Quest’anno impegnativo, trascorso certamente nel dolore ma, soprattutto, nella tenerezza e nella gratitudine, ha donato a me e Stefano, mio marito, una grande libertà.
La libertà di riconoscere, ad esempio, che anche se la politica non salva, in Parlamento si può fare tanto per la vita, la famiglia, la libertà educativa, la tutela dei minori dalle mille insidie delle nuove tecnologie.
La libertà di desiderare per i nostri figli la nostalgia del Cielo, sì, ma di attenderlo in un mondo buono, giusto, vero. Una dimora, dove ballare di felicità.
Questo intensissimo anno passato ha certificato nel nostro cuore che non siamo indispensabili, ma che il tempo che ci viene dato da vivere è prezioso.
È un tempo straordinario e difficile, in cui “la politica” sembra priva di concretezza, mentre media e social ce ne mostrano spesso solo la faccia peggiore, quella del derby sfegatato e inconcludente.
È vero, ma in questi anni di attivismo, ho avuto l’opportunità – il regalo – di confrontarmi con uomini e donne che mi hanno mostrato che si può fare politica per il Bene Comune davvero come “la più alta forma di carità”: ci sono tante persone che si spendono con sacrificio per i nostri figli e per il futuro di questo Paese. Senza smettere di essere madri, padri, fratelli e sorelle.
Anche grazie al loro esempio ho deciso di “scavalcare la staccionata” e impegnarmi in politica, col desiderio di essere occhi, braccia, gambe, bocca (i capelli ancora no..) del mondo dell’associazionismo, orgogliosamente espressione della nostra grande e variegata famiglia.
Vorrei portare tutti voi, che ho potuto abbracciare, conoscere, con cui ho anche discusso in questi anni meravigliosi, pieni, anche difficili, in cui siamo stati al servizio del Bene comune, come abbiamo potuto, con le nostre fragilità.
Sono passati 9 anni dalla nascita de la Manif Pour Tous Italia, divenuta poi Generazione Famiglia e confluita oggi in Pro Vita & Famiglia Onlus . Se non uso parole di un “addio” grato e commosso nei confronti di Jacopo Coghe e Filippo Savarese, i miei angeli custodi, di Toni e di tutto il team di PVeF è solo perché non c’è nessun addio, dato che continueremo a combinarle insieme delle belle, anche se in ruoli diversi.
Sono passati 7 anni dall’imponente evento di San Giovanni nel 2015 e 6 anni e mezzo dal Circo Massimo del 2016, quando in mezzo a una folla immensa di persone che chiedevano a Renzi di non “rottamare” la famiglia, una di loro sventolava con audacia il famigerato cartello “Ruiu Sposami”. Stefano Buda l’ho sposato davvero, e da questo matrimonio è nato il miracolo delle vite di Michele Benedetto e Francesco Giovanni; e Sara, indimenticabile figlia che ci tiene gli occhi incollati al Cielo, per desiderarlo.
Questo passo è stato combattuto soprattutto perchè candidarsi significa, per rispetto alla nostra associazione, ai miei compagni di cordata e a voi tutti, autosospendermi.
Questa, l’autosospensione da tutti i ruoli associativi, è stata la libertà più difficile da riconoscere, da prendermi, ma è più che necessaria: è davvero troppo prezioso il lavoro di Pro Vita e Famiglia (così come del Family Day e della Manifestazione nazionale per la Vita), soprattutto la totale trasversalità, che chiede di poter interloquire con qualsiasi partito per promuovere e difendere i principi non negoziabili, per rischiare di metterlo in difficoltà.
Le nostre strade non si separano ma restano unite e dirette verso la stessa, identica meta: la promozione di una società che sia fondata sul bene comune e che lo difenda dagli assalti delle ideologie che negano le verità fondamentali sull’uomo.
San Giovanni Paolo II pronunciò nel 1982, quando io ancora mi coccolavo nella pancia di mia mamma, delle parole che mi hanno accompagnato in questa scelta : “La civiltà dell’amore! Per non agonizzare, per non spegnersi nell’egoismo sfrenato, nell’insensibilità cieca al dolore degli altri. Fratelli e sorelle, costruite senza stancarvi mai questa civiltà! È la consegna che oggi vi lascio. Lavorate per questo, pregate per questo, soffrite per questo!”.
Sono certa che tutti, ciascuno al proprio posto, continueremo a lavorare per restituire ai nostri figli e nipoti “la civiltà dell’amore”.
Non è un addio questa autosospensione, neanche un arrivederci: stiamo sempre dalla stessa parte, in piedi, per difendere e promuovere la Vita, la famiglia, la libertà educativa. Fianco a fianco.
Soldati, ciascuno al proprio posto, per difendere quello che abbiamo di più prezioso: i nostri figli e nipoti.
Se entrerò, entrerò certamente con la mia famiglia (io, Stefano, Michele, Francesco), ma vorrei entrare anche con ciascuno di voi, cioè noi: le nostre famiglie e soprattutto le vite più piccole, quelle scartate, colpite da ingiuste discriminazioni.
A me la tenerezza (spero) e la concretezza (sicuro) come motori di questo impegno, che vi prometto non si modificherà sostanzialmente, se non per il luogo che, spero, mi vedrà contaminare.
https://www.provitaefamiglia.it/blog/la-civilta-dellamore
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