Io sono il Cristo che ti parla. Ascoltami!

Io sono il Cristo che ti parla, ascoltami! La mia dimora è il cielo, lo è da sempre, da prima che l’universo e tutto quello che c’è dentro venisse alla luce.

È un tempo senza tempo e per voi umani con la mente limitata è impossibile da capire. Un giorno il Padre mio mi chiese di venire sulla terra per salvare l’umanità penitente. Non mi obbligò, ma diede a me la facoltà di scelta. Io gli risposi di sì, perché non c’era uomo sulla terra senza peccato che potesse svolgere questo mandato. Così mi incarnai nel corpo di una donna pia, timorata di Dio e vergine; una certa Maria. Ella stessa aveva bisogno di essere salvata dal peccato originale (Luca 1:47; 2:22). Nacqui dal suo esile corpo, crebbi fino ai 30 anni, poi da lì iniziò il mio ministero terreno. Negli anni della mia dimora terrena non feci altro che fare del bene. Insegnai la legge del Padre mio e portai a compimento tutte le profezie dei profeti fatte su di me. Feci tantissimi miracoli, liberai gli infermi e gli indemoniati. Guarii i ciechi e gli zoppi; feci miracoli di resurrezione. Moltiplicai i pani e i pesci, sfamando migliaia di persone. Ma alla fine dei tre anni fui arrestato, giudicato con false accuse. Fui condannato alla morte più infame che c’era a quel tempo: la crocifissione. Prima di questo fui portato in giro come un animale da circo. Prima da Erode, poi da Pilato il quale mi mise vicino ad un criminale di nome Barabba e a causa della Pasqua uno di noi due doveva essere liberato. La gente a cui avevo fatto del bene chiese di lasciar libero Barabba, un assassino, condannandomi a morte. Una morte avvenuta per mezzo di un diavolo che viveva da tre anni con noi: Giuda Iscariota. Nel Sinedrio mi strapparono le vesti, imprecavano contro di me con parole, schiaffi e sputi. Poi mi consegnarono nelle mani dei Romani. Venni frustato brutalmente, fui deriso, denudato e schiaffeggiato mentre i loro sputi scorrevano lungo il mio viso. Mi misero in testa una corona di spine. Sentii le spine che mi trafiggevano il capo. Il sangue scendeva a fiumi, rigandomi il volto e gli occhi, mentre i miei aguzzini facevano a turno per strapparmi la carne con la frusta.

Debole e, oramai senza forze, mi caricarono sulle spalle una grossa croce… arrivati in un luogo chiamato teschio, mi inchiodarono con tutta la loro rabbia, con tutta la loro passione ad una croce… anche se io sapevo già prima di lasciare il cielo e venire in terra quello che mi sarebbe accaduto, ma ciò non toglie che chi agì male verso di me non ne paghi le conseguenze. Ma, tutto questo era indispensabile per la salvezza dell’umanità. Nonostante fossi Dio incarnato, in quei giorni ero uguale a voi, fatto di carne e di ossa. Ero di carne, uguale a te che leggi. Col mio potere avrei potuto soffiare su chi mi torturava e spazzarli lontani nel deserto. Ma non lo feci, pensai a te, altrimenti saresti nato solo per finire all’inferno. Io ti ho dato una scelta, quindi falla bene. Sentivo quei grossi chiodi entrare dapprima nelle mani, poi nei piedi mentre un dolore tremendo mi toglieva il respiro. I miei aguzzini mi deridevano, ma io non avevo altro che parole di perdono per loro. Mi issarono sulla croce in mezzo a due briganti che mi offendevano e mi ingiuriavano. Chiesi al Padre mio di perdonarli, qualora si fossero pentiti; uno si pentì e subito dopo la sua morte era con me nella casa del Padre mio. Il mio corpo era tutto gonfio e avevo una gran sete. Ma ecco il momento più brutto da quando fui generato dal Padre Mio. Dio mi abbandonò, non sentivo più la Sua presenza in Me. Lo invocai a gran voce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Giovanni 15:34) ma non mi rispose, mentre le persone deridendomi mi invitavano a scendere dalla croce. Così sperimentai la separazione dal Padre Mio fino a che non esalai l’ultimo respiro. Il Padre Mio mi abbandonò perché mi caricai dei peccati di tutto il mondo. Egli tre volte Santo non poteva vederMi carico di peccati dell’intera umanità, e volse lo sguardo altrove. Perché per mezzo mio, E NON DI UN ALTRO, l’uomo che si pente dei suoi peccati IO lo riscatto, perché IO quel giorno (ripeto IO e non un altro o un’altra), mi caricai dei peccati di tutti quelli che si pentono.

Sento in giro persone dire: “Dio è buono alla fine salverà tutti”. Dicendo questo, queste persone disprezzano il mio sacrificio. Se Dio è solo buono e salva tutti perché dovette inviare Me a passare per tante sofferenze? Non vi sembra tutto questo illogico? Non vi sembra irrazionale quello che dite e pensate? Il mio sangue prezioso non venne sparso inutilmente. Se da una parte il Padre Mio è stato Misericordioso e perdona chi mi accetta nel suo cuore, pentito dei suoi peccati, dall’altra parte il Padre Mio è Giustizia. Chi non accetta il Suo dono di Grazia che sono IO fatto per gli uomini, la Sua ira sarà tremenda nel giorno del Giudizio!! (Ebrei 10:31).

Non tutti quelli che mi dicono: Signore, Signore sono miei discepoli. I miei discepoli sono coloro che per mezzo mio hanno abbandonato i piaceri di questa vita, hanno preso la loro croce e mi seguono, a costo anche della loro vita (Matteo 10:39).

Se non hai fatto questo, ma ti sei limitato a dire: “abbiamo un Dio buono nel giorno del giudizio che perdonerà ogni nostro peccato, ogni nostra caduta”, la tua anima è persa, anzi la mia Parola dice che sei stolto, perché non hai investigato le Scritture e ti sei creato un dio a tuo piacimento. Ma se Lo Spirito Santo vede realmente un cuore pentito dei suoi peccati, allora lo fa rinascere a Nuova Vita e diventa figlio di Dio e mio coerede del regno celeste. Nascere a Nuova Vita significa che parte dello Spirito di Dio va ad abitare, si mescola, si fonde con lo spirito dell’uomo. Vi lascio questo messaggio perché dei brutti lupi travestiti da pecora hanno fatto credere che Dio sorvoli sopra i peccati non perdonati. Misericordia infinita e tremenda Giustizia camminano di pari passo, non si possono escludere. L’uomo avrà l’una o l’altra, ma la scelta cadrà su di lui. Dio ci benedica!

Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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