Nei sei mesi in cui è stato in prigione in Iran, Morad * ha visto 20 persone giustiziate… “L’hanno annunciato attraverso gli altoparlanti della prigione”, dice l’ex insegnante di chiesa.
“Alcuni di loro erano stati nella mia cella; è stato straziante vedere la paura della morte nei loro occhi. La prigione era un posto davvero terribile.”
Evin, Gohardasht, Qazvin, Kahrizak, Shiraz: sono solo alcuni nomi di città iraniane dove hanno sede le più grandi prigioni del paese. Le prime due, tristemente note per le decine di uccisioni sommarie giornaliere, si trovano poco lontane da Teheran; le altre rispettivamente nell’Iran Nord Occidentale, Iran centro-settentrionale, e centrale. Il penitenziario di Kahrizak, notoriamente uno dei più duri e con un grande reparto riservato alle detenute di sesso femminile, dopo esser stato chiuso in seguito ad una decisione delle Nazioni Unite, sollecitata dagli appelli di decine di associazioni umanitarie, ha ripreso a funzionare a pieno regime, come se le sanzioni del passato non si fossero mai verificate.
È all’interno di queste buie e immense strutture che si materializza gran parte del programma del terrore, messo in atto quotidianamente da 40 anni, dal regime teocratico dei mullah. Torture, vessazioni, perquisizioni, esecuzioni di massa, sono all’ordine del giorno all’interno delle carceri iraniane e del resto il regime non si è mai preoccupato più di tanto di smentirne la regolare messa in pratica. I numeri, mai precisi e accertati, sono sempre più allarmanti.
La morte dei santi è preziosa agli occhi di Dio, preghiamo per Morad e per quanti mettono in pericolo la loro vita come lui in Iran per amore del Signore Gesù e dell’Evangelo. Ma rallegratevi per la loro fedeltà.
Notiziecristiane.com
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