Assisto già da tempo alla “diaspora” del buon senso, cristiani, credenti, fratelli di varie chiese che disputano (a volte con cattiveria) a proposito di alcuni punti fondamentali della Parola. Ritengo che alcuni possano fare ciò, ma non a tutti è dato di scrutare nelle profondità della Parola.
E sono rattristato che queste discussioni in primo luogo esistano e in secondo luogo che vengano dibattute in luoghi non adatti, la chiesa, la comunità o nelle case dei fratelli sono i luoghi e non direttamente sui social.
Improbabili ” fratelli” che disputano apertamente di cose che forse non conoscono bene …per sentito dire o per questioni di comodo. Si! ciò mi rattrista, fa male al cristianesimo, alla fede e anche al Signore!
Ogni uno cerca, scrutando tra le righe del libro dei libri una ragione per avvalorare la propria tesi, (per aggiustare ciò che va stretto) i temi, sono spesso gli stessi di sempre, quelli che in centinaia di anni anno dato origine a nuove confessioni, dottrine o scuole di pensiero.
La Legge, la Grazia, le Opere, la Fede e sopratutto di questi giorni LE DECIME.
Nota dolente la decima! … Non l’offerta, quella è libera e ci è più simpatica, ma la decima.
Per non essere da meno di altri dirò anch’io il mio pensiero.
A noi cristiani piacciono le regole “Tutte le regole” le chiamiamo leggi, comandamenti e le riteniamo senza possibilità di errore da seguire.
Ce le facciamo andare anche quando sono strettine, del resto, essere cristiano non è facile …Cristo ha portato una croce! Quasi tutte però, perché certe …niente da fare non vanno proprio giù.
Così alcuni arrivano anche a confrontarsi con la scrittura per trovare il punto su cui fare leva e appoggiare la loro tesi.
Credo che la Bibbia possa dirci esattamente quello che vogliamo sentirci dire, se la lettura non è ispirata.
Ma le Sacre Scritture servono a questo? Si! Anche a questo, a farci inciampare per mettere alla prova la nostra profondità e la nostra fede.
La Bibbia non è solo ciò che leggiamo, essa va oltre, fondendosi con noi stessi con la nostra famiglia, con la nostra comunità. È un modo, uno stampo, un marchio di fabbrica, al quale ci conformiamo entrando a far parte di una chiesa o comunità.
Bene, io appartengo ad una chiesa, sono nato lì, il Signore ha voluto per me quella Comunità. In seno ad essa vige un “modo scritturale” (che non specifico perché non è importante) al quale voglio attenermi, è il nostro modello di “famiglia” nel Signore. Ciò mi insegna, oltre a quella parte di scrittura, altre mille cose che sono talvolta più importanti… l’obbedienza, la sottomissione, l’unità di intenti con la chiesa, il rispetto dei fratelli, l’appartenenza, la fedeltà.
Osea e Caleb furono un esempio in questo, essi ebbero fiducia nel Signore poiché la parola del Signore era “Nel paese che io vi do!”
30 Caleb calmò il popolo che mormorava contro Mosè, e disse: «Saliamo pure e conquistiamo il paese, perché possiamo riuscirci benissimo». 31 Ma gli uomini che vi erano andati con lui, dissero: «Noi non siamo capaci di salire contro questo popolo, perché è più forte di noi». 32 E screditarono presso i figli d’Israele il paese che avevano esplorato, dicendo: «Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese che divora i suoi abitanti; tutta la gente che vi abbiamo vista, è gente di alta statura; 33 e vi abbiamo visto i giganti, figli di Anac, della razza dei giganti. Di fronte a loro ci pareva di essere cavallette; e tali sembravamo a loro».
Non sono sempre corretto nell’attenermi alle direttive del mio Pastore (Aimè) e questo non è buono, ma mi sento sempre sollecitato (dal mio cuore) a mettermi al pari con i miei fratelli, questo perché la mia chiesa è anche mia! Vero è anche, che nella mia incoerenza ai dettami biblici nessuno mi ha mai puntato il dito!
Il compito di un Pastore è quello di portare il gregge al pascolo dove crede e come crede, dove ritiene che ci sia foraggio migliore. Il Pastore non attacca un carro alle pecore per portare pesi, sa che non sono buoi ma il suo compito è quello di far crescere il gregge, nel modo che ritiene più opportuno e perche dia più frutto.
Perché riteniamo non corretta la decima? Perché ci fa arrabbiare o abbiamo timore di donarla? Perché abbiamo lavorato sodo per guadagnare quei soldi? … perché il denaro non basta mai per arrivare a fine mese? Perché…che se ne farebbe il Signore, mica ha bisogno di denaro! perché il pastore costruisce chiese ma alla fine è tutta roba sua? Perché … diamo a Cesare quello che è di Cesare e a Dio… a Dio si da’ nello spirituale mica nel materiale…
Manchiamo di fiducia nel Signore come i compagni di Giosuè e di Caleb …chi costruirà il Regno di Dio?I confini del Regno di Dio iniziano da qui, proprio nel luogo dove ci troviamo sulla terra! e come disse il Signore a Mosè vedi di costruire tutto a secondo del modello che ti ho mostrato. Abramo per fede credette, Abramo diede la sua decima a Melchisedec Sacerdote del Dio Altissimo, così sta scritto!
Ma …Facciamo finta che sia tutto vero, e proviamoci da un’altra angolazione.
Se il vostro Pastore vi dicesse:” I discepoli mettevano tutto in comunione, nessuno ne ebbe di troppo e nessuno troppo poco, in questa comunità condivideremo tutto! ” certo chi non ha nulla sarebbe entusiasta, ma colui che ha che ne penserebbe? “Beate quelle chiese che si basano sulla decima!” No! Nessuno di questi pensieri è giusto.
Viviamo con il pensiero non corretto che chi ha denaro può essere avaro, ma per essere avaro basta essere avaro, l’avarizia è un’idolatria.
Ogni chiesa ha la sua guida, ogni tribù ebbe la sua eredità, il suo capo a secondo della famiglia, i suoi modi e la sua identità.
È facoltà del Pastore dare un carattere alla sua Chiesa seguendo la visione che Dio gli ha dato, confrontandola con la scrittura.
Lo ripeto, non sono corretto come dovrei me ne dispiaccio e prego il Signore perché mi renda sempre più preciso con i dettami che segue la mia chiesa.
Perché ciò sta scritto, e perché la mia famiglia possa trarne …benedizioni!
Francesco Blaganò | Notiziecristiane.com
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