Nella Repubblica Ceca un museo ricorderà l’impresa dell’industriale che salvò 1200 ebrei. Ma non mancano ostacoli e critiche.
La fabbrica dismessa che l’industriale tedesco Oskar Schindler utilizzò per far lavorare 1200 ebrei durante la seconda guerra mondiale, salvandoli così dalle camere a gas, diventerà un memoriale della Shoah.
Siamo a Brněnec (un tempo Brünnlitz), nella Repubblica Ceca, vicino a Svitavy (ex Zwittau), 40 miglia a nord-est di Praga e città natia dello stesso Schindler, dove nel diciannovesimo secolo venne costruito un laboratorio, con annesso mulino e deposito di prodotti chimici; ed è proprio qui che l’industriale nazista trasferì gli operai ebrei delle sue fabbriche di Cracovia alla fine del 1944, con la scusa che erano specialisti di munizioni, indispensabili per la fabbricazione di proiettili per l’esercito del Führer.
La storia degli “ebrei di Schindler” è nota, grazie al bestseller di Tom Keneally Schindler’s Ark, raccontata anche dal film Schindler’s list di Steven Spielberg, uscito nelle sale nel 1993 e diventato presto un successo in tutto il mondo. Ora l’obiettivo è ripristinare l’edificio al suo stato originale, compresa la torre di guardia, creando un memoriale e una mostra che illustri la vita dello stesso Schindler: l’apertura è prevista per il 2019.
E tuttavia non è stato facile entrare in possesso della ex fabbrica, che fino alla chiusura nel 2009 produceva tessili Ikea e seggiolini auto per Škoda, e che solo di recente, dopo una lunga battaglia legale, è finalmente passata nelle mani della neocostituita “Shoah e Oskar Schindler Memorial Endowment Memorial Foundation”.
Le difficoltà non sono legate soltanto ai costi da affrontare per rimettere in piedi la fabbrica ma riguardano anche i sentimenti contrastanti di molti cittadini cechi nei confronti dell’industriale tedesco e della sua vita prima del ’44: Schindler infatti era un cecoslovacco dalla regione dei Sudeti, quindi prevalentemente di lingua tedesca, e faceva la spia per l’Abwehr, il servizio di intelligence straniero nazista, prima che il territorio fosse annesso da Hitler in base all’accordo di Monaco del 1938; inoltre Schindler aderì al partito nazista e in pochi erano a conoscenza del suo gesto prima che venisse raccontato dal film di Spielberg. Così, mentre a Gerusalemme Schindler è onorato insieme alla moglie Emilie fra i “giusti fra le nazioni”, nella Repubblica Ceca è ricordato come un truffatore, famoso più che altro per il gioco d’azzardo e la passione per l’alcol e per le donne. L’antipatia per l’industriale tocca persino piccole meschinità come il rifiuto, da parte dell’attuale proprietario della casa in cui Schindler era nato nel 1908, di mettere una targa ricordo sul muro. Ma c’è chi fa di peggio, visto che il piccolo monumento a Schindler, installato nel parco di fronte alla casa, è stato vandalizzato con una svastica il giorno dopo l’inaugurazione, nel ’94. C’è addirittura chi dubita della veridicità dell’impresa di Schindler, uno scetticismo che lo storico Radoslav Fikejz, interpellato dal The Guardian, attribuisce ai lunghi anni sotto il comunismo e all’espulsione dal paese di più tre milioni di cittadini di lingua tedesca dopo la guerra.
Non c’è che dire, nemo propheta in patria.
Immagine: Di photo taken by Miaow Miaow in August 2004 – Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=111333
Tags:
di Federica Tourn | Riforma.it
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook