KENYA – Sovraffollamento e mancanza di assistenza aggravano la situazione dei minori nei campi profughi

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Dadaab-Campo-profughi-somalo-in-KenyaKakuma – Maggiore spazio fisico e immediato, ulteriore sostegno per i bambini sono tra le priorità emergenti nel campo profughi di Kakuma, Kenya nord occidentale, dove continuano ad arrivare ondate di profughi, per la maggior parte minori, in fuga dai conflitti in Sud Sudan. Dallo scoppio delle ostilità, a metà dicembre, 36.450 persone hanno attraversato le frontiere dei due Paesi. In tutto 328 mila hanno lasciato il Sud Sudan verso i Paesi limitrofi. In Kenya 1.750 bambini sono arrivati da soli. Oltre 5 mila accompagnati da adulti. Attualmente 2 mila bambini nuovi arrivati nel campo di Kakuma hanno bisogno di supporto psicosociale, assistenza di ogni genere e di rintracciare i familiari. Nel complesso, secondo un aggiornamento dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, il 71% ha meno di 18 anni; quasi un quarto sono sotto i 5 anni. 
Il campo ospita oltre 16 mila residenti in più rispetto alla sua capacità, e a dicembre 2013 è stato aperto il Kakuma 4 per altri 20 mila rifugiati. A tutte queste difficoltà si aggiunge il fatto che ogni giorno arrivano circa 150 persone, e fornire acqua sufficiente in un’area così sovraffollata è davvero difficile per le agenzie umanitarie. Questo comporta il grave rischio di diffusione di malattie come malaria e colera. 
Prima della attuale crisi in Sud Sudan, i nuovi arrivati a Kakuma generalmente rimanevano nelle tende per poco meno di un mese in attesa che venissero realizzate strutture permanenti. Ora invece, soprattutto quelli arrivati a dicembre vivono ancora nella tende. Il sovraffollamento delle diverse etnie a Kakuma ha portato anche crescenti timori per la sicurezza. I rifugiati Dinka e Nuer sono alloggiati negli stessi luoghi, nel tentativo di promuovere l’integrazione tra le due comunità, ma per molti dei nuovi arrivati la convivenza e il sovraffollamento sono motivo di preoccupazione, in particolare per i Nuer, che sono una minoranza nel campo.

Tratto da: http://www.fides.org/


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