Mosul – Esponenti iracheni di organismi impegnati nella difesa dei diritti umani smentiscono le voci su un’orrenda strage di 19 donne curde che sarebbero state bruciate vive a Mosul da jihadisti del cosiddetto Stato Islamico (Daesh). La voce, attribuita ad una agenzia di informazione curda, nei giorni scorsi era stata rilanciata con grande risalto da alcuni media occidentali. Ora Tadamen Abdel Muhsen, sull’Agenzia irachena ankawa.com, citando proprie fonti operanti a Mosul e anche dichiarazioni di Bushra al Obeidi – esponente della Commissione indipendente per i diritti umani in Iraq – smentisce tali voci, e ribadisce che ad esse non c’è nessun riscontro oggettivo.
Secondo le informazioni riportate dai media internazionali – e ora smentite da fonti irachene – i jihadisti del Daesh avrebbero bruciato vive 19 donne (che in alcuni articoli venivano definite yazide, e in altri venivano definite curde) per aver tentato di non sottostare alla loro condizione di schiave sessuali dei miliziani dello Stato Islamico.
(GV) (Agenzia Fides 11/6/2016).
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