La Bibbia riporta la morte dei dodici apostoli? In che modo morirono? Chi sono oggi gli apostoli?

La parola Apostolo significa inviato. Gesù, chiamò a sé dodici fra i suoi discepoli e li costituì come suoi Apostoli, facendo di loro i testimoni scelti della sua risurrezione e le fondamenta della sua Chiesa. Diede loro il mandato di continuare la sua missione, dicendo: «Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi» (Gv 20,21), e promettendo di essere con loro sino alla fine del mondo.

La missione dei dodici avviene sullo sfondo drammatico della persecuzione e del martirio del profeta, predicatore e martire Giovanni Battista, questi fu, infatti, come riporta la Bibbia, prima arrestato e poi decapitato per desiderio di Erodiade e per ordine de re Erode, tra il mese di febbraio e quello di marzo dell’anno 29.

Il gruppo dei dodici apostoli era formato da uomini che Gesù aveva scelto personalmente, che lo accompagnavano nella sua missione di instaurare il Regno di Dio e che furono testimoni delle sue parole, delle sue opere e della sua resurrezione.

Per quanto riguarda la parola di Dio l’unica morte di un apostolo che riporti la Bibbia è quella di Giacomo (Atti 12:2). Re Erode Agrippa I nel ’44 fece uccidere Giacomo “di spada”, probabilmente un riferimento alla decapitazione. Le circostanze delle morti degli altri apostoli possono essere conosciute soltanto in base alle tradizioni e riferimenti storici, perciò non dovremmo dare troppo peso a nessun altro racconto.

La Bibbia non ci fa sapere che l’apostolo Pietro viaggiò fino a Roma; anche se la tradizione ecclesiastica comunemente più accettata riguardo la sua morte, lo racconta crocefisso nel ’66 d.C. a Roma, a testa in giù e su una croce a forma di x, adempiendo la profezia di Gesù (Giovanni 21:18).

Matteo patì il martirio in Etiopia, ucciso di spada. Giacomo il giusto, il fratello di Gesù (non ufficialmente un apostolo), la guida della chiesa di Gerusalemme, fu precipitato da una trentina di metri di altezza, dal pinnacolo sud-orientale del Tempio, per essersi rifiutato di rinnegare la sua fede in Cristo. Quando scoprirono che era sopravvissuto alla caduta, i suoi nemici lo picchiarono a morte con un bastone. Questo era lo stesso pinnacolo su cui Satana portò Gesù mentre lo tentava.

L’apostolo Bartolomeo, conosciuto anche come Natanaele, andò come missionario in Asia. Lasciò delle testimonianze in Turchia e fu martirizzato per aver predicato in Armenia, dove fu scuoiato a morte a furia di frustate.

Andrea fu crocefisso in Grecia su una croce a forma di x. Dopo essere stato frustato violentemente da sette soldati, legarono il suo corpo alla croce con delle corde per prolungarne l’agonia. I suoi seguaci riferirono che, mentre era condotto alla croce, Andrea la salutò con queste parole: “Ho desiderato e atteso a lungo quest’ora lieta. La croce è stata consacrata dal corpo di Cristo, da cui esso pendeva”. Egli continuò a predicare ai suoi tormentatori per due giorni, finché non morì.

L’apostolo Tommaso fu trafitto da una lancia in India durante uno dei suoi viaggi missionari per fondarvi una chiesa. Mattia, l’apostolo scelto per sostituire Giuda Iscariota, il traditore, fu lapidato a Gerusalemme e poi decapitato. L’apostolo Paolo fu torturato e poi decapitato dal malvagio imperatore Nerone a Roma, nel 67 d.C.

L’apostolo Giovanni affrontò il martirio venendo bollito in un grosso catino di olio bollente durante un’ondata di persecuzioni a Roma. Tuttavia, fu liberato miracolosamente dalla morte. Poi fu condannato all’esilio e alle miniere sull’isola di Patos, dove scrisse il suo libro profetico: l’Apocalisse. Poi fu liberato e tornò a Efeso in Turchia. Giovanni morì molto anziano, serenamente perché aveva adempiuto le parole dette da Gesù quando le affidò Maria al momento della crocifissione.

In Turchia, infatti, sui pendii boscosi del monte Solmisso, a pochi chilometri dall’antica Efeso, sorge una piccola dimora conosciuta come la casa di Maria (Meryem Ana). La piccola costruzione, preceduta da un vestibolo risalente al VII secolo, termina con un’abside più antica, ma le ricerche archeologiche condotte sull’edificio lo fanno però risalire, almeno nelle fondamenta, al I secolo d.C. Davanti al piccolo edificio sono state rinvenute tre tombe, attorno alla dimora si trovano numerose tombe all’interno delle quali sono state ritrovate monete e ceramiche in uso nel I e nel II secolo d. C. Solo sul finire del 1800 i lazzaristi di Smirne, sulla scorta di alcune visioni di Caterina Emmerich (1774-1824), una mistica tedesca, intrapresero delle ricerche, trovando conferme a quanto la donna tedesca aveva descritto in merito a momenti e luoghi della vita di Maria: la casa in rovina, la sua posizione sul pendio del monte, il mare di fronte. Sulla presenza di Maria a Efeso, le fonti scritte del cristianesimo primitivo non forniscono certezze. Poco distante da Meryem Ana si trova la chiesa costantiniana di San Giovanni.

Ci sono anche molte altre tradizioni narrate riguardanti gli altri apostoli, ma nessuna con un fondamento storico davvero affidabile, come quella di Luca impiccato ad un albero di ulivo da sacerdoti greci;  Marco trascinato a pezzi da cavalli in Alessandria (Egitto); Giuda Taddeo martire a Odessa nel 72 d.C.; Simone lo zelota crocefisso in Britannia nel 74 d.C.

Non è così importante sapere come morirono gli apostoli, ciò che importa è che essi furono disposti a morire per la loro fede. Se Gesù non fosse  risuscitato, i discepoli lo avrebbero saputo. Nessuno morirebbe per qualcosa che sa, essere una menzogna. Il fatto che tutti gli apostoli furono disposti a morire in modo orribile, rifiutandosi di rinunciare alla loro fede in Cristo, è una prova schiacciante che essi erano stati davvero testimoni della risurrezione di Gesù Cristo.

Il ruolo degli apostoli naturalmente non si è esaurito 2000 anni fa’; nel Nuovo Testamento, infatti, si parla di apostoli e del peso che devono rivestire all’interno del «corpo di Cristo». I brani che a questo si riferiscono, maggiormente, sono sicuramente 1°Cor. 12:28-30 e Ef. 4:11-15. In essi Paolo parla di doni dati per l’edificazione della chiesa e qui, come doni, non si legga carismi, ma persone; persone che, con i loro carismi devono farci giungere «all’unità della fede», «alla piena conoscenza del Figlio di Dio». Balza agli occhi di tutti che in questi brani gli apostoli hanno un ruolo di privilegio, superiore agli evangelisti, ai pastori e ai dottori, se confrontiamo anche i brani di Efesini 2:20 e 3:5.

Non troviamo evidenze scritturali che ci facciano pensare all’inutilità e alla cessazione oggi di tali ruoli all’interno della chiesa parlando di un periodo storico in cui la chiesa aveva bisogno di maggiore stimolo per il suo avanzamento, di cui oggi non si trova la necessità. E’ pur vero che il ruolo di Apostolo e la nomina dello stesso all’interno della chiesa oggi viene molto spesso messo sotto la lente d’ingrandimento per via di nomine e attestati ad hoc frutto di scuole bibliche o di corsi rilasciati dietro a lauti compensi… e questo naturalmente non è da Dio!

Vogliamo rimanere all’interno delle scritture e pensare che il ruolo di Apostolo, alla luce della persecuzione e del martirio che hanno patito per la fede in Cristo Gesù, sia importante ieri come oggi. L’apostolo era colui che fondava le chiese, nominava gli anziani, era uno stratega che sapeva prendere le decisioni particolari alla luce di una strategia generale e sapeva vedere i problemi dalla prospettiva delle loro possibili implicazioni per tutta l’opera di Dio, manteneva i contatti fra le chiese da lui fondate, faceva da collante fra le varie località e lavorava insieme con altri «operai» in un rapporto di squadra.

Quello che facevano gli apostoli nel periodo neo-testamentario lo possono e lo devono continuare a fare anche oggi perché per questo sono chiamati, non dagli uomini ma dall’unzione dello Spirito santo che vive in loro!

Pietro Proietto | Notiziecristiane.com

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