Salmi 22:16 “Poiché cani mi hanno circondato; uno stuolo di malfattori mi ha attorniato; mi hanno forato le mani e i piedi“.
1 Pietro 3:18,22 “Perché anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, il giusto per gl’ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte nella carne, ma vivificato dallo Spirito, nel quale Egli andò anche a predicare agli spiriti che erano in carcere, che un tempo furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate attraverso l’acqua, la quale è figura del battesimo (non la rimozione di sporcizia della carne, ma la richiesta di buona coscienza presso Dio), che ora salva anche noi mediante la risurrezione di Gesù Cristo, il quale è andato in cielo ed è alla destra di Dio, dove gli sono sottoposti angeli, potestà e potenze“.
La croce evoca uno degli strumenti per l’esecuzione capitale e malgrado fosse nota in epoche precedenti quale supplizio, furono i romani a servirsene ampiamente. Essendo la crocifissione preceduta dalla flagellazione era una pratica estremamente dolorosa.
Per l’umanità essa ha un messaggio molto profondo e di vitale importanza poiché evoca “la croce del Cristo” (1Corinzi 1:17 “Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad evangelizzare, non però con sapienza di parola, affinché la croce di Cristo non sia resa vana“). Secondo il raccondo dell’Evangelo, Gesù rifiutò le cose che avrebbero potuto contribuire ad attutire le sue sofferenze fisiche per restare lucido fino alla fine e la sua fine fu la “morte in croce” (Matteo 27:34 “Gli diedero da bere dell’aceto mescolato con fiele; ma egli, avendolo assaggiato, non volle berne“).
Ecco perché il nostro orgoglio è nella croce (Galati 6:14 “Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo“): poiché è la croce che ci riconcilia a Dio (Efesini 2:16 “Per riconciliare ambedue con Dio in un sol corpo per mezzo della croce, avendo ucciso l’inimicizia in se stesso“).
La croce rimanda al profondo sconvolgimento dovuto al peccato e all’amore incommesurabile di Dio che è sceso dal suo Trono dai cieli e si è fatto uomo nella carne e sulla terra. Umiliando se stesso Egli giusto, sceglie di morire per noi ingiusti, di una morte ignominosa al posto nostro per salvarci.
Dunque la salvezza è nella croce del Cristo (Colossesi 2:14 “Egli ha annientato il documento fatto di ordinamenti, che era contro di noi e che ci era nemico, e l’ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce”), così come anche la pace si trova solo nella croce (Colossesi 1:20 “Avendo fatta la pace per mezzo del sangue della sua croce, di riconciliare a sé, per mezzo di lui, tutte le cose, tanto quelle che sono sulla terra come quelle che sono nei cieli“).
Vogliamo analizzare più profondamente l’apice molteplice del significato della croce del Cristo.
Primariamente, essa, rimanda all’idea di “sacrificio” ed è l’atto culturale attraverso il quale si offre a Dio qualcosa per stabilire la comunione spazzata dal peccato. La Scrittura presenta nella lettera agli Ebrei la morte del Signore Gesù come l’opera del sommo sacerdote che offre se stesso come sacrificio a Dio per il peccato (Ebrei 7:26,27 ” A noi infatti occorreva un tale sommo sacerdote, che fosse santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori ed elevato al di sopra dei cieli, che non ha bisogno ogni giorno, come quei sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha fatto questo una volta per tutte, quando offerse se stesso“; Ebrei 9:11,14 “Ma Cristo, essendo venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto non fatto da mano d’uomo, cioè non di questa creazione, entrò una volta per sempre nel santuario, non con sangue di capri e di vitelli, ma col proprio sangue, avendo acquistato una redenzione eterna. Infatti, se il sangue dei tori e dei capri e la cenere di una giovenca aspersi sopra i contaminati li santifica, purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offerse se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!“; Ebrei 9,22 “E, secondo la legge, quasi tutte le cose sono purificate col sangue; e senza spargimento di sangue non c’è perdono dei peccati“). Vi deve essere un sacrificio perché c’é il peccato.
Il Signore Gesù e “l’Agnello di Dio che toglie il peccato dal mondo” (Giovanni 1:29 “Il giorno seguente, Giovanni vide Gesù che veniva verso di lui e disse: «Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!”; Giovanni 1,36 “E, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’Agnello di Dio»”).
Cristo immolò se stesso per noi in offerta fragrante e sacrificio a Dio (Efesini 5:2 “Camminate nell’amore, come anche Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi, in offerta e sacrificio a Dio come un profumo di odore soave“; Salmi 40:6 “Tu non prendi piacere né in sacrificio né in offerta; mi hai forato le orecchie. Tu non hai chiesto né olocausto né sacrificio per il peccato“).
Al momento della sua morte sulla croce, Gesù compie una volta per sempre la purificazione ed entra nel Santuario celeste (Ebrei 10:19,20 “Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel santuario, in virtù del sangue di Gesù, che è la via recente e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne“). Egli è l’offerta finale verso cui guardavano tutti i sacrifici offerti prevedentemente nell’Antico Testamento perché attraverso la sua morte il peccato è espiato cioè cancellato (Geremia 18:23 “Ma tu, o Eterno, conosci tutti i loro disegni contro di me per farmi morire; non perdonare la loro iniquità, non cancellare il loro peccato dalla tua presenza. Siano essi rovesciati davanti a te. Trattali duramente nel giorno della tua ira“; Neemia 4:5 “Non perdonare la loro colpa, e non sia cancellato davanti a te il loro peccato; poiché hanno provocato la tua ira in presenza dei costruttori“).
Dio è stato propiziato e la riconciliazione è stata ottenuta (Isaia 53:12 “Perciò gli darò la sua parte fra i grandi, ed Egli dividerà il bottino con i potenti, perché ha versato la sua vita fino a morire ed è stato annoverato fra i malfattori; egli ha portato il peccato di molti e ha interceduto per i trasgressori“).
Ma la croce del Cristo evoca anche il significato di “punizione“ perché la violazione della legge comporta una pena (Isaia 52:13 “Ecco, il mio servo avrà successo,
sarà onorato, esaltato e molto innalzato“; 1 Pietro 2:24 “Egli stesso portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, affinché noi, morti al peccato, viviamo per la giustizia; e per le sue lividure siete stati guariti“; Ebrei 9:28 “Cosí anche Cristo, dopo essere stato offerto una sola volta per prendere su di sé i peccati di molti, apparirà una seconda volta senza peccato a coloro che lo aspettano per la salvezza“; Galati 3:13 “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo diventato maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno»”). Gesù sacrifica se stesso ed è punito al posto del peccatore allontanando così la giusta ira di Dio con l’atto stesso attraverso il quale il sacrificio espiatorio rende Dio propizio al peccatore perché con quest’atto la giusta ira di Dio è allontanata dal peccatore e Dio diventa propizio.
La croce del Cristo evoca anche il significato di “riscatto“ perché è tramite essa che si compie l’alleanza tra il Padre e il Figlio stabilita prima della creazione del mondo. Le esigenze dell’alleanza sono compiute da Cristo in comunione con lo Spirito Santo. Il Signore Gesù ci ha riscattati e liberati dalla schiavitù del peccato per mezzo del suo prezioso sangue versato sulla croce a nostro favore (1 Corinzi 6:20 “Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!”; Galati 3:13 “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo diventato maledizione per noi poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno»”; Apocalisse 5:9 “E cantavano un nuovo cantico dicendo: Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato ucciso, e col tuo sangue ci hai comprati a Dio da ogni tribù, lingua, popolo e nazione“; Efesini 1:7 “In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia“; Efesini 1:14 “Il quale è la garanzia della nostra eredità, in vista della piena redenzione dell’acquistata proprietà a lode della sua gloria“; Colossesi 1:14 “In cui abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue e il perdono dei peccati“; 1 Timoteo 2:6 “Il quale ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti, secondo la testimonianza resa nei tempi stabiliti“; 1 Pietro 1:18 “Sapendo che non con cose corruttibili, come argento od oro, siete stati riscattati dal vostro vano modo di vivere tramandatovi dai padri“; Matteo 20:28 “Appunto come il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti“; 1 Pietro 1:18,19 “Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia“).
La croce del Cristo è infine il luogo della vittoria (Colossesi 2:15 “Ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce“) perché il Signore ha veramente vinto nel modo più paradossale che si potesse immaginare. La Scrittura parla della distruzione delle opere del diavolo (1 Giovanni 3:8 “Chiunque commette il peccato è dal diavolo, perché il diavolo pecca dal principio; per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo“), l’idea del trionfo evoca quella della vittoria in quanto le potenze hanno trascinato Cristo sulla croce ed è proprio sulla croce che Dio le ha ridotte all’impotenza ed esse non possono più nuocere a coloro che appartengono al vincitore.
LA MORTE DELLA CROCE E’ LA VITTORIA SULLA MORTE E DOVE E’ VINTA LA MORTE RICOMINCIA LA VITA PERCHE’ IL PRINCIPE DELLA MORTE E’ STATO RIDOTTO ALL’IMPOTENZA (Ebrei 2:14 “Poiché dunque i figli hanno in comune la carne e il sangue, similmente anch’egli ebbe in comune le stesse cose, per distruggere, mediante la sua morte, colui che ha l’impero della morte, cioè il diavolo“).
Conclusioni: Tutte le dottrine sono connesse al tema della croce del Cristo che è la sostanza della predicazione e l’essenza dell’esperienza cristiana. Inoltre è alla croce che il peccato è perdonato, l’espiazione è compiuta, la colpa è cancellata, i nemici sono riconciliati, l’alienazione è superata, l’amicizia è ristorata, la libertà è conquistata, la salvezza è acquisita, la grazia è donata, la pace è offerta, la vita è trasformata, Satana è disarmato, il nuovo è inaugurato.
Tratto da: Dizionario di teologia evangelica – EUN; autori: Pietro Bolognesi, Leonardo De Chirico e Andrea Ferrari.
Luisa Lanzarotta | Notiziecristiane.com
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