C’è chi come quelli del Consiglio d’Europa in pratica l’ha definita “libertà d’espressione”, come si trattasse di libertà di parola e di stampa, una delle garanzie che ogni stato democratico deve ai propri cittadini, e quindi non solo a giornali, televisioni, radio; e oggi anche a provider e internet. L’articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo specifica che ogni persona ha il diritto “alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione” e, per l’articolo 21 della nostra Costituzione, è un diritto di tutti “manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Ma questa libertà include anche il poter bestemmiare?
Provate ad avvicinarvi all’ingresso di qualsiasi scuola, a navigare su un qualsiasi social network o ad avvicinarti ai tuoi amici del muretto e costaterete che oltre alla bestemmia nuda e cruda, il Soggetto che più spesso è associato alla bestemmia è Dio – e lo scrivo con il dovuto rispetto – è facilmente usato come un intercalare, come fosse un “mamma mia” o sullo stesso piano “Santa pace!” o un “mio Dio”, che sentiamo con preoccupante regolarità. È vero, è un’abitudine diffusa quella di inserire nei nostri discorsi termini che non hanno un senso con quanto stiamo dicendo, che hanno perso il significato originario, che pronunciamo quasi senza rendercene conto; un intercalare che tra i giovani può significare l’appartenenza al gruppo, a una comunità, ben diverso dall’intercalare per prendere tempo, come accade soprattutto a chi parla in pubblico, mah!…
Ma torniamo alle bestemmie in rete. Vogliamo tirare in ballo il disagio giovanile, i problemi familiari, i deficit della scuola e dei professori, oppure per gli adulti lo stress per il lavoro e la crisi economica? Facile addossare la colpa a una di queste categorie: il problema comunque rimane. Per chi ha fede, ma, ho il sospetto, anche per chi non l’ha. In Italia la blasfemia è considerata un illecito amministrativo, dal 1999 “chiunque pubblicamente bestemmia con invettive o parole oltraggiose contro la Dio, è punito con la sanzione amministrativa da euro 51 a euro 309” ma nessuno se ne ricorda! Mentre, nei paesi musulmani, dove c’è la sharia, ossia la legge coranica, chi bestemmia è punibile con la pena di morte (in Afghanistan per impiccagione).
Su facebook c’è addirittura una pagina che porta il titolo: “Ti chiedo la gentilezza di bestemmiare”, dove più 12mila bestemmiatori hanno cliccato “mi piace”. Tra i commenti allucinanti troviamo: “Questa è una lotta di civiltà”, “Chi bestemmia crede nel progresso, non in un amico immaginario”. Altro commento: “Voi che bestemmia tirereste se il vostro corso di laurea fosse disorganizzato in modo estremo?” E la domanda, coerentemente, non poteva finire che con un bestemmione. Nella pagina, poco rispetto anche per Gesù e la madre di Gesù in terra.
Ma i responsabili di Facebook che hanno fatto? Nulla! Anche per questo social network in Italia vale la sanzione amministrativa, ma niente più, per legge nessun oscuramento del profilo colpevole di blasfemia, nessuna chiusura della pagina. Sono lì, a testimoniare la libertà d’opinione figlia di uno Stato super-democratico e politically correct e ad aspettare nuove adesioni.
Ma una cosa la vogliamo dire al bestemmiatore di turno; stai attento a come parli dello “Spirito Santo”. Esortiamo dunque a non commettere questo peccato; Il peccato imperdonabile; la bestemmia contro lo Spirito Santo:
Perciò io vi dico: ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parli contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro. Matteo 12:31-32
A quelli che ancora bestemmiamo non dobbiamo esitare di dire: “Fate attenzione a dove mettete i piedi! C’è un pericolo: una buca che la nostra ignoranza ha coperto di sabbia; attenzione! Potreste caderci prima della prossima ora. Se c’è qualche conflitto nel vostro cuore, forse andrete in birreria e ve lo dimenticherete. Forse c’è una voce che sta parlando alla vostra anima, ma voi la scaccerete. Non vi sto dicendo che state resistendo allo Spirito Santo, commettendo il peccato imperdonabile; ma qualcosa del genere. State molto attenti. Oh! Non c’è crimine sulla terra così nero come il crimine contro lo Spirito Santo”.
Potranno bestemmiare Cristo Gesù, e saranno dannati per questo, salvo che non si pentono; mentre per chi non si pente l’inferno sarà il suo destino, salvo che non siate perdonati; ma bestemmiate lo Spirito Santo, e questo dice il Signore: “Non c’è perdono, né in questo mondo né in quello a venire.” Non posso spiegarvi in cosa consista la bestemmia, e non mi vanto di capirla; ma è una realtà. È il segnale di pericolo, fermati! Uomo o donna fermati! Se hai disprezzato lo Spirito Santo, se hai schernito le Sue rivelazioni, e disdegnato ciò che i Cristiani definiscono il Suo influsso, io ti prego di fermarti!
Se notiamo che questa brutta pratica investe un nostro conoscente, amico/a, fratello o sorella, allora, cerchiamo di avvicinarci a lui o a lei e portiamo con amore la nostra testimonianza di vita trasformata da Gesù e aiutiamolo a riflettere seriamente. Forse qualcuno dei nostri amici o parenti ha commesso davvero il peccato imperdonabile; ma sta a te dirgli: fermati! Lascia che la paura ti fermi; siediti. Non andare avanti sconsideratamente come ha fatto Jehu! Oh! Allenta le redini! Tu che sei un peccatore dissoluto, tu che hai pronunciato parole gravi contro Dio, fermati! Ah, che Egli possa fermarci tutti. Che ci possa richiamare all’ordine, e spingerci a dire: “Ho forse fatto questo?” Pensiamoci e non scherziamo mai con le parole e gli atti di Dio Spirito Santo.
Isacco Provenzano – notiziecristiane.com
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