Mosè aveva timore quando dovette attraversare il Mare Rosso, il rumore dei carri in lontananza degli Egiziani suonavano sempre più minacciosi, e il mormorio degli Ebrei era sempre più fastidioso. Intanto Mosè dopo aver fatto trenta, non riusciva a fare trentuno. Allora fece la cosa che più era capace di fare. Gridò al Signore: “Il SIGNORE disse a Mosè: “Perché gridi a me? Di’ ai figli d’Israele che si mettano in marcia. Alza il tuo bastone, stendi la tua mano sul mare e dividilo…” (Esodo 14:15-16)
Forse anche noi abbiamo fatto trenta e adesso non sappiamo fare più trentuno. Abbiamo creduto in Gesù, abbiamo sentito il Suo Spirito dentro di noi. Ci siamo battezzati nel Suo nome; abbiamo visto miracoli; abbiamo pregato, interceduto, parlato e addirittura predicato nel Suo nome! Credevamo di essere delle colonne portanti della fede. Pensavamo che il nemico non l’avrebbe mai vinta con noi. E adesso… eccoci qui, come il nostro fratello Mosè, che soffre e pensa: “Ma il Signore dove starà? Ma non vede che gli Egiziani ci sono quasi addosso?”. Pensiamo forse che mentre noi soffriamo per una malattia, per il lavoro che ci manca, per qualche ingiustizia subita, il Signore forse starà dormendo, forse si è fatto una bella penichella, mentre noi stiamo qui che soffriamo. Così pensavano i discepoli quando erano sulla barca, mentre la tempesta imperversava con violenza, Gesù dormiva tranquillamente. Gesù li mise alla prova. Poi li sgridò perché non avevano avuto fede (Luca 8:22-25). Tutti i giorni il Signore compiva miracoli, e loro ebbero paura della tempesta avendo Gesù a bordo. Avevano visto Lazzaro risorgere, il pane e i pesci moltiplicati, ma ebbero paura che Gesù si fosse addormentato e loro morivano. Mosè appena la notte prima aveva visto l’ultima piaga. Aveva sentito l’angelo della morte passare su tutti i primogeniti degli Egiziani, e su quelli di Israele no. Eppure i dubbi per come fare ad andare avanti gli vennero. Ai lati ci sono i monti, dietro ci sono gli Egiziani e avanti c’è il mare. La memoria aveva resettato troppo velocemente i miracoli di Dio nella mente di Mosè? Così siamo noi, dimentichiamo troppo spesso che Gesù ci chiamò, che ci curò le ferite e come ci strinse a se è disse:
“Io non ti lascerò e non ti abbandonerò, Che cosa potrà farmi l’uomo?” (Ebrei 13:5-6)
Quello che Dio vuole da me e da te, e che mettiamo in atto la nostra “FEDE”. Gesù non lodò mai nessun uomo è mai nessuna donna, ma solo quelli che ebbero una FEDE vera in Lui. Dai, invece di mettere in moto il lacrimatoio, invece di mettere in moto i pensieri distruttori, la poca pazienza, mettiamo in moto la “poca” fede che abbiamo, perché poca ne serve per rialzar la testa, per compiere un miracolo nella nostra vita, e vedremo certamente il mare aprirsi e le tempeste placarsi.
Dio ci benedica
Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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