La crocifissione in auge al tempo dell’antica Roma, era una dei metodi per cui veniva eseguita la pena di morte, attraverso la tortura; la condanna a tale supplizio veniva considerata tanto atroce ed umiliante che essa non veniva inflitta ad un cittadino romano ma veniva perpetrata inverso gli schiavi, i sovversivi e gli stranieri tale pratica normalmente veniva preceduta dalla flagellazione, che rendeva questo rito ancora più straziante per il condannato. Cicerone definiva la crocifissione “il supplizio più crudele e più tetro”. I Romani punivano con quest’esecuzione il brigantaggio e la ribellione degli schiavi. Il giudice, riconosciuta la colpevolezza e pronunciata la condanna “sia messo in croce!”, dettava il titulus, cioè la motivazione della sentenza scritta su un cartello, quindi indicava le modalità dell’esecuzione, delegata ai carnefici, o, nelle province, ai soldati. Il condannato, dinanzi al magistrato, veniva prima sottoposto a una flagellazione affidata ai tortores, che operavano in coppia. Denudato e legato a un palo o a una colonna, veniva colpito con strumenti diversi a seconda della condizione sociale: per gli schiavi e i provinciali era previsto il flagrum o flagellum, formato da due o tre strisce di cuoio o corda (lora) intrecciate con schegge di legno oppure ossicini di pecora, oppure delle strisce di cuoio aventi all’estremità due piccole sfere metalliche. La flagellazione poteva essere una punizione esemplare fine a sé stessa, seguita dalla liberazione, oppure una condanna mortale: in questo caso produceva lacerazioni così profonde da mettere allo scoperto le ossa. Se veniva inflitta come preambolo alla crocifissione, il numero di colpi doveva essere limitato probabilmente a una ventina perché la vittima non doveva morire prima di finire in croce. Il condannato veniva poi rivestito e condotto al supplizio. Il titulus, appesogli al collo o portato da un banditore, aveva la funzione d’informare la popolazione sulle sue generalità, sul delitto e sulla sentenza. Sul luogo dell’esecuzione, situato sempre fuori dalle mura cittadine, erano spesso già piantati i pali verticali, gli stipites, su cui fissare i patibula. La crux patibulata o crux compacta risultava a forma di T. Il cruciario veniva spogliato e i suoi vestiti diventavano proprietà dei carnefici, quale prezzo della loro prestazione. Veniva poi appeso alla croce con chiodi, anelli di ferro o corde, come pure i piedi, che talvolta però venivano lasciati liberi.Con la crocifissione si voleva provocare una morte lenta, dolorosa e terrificante, esemplare per chi ne era testimone: per stillicidia emittere animam, lasciare la vita goccia a goccia. Origene scrive: “Vivono con sommo spasimo talora l’intera notte e ancora l’intero giorno” .Lungo il cammino essi subivano strattoni e venivano oltraggiati, maltrattati, pungolati e feriti per indebolirne la resistenza. Bevande drogate (mirra e vino) e la posca (miscela d’acqua e aceto) servivano a dissetare, tamponare emorragie, far riprendere i sensi, resistere alla sofferenza, mantenere sveglio il crocifisso perché confessasse le sue colpe. Raramente la morte veniva accelerata; se ciò accadeva era per motivi d’ordine pubblico, per interventi d’amici del condannato, per usanze locali. Si provocava la morte in due modi: col colpo di lancia al cuore o col crurifragium, cioè la rottura delle gambe, che privava il condannato d’ogni punto d’appoggio con conseguente soffocamento per l’iperestensione della cassa toracica (non è possibile respirare completamente e viene meno quindi l’apporto di aria ossigenata all’organismo).La vigilanza presso la croce era severa per impedire interventi di parenti o amici; l’incarico di sorveglianza era affidato ai soldati e durava sino alla consegna del cadavere o alla sua decomposizione. In Occidente, all’inizio del IV secolo, l’Imperatore Costantino il Grande vietò ai tribunali pubblici di condannare alla crocifissione. Ma questa pratica durò molto più a lungo in Oriente e in altri Paesi; al riguardo vi sono racconti dettagliati di crocefissioni ancora nel IX secolo.
Questo squarcio di vita reale ci fa comprendere cio’ che avvenne al tempo di Gesù e ci offre diversi spunti di riflessione, attraverso la disanima delle varie fasi dell’esecuzione.
La legge porta ad una condanna, la condanna conduce alla morte ……
Nella Bibbia troviamo scritto :
Romani 2:12 Imperocchè tutti coloro che avranno peccato, senza la legge, periranno senza la legge; e tutti coloro che avranno peccato, avendo la legge, saranno giudicati per la legge.
Romani 5:13 (perciocché fino alla legge il peccato era nel mondo; or il peccato non è imputato, se non vi è legge;
in funzione di cio’ che abbiamo ora letto puo’ nascere una spontanea domanda… Gesù che è senza peccato perchè è stato crocifisso? Poichè abbiamo visto che la croce era riservata ai malfattori,e che la legge di Dio conduce, senza la grazia, alla morte;
semplice:
Isaia 53:5 Ma egli è stato ferito per li nostri misfatti, fiaccato per le nostre iniquità; il gastigamento della nostra pace è stato sopra lui; e per li suoi lividori noi abbiamo ricevuta guarigione.
II Corinzi 5:21 Perciocché egli ha fatto esser peccato per noi colui che non ha conosciuto peccato; acciocché noi fossimo fatti giustizia di Dio in lui.
I Giovanni 2:1 Figliuoletti miei, io vi scrivo queste cose, acciocché non pecchiate; e se pure alcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre, cioè Gesù Cristo giusto; 2 ed esso è il purgamento dei peccati nostri; e non solo de’ nostri, ma ancora di quelli di tutto il mondo.
Egli si è caricato di un “peccato” che non era suo, si è immolato come offerta perfetta al posto nostro….Noi eravamo i ladri i ribelli….gli schiavi, ed egli si è caricato delle nostre colpe, facendosi espiatore della nostra pena.
Egli per nostra causa ha ricevuto LA CONDANNA:
Romani 3:23 Poiché tutti hanno peccato, e son privi della gloria di Dio.
Romani 5:12 PERCIÒ, siccome per un uomo il peccato è entrato nel mondo, e per il peccato la morte; ed in questo modo la morte è trapassata in tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato;
I Corinzi 15:56 Or il dardo della morte è il peccato, e la forza del peccato è la legge.
Gli si carica della Croce che diviene in quel contesto “STRUMENTO DI MORTE”…
Ebrei 12:2 riguardando a Gesù, capo, e compitor della fede; il quale, per la letizia che gli era posta innanzi, sofferse la croce, avendo sprezzato il vituperio; e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio.
Filippesi 2:8 e trovato nell’esteriore simile ad un uomo, abbassò sé stesso, essendosi fatto ubbidiente infino alla morte, e la morte della croce.
Matteo 27:32 ORA, uscendo, trovarono un Cireneo, chiamato per nome Simone, il quale angariarono a portar la croce di Gesù.33 E, venuti nel luogo detto Golgota, che vuol dire: Il luogo del teschio; 34 gli diedero a bere dell’aceto mescolato con fiele; ma egli avendolo gustato, non volle berne. 35 Poi, avendolo crocifisso, spartirono i suoi vestimenti, tirando la sorte; acciocché fosse adempiuto ciò che fu detto dal profeta: Hanno spartiti fra loro i miei vestimenti, ed hanno tratta la sorte sopra la mia veste.
Giovanni 19:17 ED egli, portando la sua croce, uscì al luogo detto del Teschio, il quale in Ebreo si chiama Golgota. 18 E quivi lo crocifissero, e con lui due altri, l’uno di qua, e l’altro di là, e Gesù in mezzo.
Siam cosi giunti al punto in cui possiamo trarre una prima conclusione, ovvero che attraverso la condanna mediante il peccato , la croce ,pena da applicare al condannato e’ divenuta strumento di morte …….ed in un certo senso ciò è verità….ma se fosse tutto rimasto cosi,ovvero croce strumento di morte che giovamento ne avrebbe avuto l’uomo?? quale guadagno ne avremmo realizzato??
Ringraziato sia IDDIO poiché i legami della morte non lo hanno potuto trattenere,EGLI e’ risorto
Atti 2:24 Il quale Iddio ha suscitato, avendo sciolte le doglie della morte; poiché non era possibile ch’egli fosse da essa ritenuto.
Romani 6:9 Sapendo che Cristo, essendo risuscitato da’ morti, non muore più; la morte non signoreggia più sopra lui.
Quella Croce strumento di morte adesso si e’ trasformata in strumento di grazia ,Gesu’ ha pagato per noi liberandoci dal peccato
Luca 4:19 per bandir liberazione a’ prigioni, e racquisto della vista a’ ciechi; per mandarne in libertà i fiaccati, e per predicar l’anno accettevole del Signore.
Romani 3:24 Essendo gratuitamente giustificati per la grazia d’esso, per la redenzione ch’è in Cristo Gesù.
La Croce di Cristo adesso e’ strumento di salvezza :
I Corinzi 1:18 Perciocché la parola della croce è ben pazzia a coloro che periscono; ma a noi, che siam salvati, è la potenza di Dio.
Efesini 2:14 Perciocché egli è la nostra pace, il quale ha fatto de’ due popoli uno; e avendo disfatta la parete di mezzo che facea la separazione, 15 ha nella sua carne annullata l’inimicizia, la legge de’ comandamenti, posta in ordinamenti; acciocché creasse in sé stesso i due in un uomo nuovo, facendo la pace; 16 e li riconciliasse amendue in un corpo a Dio, per la croce, avendo uccisa l’inimicizia in sé stesso. 17 Ed essendo venuto, ha evangelizzato pace a voi che eravate lontani, e a quelli che eran vicini.
Colossesi 2:14 avendo cancellata l’obbligazione che era contro a noi negli ordinamenti, la quale ci era contraria; e quella ha tolta via, avendola confitta nella croce.
Abbiamo cosi visto come la croce per il mondo rimane pazzia e strumento di morte, ma per il credente essa viene trasformata in “strumento” di grazia… cosa aggiungere altro se non un invito, riconciliamoci con Dio poiché Egli ha fatto questo per noi mettendo cosi pace sulla terra… non pace umana ma pace Divina .
I Colossesi 1:20 ed avendo fatta la pace per il sangue della croce d’esso, riconciliarsi per lui tutte le cose; così quelle che sono sopra la terra, come quelle che sono ne’ cieli.
Vostro conservo in Cristo Past. Paolo Marasà
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