L’attenzione dei media è concentrata sulle zone di conflitto in Iraq, ma la guerra continua anche a Baghdad. L’estate scorsa, 76 persone sono state uccise in un unico attentato. Diversi cristiani sono stati rapiti negli ultimi mesi e alcuni sono stati uccisi.
Come fa una chiesa a sopravvivere in Iraq? E cosa può imparare la Chiesa di tutto il mondo da questa situazione? Per rispondere a queste domande abbiamo intervistato il pastore Farouk di Baghdad.
Come stanno i cristiani nella vostra chiesa a Baghdad?
Nonostante tutta la violenza subita, cerchiamo di vivere il più possibile la nostra vita in modo normale. Andiamo a lavorare, prendiamo i bambini da scuola e ci visitiamo l’un l’altro. Ogni sera abbiamo attività presso la chiesa e la maggior parte dei credenti sono attivi. La guerra, purtroppo, è diventata normale a Baghdad. Subiamo attentati, seppelliamo i morti e proseguiamo. Ne siamo afflitti, ma tutti questi anni di guerra hanno indurito la nostra pelle.
Come fate ad andare avanti in questo modo?
Non è facile. In guerra si potrebbe dire che anche i bambini nascono con l’ansia. Fortunatamente, negli ultimi 5 anni, nessuno nella nostra chiesa è morto a causa della guerra, ma ognuno ha la propria storia. Molti hanno sperimentato perdite: di familiari o di beni. Viviamo continuamente discriminazione, rifiuto, risentimento e amarezza oltre alla mancanza di pace. Cerchiamo di curare le ferite interiori della nostra gente. Facciamo molta consulenza e formiamo dei giovani collaboratori. Non posso dire che questo sia abbastanza, ma facciamo quello che possiamo e preghiamo per ciò che non possiamo fare.
Come influisce la minaccia dell’ISIS sulle persone a Baghdad?
E’ stato un campanello d’allarme. Come cristiani, abbiamo bisogno di restare fermi nella nostra identità. Milioni di persone hanno perso tutto, ma alcuni hanno trovato Cristo. Alla nostra chiesa, l’afflusso di sfollati interni ha dato l’opportunità di praticare il cristianesimo vero, per aiutare tutti coloro che hanno bisogno; non importa se sono cristiani come noi o meno. Dio ci ha chiesto di essere amorevoli con tutti.
Quale è il ruolo di Dio nella vostra vita?
Dio è tutto per noi. Ci guida e manda le persone giuste sul nostro cammino. Ci dona pace e gioia, nonostante la situazione. Sperimentiamo la Sua guarigione interiore e la Sua libertà. Davvero, non siamo nulla senza di Lui; la speranza è solo in Lui.
Porte Aperte Italia
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