Apprendo dalla cronaca internazionale che il Madagascar è stato invaso, per la terza volta, da grandi sciami di locuste che oltre a causare enormi danni alle piantagioni hanno persino oscurato il cielo (.); sembra che gli insetti, a ondate periodiche, invadano i terreni dove cresce il riso, che è la principale risorsa della nazione, divorando letteralmente ogni filo d’erba. La prima invasione è avvenuta a marzo dello scorso anno, seguita dalle recenti di settembre e ottobre corrente, con gravi conseguenze per il settore agricolo che è la maggior fonte di reddito per i 22 milioni di abitanti. Il Madagascar, ricordiamo, è uno stato insulare dell’oceano Indiano, al largo della costa orientale dell’Africa e di fronte al Mozambico, che ospita il 5% delle specie animali e vegetali del mondo, l’80% delle quali sono endemiche del Madagascar; fra gli esempi più noti di questa eccezionale biodiversità ci sono i lemuri, le oltre 250 specie di rane, le numerose specie di camaleonti e i
tipici baobab. Benchè il paese si stia abituando a questo tipo di fenomeno, lègato alle condizioni climatiche sempre più favorevoli alla proliferazione delle terribili cavallette, la popolazione vive nell’ansia perché l’elevato numero di insetti rende impossibile uscire di casa o fare una passeggiata! L’uso di insetticidi non ha dato finora concreti risultati. La Fao e le altre organizzazioni umanitarie parlano di una tragedia senza precedenti, e le spese per l’opera di disinfestazione si aggira intorno ai 14,5 milioni di Euro, che si spera arrivino attraverso le donazioni. Tuttavia, questo tragico evento mi ha fatto ricordare una delle dieci “piaghe” d’Egitto (esattamente l’ottava) al tempo di Mosè, appunto le “locuste” (Esodo 10:5), che – come accaduto adesso in Madagascar – anche allora “oscurarono” il cielo (Esodo 10:5). Davanti a questo fatto, mi sento in dovere di esortare il lettore affinché rifletta molto attentamente su questo insolito
fenomeno che, sommato a tutte le altre calamità del terzo millennio (carestie, siccità, frane, grandine enorme, uragani, tifoni, eclissi, comete, meteore etc.), suona chiaramente come un solenne “avvertimento” per tutti. Di certo, i malgasci non sono più colpevoli o peccatori di altri popoli, ma quanto accade in questa bellissima isola dell’oceano indiano è un richiamo al mondo intero perchè ritorni al Signore e smetta di camminare nelle proprie empie vie, poiché le “piaghe” della futura Apocalisse saranno più terribili di questa invasione di locuste!
Salvatore Di Fede – Notizievangelihe.com
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