Così parla il Signore, che ha dato il sole come luce del giorno e le leggi alla luna e alle stelle perché siano luci di notte, che solleva il mare in modo che ne mugghiano le onde; Colui che ha nome: il Signore degli eserciti. «Se quelle leggi verranno a mancare davanti a me» dice il Signore, «allora anche la discendenza di Israele cesserà di essere per sempre una nazione in mia presenza». – Geremia 31 :35-36
COSA SIGNIFICA?
Ci sono persone che, leggendo le Scritture, non trovano posto per Israele nelle promesse di Dio riguardanti i Suoi piani per l’umanità. Questo pensiero è noto come ‘Teologia della Sostituzione’ ed è, come suggerisce il nome, una dottrina di sostituzione, che stabilisce che Dio sia passato dall’usare il popolo ebraico all’usare la Chiesa, e che la nazione di Israele non abbia più alcun significato particolare.
LE ORIGINI
Lidea che Dio abbia chiuso con il popolo ebraico non è nuova. Ha guadagnato terreno nei primi due secoli di vita della Chiesa. Sotto l’influenza di Roma e della cultura greca, unitamente all’influsso di centinaia di gentili, la Chiesa si è ben presto distanziata dalla proprie radici e dal proprio retaggio ebraico ed ha acquisito un’identità a sé.
Per esempio, la parola greca ‘Christos’ o ‘Cristo’ venne usata al posto della parola ebraica ‘Mashiach’ o ‘Messia’. Alcuni dei primi padri della Chiesa giunsero perfino ad incoraggiare apertamente la Chiesa ad allontanarsi dalla proprie radici ebraiche, spargendo i primi semi dell’antisemitismo.
C’È QUALCOSA DI VERO?
Dobbiamo chiederci se vi siano, e quali siano, le basi di verità della Teologia della Sostituzione. Se non ce ne fosse nessuna, allora tutta questa grande fetta della Chiesa non sarebbe stata ingannata, poiché ciò che è palesemente sbagliato non genera confusione. Ma se un po’ di verità viene mischiata con un po’ di falsità, allora si può creare un potente strumento di inganno. È proprio a questo punto che si trova la Chiesa nella questione della Teologia della Sostituzione.
Quest’ultima a prima vista sembra corretta poiché, dopo tutto,
Dio non sta forse usando la Chiesa? Non è forse la Chiesa che si sta espandendo in un mondo bisognoso di salvezza, mentre la nazione ebraica, un tempo senza dubbio significativa, ora si trova in totale isolamento, preoccupata solo delle proprie antiche regole sui giorni di festa e sulle norme specifiche di alimentazione? Allora, perché diciamo
che la teologia della Sostituzione è sbagliata? Inoltre, anche se è sbagliata, che importanza ha?
PERCHÈ È SBAGLIATA?
Ebbene, prima di tutto vediamo ciò che l’ apostolo Paolo dice categoricamente nella Lettera ai Romani.
1 Dio non ha affatto rigettato il Suo popolo Israele. Questo fatto da solo ci suggerisce l’importanza della faccenda. Paolo prosegue spiegando alcuni dei piani di Dio per la nazione di Israele, incluso il fatto che il loro cuore è stato temporaneamente reso insensibile al messaggio del Vangelo.
2 Ciò accade perché tale messaggio venga ai gentili e sia portato al mondo intero. Inoltre, quando la nazione di Israele riconoscerà il suo tanto atteso Messia, questo porterà un risveglio nella Chiesa.
3 Allora ebrei e gentili diverranno un unico corpo di credenti nel SignoreGesù, poiché attraverso di Lui entrambi abbiamo accesso al Padre, con un unico Spirito.
4 Tutto ciò è meraviglioso, ma il significato dei piani di Dio per la nazione di Israele è assai più profondo. Dio scelse Abramo e da lui, tramite suo figlio Isacco e suo nipote Giacobbe, ha avuto origine la nazione di Israele. Essi erano destinati ad essere il popolo di Dio e il mezzo tramite il quale Egli avrebbe portato il Salvatore nel mondo. Egli
mise davanti a loro la scelta tra la benedizione dell’obbedienza e la maledizione della disobbedienza.
Quest’ultima, ci dice la storia, determinò la loro dispersione ai quattro angoli della terra. Ma era sempre valida la promessa che Dio aveva
nel cuore l’obiettivo di ristabilirli.
5 Questo obiettivo prese la forma di un patto eterno, dove il ristabilimento corrisponde sia ad un ritorno fisico nella terra che il Signore ha dato loro,
6 sia ad un ristabilimento spirituale come popolo di Dio.
7 Dio ha promesso entrambe le cose e il ritorno fisico nella terra d’Israele è un segno visibile del fatto che Lui non ha dimenticato tale promessa.
Questo è il punto che noi gentili della Chiesa abbiamo la vitale necessità di comprendere. al mondo intero, occupandosi di loro, che il Suo Nome è senza macchia, che Egli mantiene la Parola stabilita e che le persone possono avere piena fiducia in Lui. In Ezechiele
9, Dio ci dice che non è per il bene di Israele che Egli li sta riportando
a casa, ma per il bene del Suo Nome, o carattere, che è stato insultato. Se la Chiesa non capisce queste cose, non comprenderà il vero significato di uno degli eventi più miracolosi ed emozionanti della storia contemporanea: la rinascita dello Stato di Israele nel 1948. Essa ci mostra che Dio ha ancora un piano per la nazione ebraica. Dobbiamo
ricordare che è nella Terra Promessa dove essi si stanno radunando, e più precisamente a Gerusalemme, che il nostro Salvatore farà fisicamente ritorno.
Questo ci dimostra che le lancette dell’orologio profetico sono in movimento e non desta meraviglia che il nemico stia facendo tutto il
possibile per portare scompiglio in questi eventi!
La Chiesa ha anche il dovere di pregare per il popolo ebraico, mostrargliamicizia, incoraggiarlo a far ritorno in patria, sapendo che c’è lo stesso Nome di Dio in ballo e tenendo presente che, un giorno, il destino della Chiesa e della nazione ebraica si uniranno nel glorioso compimento dei piani di Dio!
SCRITTURE DI RIFERIMENTO
1. Romani 11: 1
2. Romani 11: 25
3. Romani 11: 15
4. Efesini 2: 11-18
5. Genesi 7- 7-8
6 Ezechiele 20: 41-42
7 Geremia 31: 33
8. Matteo 23: 37-39
9. Ezechiele 36· 22-28
Allegato a: Ebnezer – Operazione Esodo numero 4/2013
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