Lo scorso giugno ha fatto scalpore, negli Stati Uniti, l’arresto di Stacie-Marie Laughton, ex rappresentante dello stato del New Hampshire e primo legislatore della nazione a identificarsi come transgender. L’arresto, infatti, sarebbe avvenuto a causa della sua distribuzione di materiale pedopornografico.
Il caso, secondo quanto riportato dal Washington Examiner, sarebbe collegato a un centro di assistenza all’infanzia nel Massachusetts, che coinvolge bambini che si ritiene abbiano appena tre anni. Una donna che lavorava all’asilo nido e che è stata sentimentalmente legata a Laughton avrebbe scattato foto dei bambini durante il cambio del pannolino, inviandole a Laughton.
Sempre un’analisi del Washington Examiner, a firma di Debra Soh – una neuroscienziata della sessualità e autrice di The End of Gender: Debunking the Myths About Sex and Identity in Our Society – commenta la vicenda smontando la tradizionale narrativa secondo la quale le donne transgender sarebbero più esposte di altre ad un rischio eccessivamente elevato di essere vittime di abusi sessuali. La realtà, secondo la giornalista, è esattamente l’opposto, ovvero che molte sono esse stesse autrici di adescamenti infantile e abusi sessuali. Questo non vuol dire che la maggior parte delle persone trans sia criminale e violenta, ma affermare che questi incidenti non si verificano mai, o sono statisticamente irrilevanti, è falso.
«Non posso parlare nello specifico di questo caso – afferma la dottoressa Soh – ma per le donne trans ci sono generalmente due motivi per cui scelgono di cambiare sesso. O sono sessualmente attratti dagli uomini e vogliono, quindi, attrarre partner maschili, oppure hanno una parafilia, che è un interesse sessuale insolito, chiamato autoginefilia. L’autoginefilia implica l’eccitazione sessuale al pensiero di avere il corpo di una donna e di prendere parte a comportamenti che sarebbero considerati stereotipicamente femminili. Esempi di tale comportamento possono includere l’allattamento al seno, il trucco e lo stare seduti quando si usa il bagno».
«Da un punto di vista scientifico – prosegue l’autrice dell’articolo – se una persona ha una parafilia, è più probabile che sperimenti più parafilie. Quindi, non è insolito che qualcuno con autoginefilia presenti parafilie aggiuntive come pedofilia, voyeurismo (cioè un interesse sessuale a sbirciare), esibizionismo (esporsi) o sadismo sessuale (trarre piacere dalla sofferenza di qualcun altro). Per quanto riguarda la disforia di genere, è spesso associata a psicopatologia co-morbosa, inclusi disturbi della personalità come il disturbo antisociale della personalità e la criminalità».
Secondo la neuroscienziata, dunque, «non è raro che gli autori di reati sessuali maschili richiedano l’aiuto di una partner femminile quando adescano le vittime o commettono un reato, perché con le donne c’è più sensazione di fiducia, soprattutto in presenza di bambini. Secondo me – conclude Debra Soh – questa è un’altra ragione per cui così tanti uomini negli ultimi anni hanno deciso di identificarsi come donne o come “non binari” e perché sono così entusiasti di spingere la teoria radicale del genere sui bambini».
https://www.provitaefamiglia.it/blog/la-criminalita-sessuale-e-legata-allideologia-di-genere
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