e questo mi portò ad avere problemi più avanti. Quando andai a scuola, infatti, ero sempre taciturno, alle lezioni non partecipavo mai e quando mi interrogava la maestra non riuscivo a spiegarmi bene: non ero in grado di mettere in piedi una frase, avevo paura persino a parlare con lei o con gli altri, anzi ero quasi terrorizzato dalla classe e dalla scuola senza un valido motivo. Allora mi mandarono a fare delle lezioni con una maestra di sostegno per sbloccare almeno la mia situazione scolastica, e ci riuscirono.
Nonostante la paura della scuola passavano gli anni, non mancavano le difficoltà e cominciarono le prime scaramucce. Siccome ero timido e molto chiuso, i compagni di classe se ne accorsero e incominciarono a prendermi in giro perché ero “terrone” e dicevano che i terroni puzzavano e che me ne dovevo tornare in Italia, anche se ero nato in Svizzera. Venivo sempre offeso e picchiato da alcuni compagni, che umiliazione insopportabile! A scuola non riuscivo bene, i compagni erano così e a casa non era diversa la situazione.
I miei litigavano ogni giorno per gelosia perché mia madre era corteggiata da altre persone alle quali lei dava corda, a volte io ero presente e quelle frasi di apprezzamento che le erano rivolte e a me facevano tanto male. Arrivai alle scuolemaggiori (oggi medie) ed i miei genitori si lasciarono. Avevo solo 12 anni ed anche se i miei tentarono di tenere in piedi la famiglia facendo un’altra figlia, la cosa non riuscì, anzi, le liti, anche violente, continuarono senza che i miei genitori pensassero che io ero presente e che il mio cuore era veramente troppo pieno di sofferenza. Stavo male e mi vergognavo di loro. Una volta cercai di fermarli mettendomi in mezzo tra loro e guardandoli in faccia vidi i loro volti, mio padre capì, ci rimase male e si fermò, mentre mia madre no e mi tolse facendomi cadere.
In seguito mia madre pensò di lasciare mio papà e andarsene con un uomo, il quale però non acconsentì, anzi quasi la prese per pazza, così che lei da quel momento andò completamente fuori di testa, finché nel giorno del sesto compleanno di mia sorella scomparve da casa senza avvisarci. Che tristezza, pensavo, chiedendomi il perché di tutto ciò!
Mi vergognavo di mia madre e provai rancore nei suoi confronti perché ci aveva abbandonato. Mi sentii solo e il mio cuore si riempì di rabbia e s’indurì.
Se prima ero succube dei miei compagni, ora il mio atteggiamento era cambiato perché nessuno poteva dirmi niente. Nel frattempo mio padre trovò un’altra donna ed incominciò ad andare da lei lasciandomi la notte a casa da solo. Pensate un po’: vivere da solo a 13-14 anni, che sballo!
Iniziai a fumare e a guardare film porno legandomi anche a questo vizio. Tutte le notti non ne perdevo uno e siccome la mattina andavo a scuola, pensate com’ero sveglio! Non riuscivo più a liberarmi da queste cose, diventai succube anche delle riviste vietate, mi piaceva guardarle e avrei voluto fare le stesse cose. La scuola non m’interessava più e dentro di me soffrivo, stavo male e mi sentivo sempre più solo. Sì avevo parenti che si occupavano di me, ma nel mio cuore sentivo che mancava qualcosa, ma non sapevo cosa, forse desideravo che i miei genitori si rimettessero insieme, ma mio padre ormai aveva un’altra donna.
Verso i 15-16 anni cominciai a prendere una brutta strada: ogni sabato notte rubavo l’auto di mio padre e insieme con altri 6 o 7 ragazzi, ce ne andavamo in giro rischiando anche qualche incidente. Solo ora comprendo che la mano di Dio stava già operando su di me proteggendomi sempre, anche se ancora non Lo conoscevo. Rientravo a casa la notte tardi quindi al lavoro non rendevo tanto e mio padre incominciò a brontolare perché non cenavo mai con loro e la sera non ero mai a casa. Io però non gli davo retta: preferivo stare con gli amici, con coloro che pensavo mi volessero bene. Presi la patente e peggiorai perché le notti ero sempre in giro. Qualche volta feci anche abuso di cannabis, ma, grazie a Dio, non mi piaceva.
In seguito mia madre pensò di lasciare mio papà e andarsene con un uomo, il quale però non acconsentì, anzi quasi la prese per pazza, così che lei da quel momento andò completamente fuori di testa, finché nel giorno del sesto compleanno di mia sorella scomparve da casa senza avvisarci. Che tristezza, pensavo, chiedendomi il perché di tutto ciò!
Mi vergognavo di mia madre e provai rancore nei suoi confronti perché ci aveva abbandonato. Mi sentii solo e il mio cuore si riempì di rabbia e s’indurì.
Se prima ero succube dei miei compagni, ora il mio atteggiamento era cambiato perché nessuno poteva dirmi niente. Nel frattempo mio padre trovò un’altra donna ed incominciò ad andare da lei lasciandomi la notte a casa da solo. Pensate un po’: vivere da solo a 13-14 anni, che sballo!
Iniziai a fumare e a guardare film porno legandomi anche a questo vizio. Tutte le notti non ne perdevo uno e siccome la mattina andavo a scuola, pensate com’ero sveglio! Non riuscivo più a liberarmi da queste cose, diventai succube anche delle riviste vietate, mi piaceva guardarle e avrei voluto fare le stesse cose. La scuola non m’interessava più e dentro di me soffrivo, stavo male e mi sentivo sempre più solo. Sì avevo parenti che si occupavano di me, ma nel mio cuore sentivo che mancava qualcosa, ma non sapevo cosa, forse desideravo che i miei genitori si rimettessero insieme, ma mio padre ormai aveva un’altra donna.
Verso i 15-16 anni cominciai a prendere una brutta strada: ogni sabato notte rubavo l’auto di mio padre e insieme con altri 6 o 7 ragazzi, ce ne andavamo in giro rischiando anche qualche incidente. Solo ora comprendo che la mano di Dio stava già operando su di me proteggendomi sempre, anche se ancora non Lo conoscevo. Rientravo a casa la notte tardi quindi al lavoro non rendevo tanto e mio padre incominciò a brontolare perché non cenavo mai con loro e la sera non ero mai a casa. Io però non gli davo retta: preferivo stare con gli amici, con coloro che pensavo mi volessero bene. Presi la patente e peggiorai perché le notti ero sempre in giro. Qualche volta feci anche abuso di cannabis, ma, grazie a Dio, non mi piaceva.
Mi piaceva, invece, cambiare ragazza ogni tanto, perché fra me dicevo: “Almeno non penso ai miei problemi”. Un giorno però incontrai una ragazza molto solare che m’incuriosì. Volevo mettermi insieme a lei, ma lei non ne volle sapere perché usciva da una relazione andata male e perché era più grande di me. Non mi arresi: volevo vedere cosa si nascondeva dietro a quel sorriso fuori dal comune, così diventammo amici. Quando arrivava la domenica, che non si lavorava, pensavo che si potesse uscire insieme, ma lei mi diceva che nel pomeriggio aveva da fare e dava la colpa ai genitori. Non demorsi e volli sapere dove andava, così scoprii che faceva la monitrice [l’educatrice] dei bambini in una chiesa Evangelica e così, facendomi coraggio, ci entrai.
In quel luogo il Signore mi parlò. Vedevo che il loro modo di pregare era diverso da quello che mi era stato insegnato. Cominciai a frequentare la chiesa e piano piano capii tante cose… stavo bene con loro!
Cominciai a leggere la Bibbia, la quale parlò al mio cuore e sentii il desiderio di conoscere Gesù e così fu. Dio mi battezzò nello Spirito Santo cambiando il mio cuore, svuotandolo da tanti pesi e cattiverie e riempiendolo del suo amore, aiutandomi a perdonare e liberandomi da tutti i vizi e i peccati a cui ero legato, dandomi finalmente ciò che cercavo: qualcuno che mi amasse davvero… Gesù.
Grazie Signore!
Che la mia testimonianza possa essere di benedizione per tutti. Ti voglio incoraggiare a non abbatterti, a non buttare via la tua vita con droghe, alcool, ecc. perché ciò ti conduce al suicidio, sappi che tutto ciò che succede intorno a noi o in noi, non è frutto del caso. Ad ogni problema c’è una soluzione ed è Gesù Cristo, colui che veramente ti può ascoltare, aiutare, liberare e amare.
Lo ha già fatto, sai? Alla croce, 2000 anni fa e lo ha fatto anche per te. Gli errori del mondo li ha pagati Lui. Devi solo cercarlo, invitandolo dentro di te, chiedendogli di perdonarti di tutti i tuoi peccati e di lavarti col suo sangue.
Se lo farai con tutto il tuo cuore, Egli si manifesterà a te con tutto il suo amore e proverai ciò che ho provato io.
Dio ti benedica!
In quel luogo il Signore mi parlò. Vedevo che il loro modo di pregare era diverso da quello che mi era stato insegnato. Cominciai a frequentare la chiesa e piano piano capii tante cose… stavo bene con loro!
Cominciai a leggere la Bibbia, la quale parlò al mio cuore e sentii il desiderio di conoscere Gesù e così fu. Dio mi battezzò nello Spirito Santo cambiando il mio cuore, svuotandolo da tanti pesi e cattiverie e riempiendolo del suo amore, aiutandomi a perdonare e liberandomi da tutti i vizi e i peccati a cui ero legato, dandomi finalmente ciò che cercavo: qualcuno che mi amasse davvero… Gesù.
Grazie Signore!
Che la mia testimonianza possa essere di benedizione per tutti. Ti voglio incoraggiare a non abbatterti, a non buttare via la tua vita con droghe, alcool, ecc. perché ciò ti conduce al suicidio, sappi che tutto ciò che succede intorno a noi o in noi, non è frutto del caso. Ad ogni problema c’è una soluzione ed è Gesù Cristo, colui che veramente ti può ascoltare, aiutare, liberare e amare.
Lo ha già fatto, sai? Alla croce, 2000 anni fa e lo ha fatto anche per te. Gli errori del mondo li ha pagati Lui. Devi solo cercarlo, invitandolo dentro di te, chiedendogli di perdonarti di tutti i tuoi peccati e di lavarti col suo sangue.
Se lo farai con tutto il tuo cuore, Egli si manifesterà a te con tutto il suo amore e proverai ciò che ho provato io.
Dio ti benedica!
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook