La Chiesa in Kenya chiede preghiera. Altro attacco vicino a Mandera, 14 persone uccise. Inevitabile l’impatto di questa strategia del terrore nell’indifesa comunità cristiana della zona, marginalizzata e costretta a vivere come straniera nella propria terra.
Poche ore fa miliziani di Al-Shabaab hanno attaccato un compound di lavoratori delle miniere nel villaggio di Soko Mbuzi, appena fuori la città di Mandera, nel nord-est del Kenya vicino al confine con la Somalia, uccidendo almeno 14 persone e ferendone gravemente 12 (non si ancora quanti cristiani). Questa notizia inizia a circolare nei media, ma ciò che ancora si dice poco è l’impatto di questa strategia del terrore nell’indifesa comunità cristiana della zona, marginalizzata e costretta a vivere come straniera nella propria terra. Ci giungono dettagli dai nostri collaboratori nella zona.
I minatori avevano alloggio in un compound composto da dormitori e aree comuni. Un nostro collaboratore ha portato conforto ai feriti, e di un sopravvissuto che presenta entrambe le mani gravemente ferite a causa di esplosioni ci dice: “Non riusciva a parlare molto, ma mi ha comunque sussurrato che i terroristi hanno fatto irruzione dal cancello e hanno iniziato a sparare”. Il Daily Nation riporta che: “Gli aggressori hanno lanciato granate sulle porte, ma molte persone stavano dormendo in tende fuori dalle casette per via del forte caldo. Così hanno lanciato molotov contro le tende per poi iniziare a sparare sulle persone”. I motivi dell’attacco non sono ancora chiari mentre vi scriviamo, ma tutti i lavoratori provengono da altre parti del Kenya e sono considerati dunque “non locali” e in gran parte cristiani. L’atmosfera a Mandera è tesissima: “Non ci sentiamo al sicuro”, ci rivela da tempo una nostra fonte. Di fatto questo attacco riporta alla mente quello avvenuto mesi fa (dicembre 2014) in un’altra zona sempre attorno a Mandera (Koromey) contro lavoratori, in cui persero la vita 36 persone per mano di Al-Shabaab. A noi, in Italia, torna forse più facilmente alla mente la strage di Garissa (luogo lontano da Mandera), dove gli stessi estremisti islamici di questo movimento in aprile di quest’anno uccisero 149 studenti separando musulmani da cristiani e giustiziando quest’ultimi. La polizia keniota da mesi ha posto l’allerta su chiese, scuole e istituti cristiani come potenziali bersagli del radicalismo islamico.
Il Kenya è salito al 19° posto della WWList 2015 di Porte Aperte. Al-Shabaab mira a destabilizzare il paese, ma al contempo a cancellare ogni traccia di cristianità dalla zona. La comunità cristiana in molte aree non è al sicuro e sempre di più si verificano episodi di discriminazione e violenza anche al di fuori della sfera di azione di Al-Shabaab, segno che l’intolleranza nei confronti dei cristiani si diffonde nelle zone dove i cristiani sono in minoranza (come Mandera). Vi chiediamo preghiera per i cristiani in Kenya.
Porte Aperte Italia
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