Sia la Gelosia che l’invidia sono atteggiamenti interiori, spesso inconsapevoli nel nostro agire e nel proprio essere. Appartengono al bisogno frustato, ferito ed immaturo di chi vive costantemente nel sentimento di “angoscia abbandonica”.
Sebbene la Gelosia si distingua dall’invidia essa però porta la stessa matrice nella “ferita interiore”.
La Gelosia, quando si riferisce alla persona, non sopporta la separazione dall’altro; quando si riferisce a cose o oggetti riguarda la paura che i propri beni possano essere messo in pericolo. Si utilizzano frasi emblematiche come: “sono geloso dei mie quadri, dei miei libri, della mia auto, del mio partner. Nella gelosia si vive uno spiacevole stato di minaccia e di perdita.
L’invidia fa riferimento ai valori e all’immagine di sé, si riscontrano sentimenti di mancanza, di rivalità e senso di inferiorità. Il riferimento dell’invidia è al desiderio di possesso di un bene, di una qualità o di una condizione tra la persona che lo possiede e se stesso. L’invidioso ritiene che altri possiedano qualcosa che lui stesso è stato privato. Frasi emblematiche sono: “guarda che bella auto che ha”; vedi come è bravo nel parlare? accompagnate da rabbia mascherata.
Dalla esperienza clinica di psicologo e psicoterapeuta in entrambi i casi, sia l’invidioso che il geloso, sono caratterizzati da poca stima di se afferente in una carenza nella vita affettiva.
La Parola di Dio, offre un aiuto nel dominare e guarire la piaga della Gelosia e dell’invidia, perché prima ancora di ogni ricerca scientifica a riguardo è scritto: «un cuore calmo è la vita del corpo, ma l’invidia è la carie delle ossa» Proverbi 14:30. Dal punto di vista clinico medico corrodono, consumano alterando il funzionamento psicofisico. Dal punto di vista spirituale la persona si volge al male, mentre per natura è orientato al bene. Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza» Genesi 1,26.
A partire dal libro della Genesi: «Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo» (Gn4, 3ss). E’ l’inizio della Gelosia-Invidia verso Abele il fratello. Ma attenzione perché questi atteggiamenti in Caino non sono stimolati da Dio ma lo vuole solo mettere in guardia (come ognuno di noi) di essere attento a non farsi prendere da questi atteggiamenti e dominarli, perché ne compromettono la salute e il bene. Difatti, dice: “ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta… ma tu dominalo”: la gelosia come l’invidia, infatti crea distorsione nei desideri che per quanto possano essere raggiunti non saziano mai. E l’uomo di oggi non si sente mai sazio.
Pasquale Riccardi
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