Durante il ponte del 25 aprile, migliaia di italiani si sono messi in viaggio lungo tutto lo stivale per raggiungere città d’arte, agriturismi immersi nella natura, centri benessere dove rigenerare mente e corpo. In questo lungo fine settimana anche numerosi evangelici ed evangeliche hanno preparato le proprie valigie ed hanno viaggiato per partecipare ad importanti incontri nazionali: a Merano (Bz), presso la Christuskirche, si è inaugurato il XXI Sinodo della Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi) che poi a Nals/Nalles, a pochi km. di distanza, ha visto la partecipazione di una cinquantina tra pastori e delegati delle chiese; a Velletri (Roma), presso il Centro di Ecumene, un centinaio di ragazzi e ragazze hanno preso parte al XX Congresso della Federazione giovanile evangelica in Italia (Fgei); al Centro evangelico battista a Rocca di Papa (Roma) si sono incontrate le donne del Movimento femminile evangelico battista (Mfeb) in occasione della loro Assemblea nazionale.
Si è aperta la stagione dei sinodi, dei congressi, delle assemblee, delle conferenze distrettuali, che per l’evangelismo italiano sono linfa vitale. Evangelici, provenienti da nord e da sud, dalle città e dai piccoli centri, mettendo da parte lavoro, studio, famiglia, investono il proprio tempo per incontrarsi e vivere insieme intere giornate o interi weekend in cui si esamina il lavoro svolto; si valutano i risultati raggiunti o gli obiettivi mancati; si formulano analisi e critiche puntuali; si affrontano dibattiti anche accesi; si fanno nuove proposte; si scrivono documenti programmatici; si votano mozioni e ordini del giorno; si rendicontano le risorse finanziarie; si rinnovano le cariche elettive… «Meglio due giorni in una Spa termale!», qualcuno avrà a questo punto pensato. Eppure questi incontri, spesso dai ritmi serrati e faticosi, sono occasioni preziose in cui i credenti – uniti dalla stessa fiducia in Dio che è fedele e porta a compimento le sue promesse – sperimentano cosa vuol dire essere chiesa. Si è chiesa insieme quando, confrontandosi gli uni con le altre, cresce la consapevolezza di vivere un cammino comune di discepolato al quale siamo chiamati e chiamate da una Parola che ci precede. Si è chiesa insieme quando, ritrovandosi a decifrare questo tempo di crisi in cui viviamo, possiamo resistere alla tentazione di ripiegarci su noi stessi e alzare il nostro sguardo verso un futuro di speranza. Si è chiesa insieme quando, confessando il nostro peccato di presunzione e autosufficienza, riconosciamo che qualunque cosa facciamo, grande o piccola che sia, siamo sempre «servi inutili». Si è chiesa insieme quando, confessando gli aspetti meno luminosi delle nostre comunità, come i personalismi, talvolta i pettegolezzi e i conflitti, possiamo ammettere che è solo per la grazia di Dio che le nostre chiese di minoranza ancora resistono in questo paese affetto da analfabetismo religioso. Si è chiesa insieme quando, guardando le nostre modeste risorse economiche, possiamo aver fiducia che Dio non ci farà mancare ciò di cui abbiamo bisogno nella nostra vita.
Ancora, in questi incontri si sperimenta di essere chiesa quando, ascoltando la Parola di Dio, che è annuncio di liberazione e salvezza per tutte e tutti noi, malgrado noi, possiamo radicare la nostra testimonianza e il nostro servizio diaconale in un orizzonte più ampio. Si è chiesa quando, pregando, cantando e celebrando la Cena del Signore, abbiamo fiducia che l’opera di Dio «viene a rinfrancare le mani cadenti e le gambe vacillanti» (Ebrei 12, 12). Si è chiesa insieme anche quando, a fine giornata, davanti ad un caffè fumante o ad una birra ghiacciata, si raccontano frammenti di vita o semplicemente si riportano alla mente ricordi, aneddoti, risate, vivendo la gioia della fraternità che nasce dal sapersi fratelli e sorelle in Cristo, parte di una famiglia più grande.
La stagione dei sinodi, dei congressi, delle assemblee, delle conferenze distrettuali è cominciata. Prepariamo le valigie e mettiamoci in viaggio: Dio ci precede, «Egli sarà con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non perderti di animo» (Deut. 31, 8).
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