Iran: appelli rigettati per il pastore Victor e sua moglie

NELLA FOTO: Victor e Shamiram, con il permesso di “Article 18”

Il pastore Victor (65) e sua moglie Shamiram (64) sono stati informati nei giorni scorsi che gli appelli contro le loro sentenze a 10 e 5 anni di carcere (per aver condiviso il messaggio dell’Evangelo a convertiti ex-musulmani) sono stati rigettati. Shamiram inoltre è già stata convocata per iniziare a scontare la sua condanna.

Sono passati più di tre anni (luglio 2017) da quando Victor Bet-Tamraz è stato condannato a 10 anni di prigione, e più di due anni e mezzo (gennaio 2018) da quando sua moglie, Shamiram, è stata condannata a 5 anni di carcere.

Loro figlia Dabrina (conosciuta come Sarah da chi ha partecipato al nostro convegno annuale nel 2016), che ora vive in Svizzera, ha più volte parlato dei suoi timori per la sicurezza dei genitori nel caso in cui fossero stati costretti a passare del tempo dietro le sbarre, soprattutto alla luce delle recenti notizie di un’epidemia di coronavirus all’interno della prigione Evin a Teheran.

Successivamente alle condanne, la coppia è stata convocata a innumerevoli udienze d’appello, sempre annullate all’ultimo momento per i motivi più svariati. La loro ultima udienza d’appello poi, l’1 giugno 2020, è stata annullata senza spiegazioni.

Altre sette settimane di incertezza sono passate fino a quando, il 19 luglio scorso, Victor ha ricevuto una telefonata dal suo avvocato che lo informava che l’appello era stato rigettato e che non ci sarebbero state altre udienze.

Non è stato subito chiaro se la decisione riguardasse anche il caso di Shamiram, ma la coppia lo temeva, dato che i due casi erano stati ufficialmente fusi dal giudice nel febbraio 2019. Infine, martedì 11 agosto, i loro peggiori timori sono stati confermati quando Shamiram è stata convocata alla prigione Evin per iniziare a scontare la sua condanna.

Porte Aperte Italia

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