La Bibbia è il miglior manuale di medicina! …Per il nostro corpo e per la nostra anima!

imagesLa Parola del Signore ci parla di un Creatore, il quale non solo crea, ma guarisce malattie ed infermità. Il profeta Geremia sapeva bene questo. Per tale motivo senza il minimo dubbio e perplessità alcuna, invocando il Signore, diceva:  “Guariscimi, o Eterno, e sarò guarito, salvami e sarò salvato, perché tu sei la mia lode”(Geremia 17,14).Yahvé era ed è in grado di operare ogni guarigione, niente per Lui è impossibile. Non solo l’Onnipotente può togliere ogni infermità fisica, ma persino quella spirituale. Il salmista infatti poteva affermare:“Egli guarisce quelli che hanno il cuore rotto e fascia le loro ferite”.  Si, non vi è malattia o dolore morale che Iddio non è in grado di cancellare. Basta avere fede, disse il Signore Gesù. E’ per fede che si ha la salvezza, ed è sempre per fede che si viene guariti (Luca 8,43-48).

      Iddio è il guaritore infallibile, l’unico che non potrà mai deluderti, se il guarirti rientrerà nella sua sovrana volontà. Ovviamente pure se nel caso non guarisca, questo non vuol dire che dobbiamo provare delusione nei suoi riguardi. Se ciò non succede è perché la cosa non  rientra nella sua volontà e tutto ciò che Yahvé compie è sempre buono e soprattutto come dice l’apostolo Paolo: “Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano Dio” (Romani 8,28).

     Il popolo di Dio ha sempre saputo di aver creduto in un Dio in grado di curare le nostre lividure, quel male che colpisce non solo il nostro spirito, ma anche la nostra carne. Per questo il Signore desidera che noi poniamo la nostra fiducia soprattutto in Lui e in nessun altro. Perché dico questo? Lo studio, come possiamo vedere dal suo titolo, s’incentra sul comportamento che il cristiano deve avere nei riguardi della malattia. A chi deve ricorrere per essere guarito? Al Signore o alle medicine? Innanzitutto nell’Eterno.

     Come sappiamo, dal sacrificio del Signore Gesù compiuto sul legno della croce scaturirono grandi benedizioni. Grazie ad esso la Chiesa ha ricevuto salvezza, redenzione e guarigione. Lo stesso profeta Isaia ne spiega il motivo quando nel capitolo cinquantatreesimo del suo libro scrive che grazie alle lividure del Cristo, il popolo di Dio ha ricevuto guarigione (Isaia 53,4-5). Il Salvatore su quella croce si è caricato anche le nostre malattie, le infermità del suo popolo.

      Per questo motivo, l’apostolo Giacomo conoscendo ovviamente tale meravigliosa verità, dette ai fratelli ai quali spedì la sua lettera tale ispirato consiglio: “Qualcuno di voi è infermo? Chiami gli anziani della chiesa, ed essi preghino su di lui, ungendolo di olio nel nome del Signore, e la preghiera della fede salverà il malato e il Signore lo risanerà; e se ha commesso dei peccati, gli saranno perdonati” (Giacomo 5,14-15).

     Quale incoraggiamento che s’intravede in queste parole! Soprattutto si nota come Giacomo esorta i credenti infermi a ricorrere immediatamente a Dio. La prima preoccupazione del Figlio di Dio deve essere quella di invocare l’Onnipotente ponendo davanti a Lui il proprio male. Rivolgersi al Padre celeste con fede, essendo certo che se è volontà di Dio, sarà liberato dalla sua malattia. Il “fratello” del Signore sottolinea anche l’importanza di condividere il proprio male con gli anziani, cioè i responsabili della comunità di appartenenza in modo che, come strumenti di Dio, possano pregare sul malato affinché non solo possa ottenere la guarigione del corpo, ma anche quella dello spirito.

      Ciò è molto bello. Soprattutto perché è importante instaurare un rapporto di sincera amicizia e fratellanza con i responsabili della propria comunità. Legarsi fraternamente a loro. Il cristiano sa che sono oltretutto persone mature. Quindi è opportuno che ricorra a loro, per avere consiglio e chiedendogli di pregare sapendo che rappresentano l’Eterno, Colui al quale ha chiesto la guarigione.

     Bisogna avere fede. Nel nostro rapporto con il Signore, anche per quello che riguarda l’essere guariti da Lui, la fiducia è necessaria. Fede nel suo nome e nella sua potenza. Lo scrittore della lettera agli ebrei, sottolineò chiaramente come Iddio la considerava importante ai suoi occhi: “Ora senza fede è impossibile piacergli, perché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano”(Ebrei 11,6). Senza fede non è possibile piacere a Dio, non possiamo accostarci a Lui, invocare il suo nome benedetto. Il Creatore su questa cosa è lapidario.

     Guai a colui che dubita quando si rivolge a Dio. L’Onnipotente ha particolarmente in odio il “dubbio”. Secondo Giacomo, il Signore considerava chi dubitava, come un onda del mare spinta qua e là (Giacomo 1,6). Una persona instabile in tutte le sue vie. La Chiesa però non deve essere come costoro. Certo, ci rendiamo conto che anche come credenti, siamo fallaci. Sappiamo di avere una fede, la quale nel continuo ha bisogno del sostegno e dell’aiuto divino. Non dobbiamo però avvilirci per questo. Anzi, come disse lo stesso padre di un fanciullo malato che aveva chiesto al Signore di guarirlo: “Subito il padre del fanciullo, gridando con lacrime, disse: «Io credo Signore, sovvieni alla mia incredulità” (Marco 9,24).

    Parole veramente consolanti e incoraggianti quelle riportate nel vangelo di Marco. Un uomo con una grande fede possiede un grande potere. Una volta il Salvatore, ammonendo i suoi discepoli per aver dimostrato di avere poca fiducia in Lui disse loro queste sacrosante parole: “… se avete fede quanto un granel di senape, direte a questo monte: “Spostati da qui a là”, ed esso si sposterà; e niente vi sarà impossibile” (Matteo 17,20).

     Si, niente è impossibile per chi crede. Per fede, se ciò è nella volontà di Dio, può ottenere ogni cosa, guarigione compresa. Non importa quanto possa essere difficile o complessa. Il Signore è in grado di esaudire ogni tipo di richiesta a tale riguardo, perché egli è l’Onnipotente (Giovanni 17,1).

La medicina secondo l’ottica divina

     Fino ad ora abbiamo visto come la Parola di Dio ci parla di un Creatore che guarisce e non solo infermità spirituali, ma anche fisiche. Adesso cercheremo sempre con l’aiuto della Parola del Signore, come Lui vede la medicina. Ossia se è favorevole o contrario all’uso di terapie mediche da parte dei cristiani. Ovviamente anche in questo caso terremo conto del contesto generale delle Scritture, come è giusto che sia. Così facendo potremo realmente conoscere il vero pensiero divino a riguardo e l’interpretazione non sarà nostra, bensì del Signore.

     Incominceremo dal “vecchio testamento”. Nelle scritture ebraiche infatti vi è un brano molto interessante e che è indubbiamente utile per conoscere la posizione di Yahvé su tale soggetto. Leggiamolo insieme: “Nel trentanovesimo anno del suo regno Asa si ammalò ai piedi, e la sua malattia era molto grave; nella sua infermità però egli non cercò l’Eterno, ma ricorse ai medici. Così Asa si addormentò con i suoi padri e morì il quarantunesimo anno del suo regno” (2Cronache 16,12-13).

     Il re Asa nella parte finale dei suoi giorni, soffriva di un forte male ai piedi (1Re 15,23). Tuttavia non chiese aiuto a Dio. Non si rivolse a Lui chiedendogli di guarire la sua dolorosa infermità ma ad altri. Ai medici, alla medicina del tempo. Il re di Giuda, pur conoscendo Iddio e sapendo cosa il Creatore era capace di fare non si affidò alla sua potenza, dimostrando incredulità e incoerenza. Non era la prima volta che tale re si era comportato in questo modo stolto.

      Anche in un altro caso infatti, non confidò in Dio bensì negli uomini. Quando entrò in conflitto con Baasha re d’Israele. Quest’ultimo infatti cercava d’impedire di tornare nel regno di Giuda chiunque lo volesse fortificando la città di Rama, la quale si trovava a nord di Gerusalemme. Asa re di Giuda essendo ovviamente contrario a ciò, voleva impedire questa cosa. Solo che invece di appoggiarsi a Dio, chiese aiuto agli uomini e precisamente al re siriano Ben-Hadad. In cambio dei tesori del tempio e della casa reale di Giuda, Asa chiese al re di Siria di distogliere l’attenzione di Baasa rivolta a Rama, attaccando il nord del regno d’Israele. L’attacco di Ben-Hadad diede i risultati sperati. Baasha fu costretto a ritirare le sue truppe dalla città per difendere i confini settentrionali del suo regno e Asa approfittò dell’occasione rubando a Baasha tutto il materiale edile che quest’ultimo voleva utilizzare per fortificare Rama e con esso costruire poi le città di Gheba e Mitzpah (1Re 15,16-22).

     Iddio tramite Hanani riprese Asa perché non chiese aiuto a Dio per risolvere il suo problema, bensì al re siriano con queste parole: “In quel tempo il veggente Hanani si recò da Asa, re di Giuda, e gli disse: «Poiché ti sei appoggiato sul re di Siria e non ti sei appoggiato sull’Eterno, il tuo DIO, l’esercito del re di Siria ti è sfuggito dalle mani. Non erano forse gli Etiopi e i Libici un esercito smisurato con numerosissimi carri e cavalieri? Tuttavia poiché ti eri appoggiato sull’Eterno, egli li diede nelle tue mani. L’Eterno infatti con i suoi occhi scorre avanti e indietro per tutta la terra per mostrare la sua forza verso quelli che hanno il cuore integro verso di lui. In questo tu hai agito da stolto; perciò d’ora in avanti avrai delle guerre». Asa si indignò contro il veggente e lo fece gettare in carcere, perché si era adirato con lui per queste cose. In quel tempo Asa infierì anche contro alcuni del popolo” (2Cronache 16,7-10).

     Il re di Giuda si comportò come un insensato incoerente e il motivo è semplice. Tempo prima, quando gli etiopi attaccarono il regno di Giuda, lui si affidò a Dio per ottenere la vittoria e Yahvé lo esaudì (2Cronache 14,8-15). Perché allora quando Baasha incominciò a creargli dei problemi non ricorse al suo Creatore, chiedendo aiuto agli uomini? Come se non bastasse, proprio alla fine dei suoi giorni, ancora una volta commise il medesimo errore. Quello di ricorrere ai medici anziché a Dio (2Cronache 16,12). Quale insensatezza. Il Creatore e solo Lui dobbiamo avere al centro dei nostri pensieri e nessun altra cosa!

    “… fa’ uso di un po’ di vino a causa del tuo stomaco …” Queste parole ispirate sono state tratte dall’epistola spedita dall’apostolo Paolo a Timoteo e precisamente nel capitolo quinto. Il verso preso nella sua interezza così afferma: “Non bere più soltanto acqua, ma fa uso di un po’ di vino a causa del tuo stomaco e per le tue frequenti infermità” (1Timoteo 5,23). E’ innegabile che Paolo consiglia al suo discepolo Timoteo di seguire una vera e propria terapia medica dell’epoca. Timoteo soffriva probabilmente di dolori di stomaco, allora “l’apostolo dei gentili” gli consiglia, per alleviare e casomai far cessare i suoi dolori e quelle sue infermità, di bere del vino in modo da trovare perlomeno sollievo a riguardo.

    Certo, la cosa a prima vista fa riflettere e ci porta a porci delle domande. Sapendo quello che abbiamo visto, sia sulla capacità di Dio di guarire e sia sul fatto che Yahvé stesso si adirò con Asa proprio perché ricorse ai medici invece di invocare Lui, come spiegare il comportamento di Paolo? E’ fuori di dubbio che agì in armonia con la Parola di Dio. Allora come “risolvere” tale apparente contraddizione? Dio è contrario o no alla medicina?

    La soluzione è più semplice di quanto si pensi. Si tratta di una questione di priorità. Mettere sempre Dio al primo posto, in qualunque situazione e/o circostanza. Indubbiamente non sempre Iddio esaudisce le richieste dei suoi servi quando essi per l’appunto gli chiedono di essere guariti. Un esempio, sempre nelle Sacre scritture lo possiamo trovare proprio nel comportamento seguito dal Signore quando Paolo gli chiese di essere guarito dalla sua infermità: “Inoltre, affinché non m’insuperbisca per l’eccellenza delle rivelazioni, mi è stata data una spina nella carne, un angelo di Satana per schiaffeggiarmi, affinché non m’insuperbisca. A questo riguardo ho pregato tre volte il Signore che lo allontanasse da me. Ma egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza è portata a compimento nella debolezza». Perciò molto volentieri mi glorierò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me” (2Corinzi 12,7-9).

    Cosa fare allora quando accade una cosa del genere? Tenendo conto di quello che la Parola del Signore ci insegna nel suo insieme, quando il Signore nella sua sovranità decide di non guarire un suo servo e non dimentichiamo che qualsiasi cosa egli faccia è sempre per il bene di coloro che lo amano, non vi è nulla di male ricorrere alla medicina con il fine di alleviare e nel caso guarire con il tempo le proprie infermità.

     Iddio quindi non è contrario alla medicina, ma a coloro che non ten gono conto di Lui quando si accingono a compiere un azione senza chiedere il suo sostegno, mettendolo in secondo piano o peggio ancora non considerarlo minimamente. Ecco il perché l’Eterno si adirò con Asa. Anche per quanto riguarda la guarigione, il credente infermo ha il dovere di chiedere prima di tutto al Signore la grazia di guarirlo. Il primo pensiero, anche in casi del genere, il figliuolo di Dio deve averlo innanzitutto per Lui. Se poi comprende che il Creatore non ha intenzione di guarirlo, allora non vi è nulla di male ricorrere alla medicina.

     Certo, qualcuno potrebbe dire: “Se il Padre celeste decreta di non guarire un cristiano, non è andare contro la Parola di Dio cercare poi di liberarsi del proprio male ricorrendo ad altre soluzioni?”. No, e il motivo è semplice. Vi è una grande differenza tra la guarigione divina e quella che avviene mediante la medicina. La prima accade in modo istantaneo. Anche se può capitare che il servo di Dio debba aspettare un poco di tempo prima di essere guarito, quando Iddio opera nel malato, costui viene liberato immediatamente da qualsiasi tipo d’infermità (Matteo 4,24; 5,25-29; 15,30-31).

     Molto diverso è il caso della guarigione medica. Essa per esempio non sempre opera una liberazione vera e propria, ma spesse volte serve da “paliativo”. Ossia lenisce le sofferenze dell’ammalato, rendendo più sopportabile la sua malattia. Non solo, ma anche quando guarisce, ciò non avviene istantaneamente, bensì deve comunque passare del tempo.

     Non dobbiamo dimenticarci che quando il Signore decide di non guarire un suo servo e perché desidera che quest’ultimo affronti in un modo o nell’altro una prova ed essa rimane anche se quest’ultimo ricorre alla terapia medica per guarire. Infatti le sofferenze comunque continueranno ad affliggerlo per un determinato periodo di tempo e in diversi casi addirittura fino alla fine dei suoi giorni, sia pure addolcite dalla cura medica.

CONCLUSIONE

     Dalla Parola del Signore sappiamo come Iddio sia sovrano. Egli ha ogni cosa sotto controllo e tutto quello che accade su questa terra e non solo, succede perché è in armonia con la sua volontà. Se Dio non desidera che le cose accadono, esse semplicemente non si verificano perché nessuno è in grado di resistere al suo sovrano volere (Romani 9,19). Una volta il profeta Isaia disse: “Ricordate le cose passate di molto tempo fa, perché io sono Dio e non c’è alcun altro; sono DIO e nessuno è simile a me, che annuncio la fine fin dal principio, e molto tempo prima le cose non ancora avvenute, che dico: “Il mio piano sussisterà e farò tutto ciò che mi piace” (Isaia 46,9-10).

     Arthur Pink nel suo libro “La sovranità di Dio”, nel primo capitolo intitolato “Definizione della Sovranità di Dio”, scrisse:

“La sovranità di Dio: che cosa intendiamo con quest’espressione? Intendiamo la supremazia di Dio, la regalità di Dio, la deità di Dio. Dire che Dio è sovrano significa dichiarare che Dio è Dio. Dire che Dio è sovrano significa dichiarare che Egli è l’Altissimo, che “egli agisce come vuole con l’esercito del cielo e con gli abitanti della terra; e non c’è nessuno che possa fermare la sua mano o dirgli: «Che fai?»” (Daniele 4:35). Dire che Dio è sovrano significa dichiarare che Egli è l’Onnipotente, il detentore unico d’ogni potere in cielo e sulla terra, che nessuno potrebbe mai combatterlo e vincerlo, frustrare i Suoi propositi, o resistere alla Sua volontà (“Il nostro Dio è nei cieli; egli fa tutto ciò che gli piace” Salmo 115:3). Dire che Dio è sovrano significa dichiarare che Egli “domina sulle nazioni” (Salmo 22:28), che è Lui a far sorgere e a abbattere imperi, Lui a determinare il corso di intere dinastie, come Gli pare meglio. Dire che Dio è sovrano significa dichiarare che Egli è il “beato e unico sovrano, il Re dei re e Signore dei signori” (1 Timoteo 6:15). Questo è il Dio della Bibbia”.

Ebbene, tenendo conto di tali verità è ovvio che se la medicina esiste è perché Iddio stesso ha decretato ciò, altrimenti non sarebbe mai esistita e tutto quello che Dio compie o permette e, non dimentichiamo, Lui permette solo ciò che vuole,  ha sempre uno scopo e viene fatto soprattutto per coloro che lo amano (Romani 8,28).

Fonte


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