Sajan K. George, presidente del Global Council of Indian Christians, condanna gli attacchi dei nazionalisti indù durante la cerimonia. Ex deputato del Bjp: La conversione di Dalit e tribali al cristianesimo sarà combattuta con le unghie e con i denti. Per George, i dati ufficiali mettono in luce le falsità sulle attività di conversione.
Haliyal Taluk (AsiaNews) – La comunità cristiana ha condannato gli attacchi verbali di esponenti nazionalisti durante la riconversione all’induismo di 23 cristiani. La “riconversione” è avvenuta il 29 novembre, e ha riguardato i membri di cinque famiglie cristiane di Haliyal Taluk (Karnataka). Alla cerimonia ha partecipato anche Anant Kumar Hegde, deputato del Bharatiya Janata Party (Bjp), al potere nel Paese.
“La protesta contro i missionari è solo propaganda usata per mobilitare la gente a favore della causa Hindutva”. E’ quanto dichiara ad AsiaNews Sajan K. George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), in riferimento alle parole pronunciate dai nazionalisti indù all’evento.
Durante la funzione (il “Ghar Wapsi” o “ritorno”), l’ex parlamentare del Bjp Suneel Hegde ha consegnato la bandiera zafferano – simbolo ufficiale dell’induismo – ai “riconvertiti” come segno di accettazione e identificazione. Davanti ai presenti, egli ha detto che “la conversione di Dalit e tribali al cristianesimo sarà combattuta con le unghie e con i denti” e che altre persone saranno riportate nella famiglia indù. “Chiedo a coloro che stanno convertendo gli indù di desistere, altrimenti ne affronteranno le conseguenze”, ha aggiunto l’esponente nazionalista.
George e il Gcic criticano con forza “questa manipolazione politica” della religione, che genera “disarmonia comunitaria” e può persino creare problemi di ordine pubblico. La Gcic, dice George, si preoccupa soprattutto della sicurezza e dell’incolumità della minuscola comunità cristiana nei luoghi dove la classe dirigente sostiene i riconvertiti. Egli fa notare che tale sostegno favorisce l’emarginazione dei cristiani.
Dalle elezioni del 2014, l’influenza del nazionalismo indù si fa sentire in ogni ambito della vita sociale e politica del Paese. Secondo George è importante sottolineare che i cristiani costituiscono solo l’1,87% della popolazione nel Karnataka: “I dati ufficiali mettono in luce la falsa propaganda [dei nazionalisti indù] riguardo alle attività di conversione, anche forzata”.