Il racconto choc di una mamma siriana scampata all’occupazione jihadista. La triste sorte del figlio: “Hanno ucciso George perché non volle scegliersi un nome islamico”
di Giovanni Vasso
“Hanno ucciso i bambini cristiani gettandoli nelle impastatrici del pane”, l’orrore dell’Isis sembra non conoscere nessun limite. L’ultima denuncia arriva da una madre siriana che è riuscita a fuggire all’incubo delle bandiere nere e che adesso parla e ricorda le settimane di terrore, di morte che gridano vendetta.
Il racconto di Alice Assaf, madre siriana e cristiana che ha visto il figlio morire sotto i colpi dei fanatici del Califfato, è agghiacciante. L’intervista, ripresa dal Christian Post e poi rilanciata da numerosi media americani e inglesi tra cui il Sun, svela una volta ancora l’assoluta mancanza di pietà umana da parte dei sedicenti soldati del califfo.
La donna, che è riuscita a scappare, ha raccontato all’organizzazione umanitaria americana Road of Success Sun cosa abbia subito, lei e tutta la sua comunità, dal momento che i jihadisti hanno preso il controllo della sua città.
“Abbiamo saputo che i miliziani avevano fatto irruzione in un panificio industriale e avevano sequestrato sei uomini. Non durarono molto – ha raccontato la Assaf -, perché li gettarono vivi nel forno. Poi si misero a cercare bambini in città. Presero di mira le famiglie cristiane. Riuscirono a rastrellarne 250. Alcuni furono ammazzati direttamente davanti agli occhi dei genitori, decapitati. La maggior parte fu gettata, e molti di essi erano ancora vivi, in una grande impastatrice dello stabilimento che avevano sequestrato”.
La fine del figlio della Assaf, nel racconto della madre, è una testimonianza eroica. “L’ho pregato e scongiurato di fare quello che gli chiedevano, non ha voluto prestarmi ascolto”. Per i jihadisti, quel ragazzo che si chiamava George avrebbe dovuto cambiare subito nome, scegliendone uno più consono alla loro concezione sballata della tradizione islamica. “Lui non volle cambiare, le ultime parole che ho sentito da lui sono state ‘Mamma, non voglio nascondermi, io sono George”. Non lo ha più visto.
Fonte: Il Giornale
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