Cari amici la Pace del nostro Signore Gesù sia con tutti voi, prendo spunto da un evento che in questo periodo occupa le prime pagine delle testate giornalistiche e dei media internazionali, ovvero, il propagarsi del Covid-19, meglio conosciuto come coronavirus, per esternare una riflessione in merito a ciò che sta perpetrando nel “mondo evangelico“ tale situazione di emergenza. Da qualche giorno denoto il proliferare di commenti in merito alla decisione di molte comunità di sospendere le attività di culto, e altresì ascolto molti commenti di coloro che considerano questa emergenza come una piega Apocalittica, ma come stanno veramente le cose?
Ebbene se ci attenessimo scrupolosamente al testo Biblico, scopriremmo subito che Esso ci avverte in modo diretto sul manifestarsi di pestilenze guerre e altri accadimenti che preannunciano il ritorno di Cristo; troviamo tali riferimenti negli Evangeli di San Matteo al capitolo 24 verso 17 e di San Marco al capitolo 13 verso 8. Ma tali eventi, tra i quali rientrano le pestilenze, vengono definiti come “principio dei dolori” ovvero come antitesi a ciò che deve avvenire, quindi dovremmo riflettere e dedurre che tutto ciò non ha nulla a che fare con le “piaghe” descritte nel libro dell’apocalisse. Ma se riflettessimo comprenderemmo subito che se l’inizio dei dolori è questo, allora, cosa ci attende dopo? Sappiamo bene che con Cristo siamo più che vincitori … e ogni austerità, problema o difficoltà non viene vinta con la forza umana e con l’intelletto umano ma con la preghiera e la pienezza dello Spirito Santo.
Riguardo alla chiusura delle comunità adottata da alcune chiese e contestata da molti perché ritenuta sinonimo di debolezza e sottomissione all’opera diabolica dell’anticristo, bisognerebbe, ragionare e dedurre che: nessuno sta vietando, ancora, la professione di fede, nessuno sta vietando di predicare Cristo risorto, nessuno sta vietando il riunirsi per offrire culto a Dio ma a motivo del propagarsi di un virus che può risultare letale per taluni (soprattutto anziani o persone con patologie gravi), sono state deliberate delle linee guida alle quali in sottomissione alle autorità costituite, come ci insegna la Bibbia nella Lettera ai Romani capitolo 13 versi 1-9, a cui bisogna ottemperare.
Ora è bene non dimenticare che la Bibbia è il libro in assoluto dell’avvedutezza e nel libro dei Proverbi ci viene in ausilio al capitolo 1 verso 4 oppure al capitolo 8 verso 5. Anche Gesù ci esorta ed essere avveduti, nell’evangelo di san Matteo al cap. 10 verso16.
Se leggiamo attentamente la Bibbia troviamo episodi importanti che ci portano a riflettere.
Nel libro dell’Esodo all’adempiersi della decima piaga il popolo di Dio non era per strada o riunito in luoghi dove offrire culto a Dio, ma adempiendo a un preciso ordine di Dio risiedeva in casa col proprio nucleo familiare attendendo l’ordine di partenza per raggiungere la terra promessa. Al manifestarsi di una piaga, infatti, la vita comunitaria veniva non interrotta ma prevedeva un’intensificazione delle “pratiche religiose” in quello che era il proprio nucleo familiare, la prima chiesa era la famiglia.
Noè al termine del diluvio non scese dall’arca sapendo che Dio era con lui, ma inviò una colomba per comprendere se era giunto il momento idoneo per toccare terra.
In Canaan furono inviate spie; il popolo sapendo che era la terra promessa fu molto avveduto poteva dire “mi appartiene” ma eseguì quanto Dio aveva loro impartito.
E cosi a Gerico e in tanti altri casi… Gesù stesso essendo tentato dal diavolo a gettarsi dalla guglia del tempio, pur sapendo che nulla gli sarebbe accaduto se lo avesse fatto, rispose “sta scritto non tentare Iddio tuo” (Matt.4:7 e Luca 4:12).
Pertanto, se abbiamo la possibilità di non tentare Dio con la nostra spavalderia perché non farlo? Perché non approfittare di un tempo come questo per meditare la Parola di Dio? Tante volte il nostro parlare manifesta la nostra ignoranza biblica e non la nostra fede, che in me sicuramente è poca ecco perché’ chiedo a Dio di accrescere la mia fede e la sapienza. Termino questa mia esternazione sapendo che tutto coopera al bene di quanti credono in Cristo.
Paolo Marasà
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook