Nel N.T. esprime due gruppi di parole l’idea di partecipazione: métochos e koinonia.
Il primo appartiene all’Antica e alla Nuova Alleanza e riguarda una partecipazione limitata di un’associazione professionale o commerciale.
Luca 5:7 E fecero segno ai loro compagni dell’altra barca, di venire ad aiutarli. E quelli vennero, e riempirono ambedue le barche, talché affondavano.
Qui il termine è métochoi, parla appunto di comunità professionale, condividevano profitti e perdite.
Spesso tradotto con partecipi, partecipare “partecipi della celeste vocazione- Ebrei 3:1”, “partecipi alla mensa del Signore- 1 Corinzi 10:21”
Il secondo gruppo koinonia si trova più spesso nel N.T. che significa comune, generale.
La storia biblica comincia con una relazione spezzata, comincia con una rottura
Genesi 3:8-10 E udirono la voce dell’Eterno Iddio, il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l’uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza dell’Eterno Iddio, fra gli alberi del giardino. E l’Eterno Iddio chiamò l’uomo e gli disse: ‘Dove sei? ’ E quegli rispose: “Ho udito la tua voce nel giardino, e ho avuto paura, perché ero ignudo, e mi sono nascosto’.
Gli effetti di questa rottura si ripercuotono su tutto il genere umano. Da questa separazione ne seguì subito un’altra: Caino e Abele. Anche qui una relazione che si disgrega.
La disubbidienza alle indicazioni date da Dio ha portato, come conseguenza, alla rottura della relazione e alla rottura della comunione.
La disubbidienza, il peccato, porta alla rottura, alla separazione.
Quello che ancora oggi rovina le relazioni, che porta separazione, cos’è? Non è forse il peccato?
Spesso orgoglio, invidia, mancanza di comprensione, mancanza di umiltà, pregiudizio, mancanza di comunicazione, mancanza di interesse verso l’altro, portano a dividerci, a separarci l’uno dall’altro.
Assistiamo a questo fenomeno in modo molto ricorrente anche tra credenti.
L’apostolo Paolo ci esorta in due diversi passi alla comunione non tanto dei nostri beni materiali, quanto dei nostri sentimenti ed emozioni, delle nostre esperienze, ci esorta ad essere empatici con i nostri fratelli e sorelle, a condividere la nostra persona, la nostra esperienza di vita:
1 Corinzi 12:26 E se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; e se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.
Vedete l’idea di corpo? Di unità? Di connessione? Tutti membra di un solo corpo.
Romani 12:15 Rallegratevi con quelli che sono allegri; piangete con quelli che piangono.
Lo stile di vita che abbiamo assunto ci porta a vivere ognuno per i fatti propri, con i propri interessi, i propri hobby.
Quello che a volte ci accomuna è la condivisione dei nostri dolori, dei nostri problemi. Veniamo in chiesa e facciamo partecipi tutti delle nostre difficoltà, chiediamo preghiere per i più svariati problemi…ma sembra che anche questo aspetto stia sparendo dalla realtà locale, si hanno problemi, difficoltà, e la comunità non sa nulla.
Il vero senso di comunione e compartecipazione è stato distorto dal peccato e dalla corruzione che esso ha prodotto nel nostro stile di vita. NON TUTTO È OPPORTUNO CONDIVIDERE, ma quello che è condividibile va condiviso.
Oltre alla parte più negativa delle nostre esperienze, quello che è venuto a mancare è anche la comunione e la condivisione delle cose belle, positive.
Assistiamo molto poco, a persone che condividono le proprie gioie, e ancor meno ad altri che si rallegrano di cuore per le gioie di quest’ultimi.
Di fatto oggi c’è poca condivisione e partecipazione nel dolore e nella gioia altrui. Quello che accade oggi è che molto spesso un dolore, piuttosto che una gioia, viene ritenuto un fattore molto personale, famigliare, sembra quasi che si tema di condividerlo per timore di non trovare comprensione, empatia e comunione.
Abbiamo accennato all’inizio il termine koinonia, esso vuol dire comunione, compartecipazione.
Nella comunità del primo secolo questa comunione era molto forte, molto sentita, vi erano dimostrazioni pratiche verso il bisogno altrui.
Romani 15:26 perché la Macedonia e l’Acaia si son compiaciute di raccogliere una contribuzione a pro dei poveri fra i santi che sono in Gerusalemme.
2 Corinzi 9:13 in quanto che la prova pratica fornita da questa sovvenzione li porta a glorificare Iddio per l’ubbidienza con cui professate il Vangelo di Cristo, e per la liberalità con cui partecipate ai bisogni loro e di tutti.
Non si concepisce una fede solitaria o individualistica, l’apostolo esorta a fare qualcosa:
Ebrei 10:23-25 Riteniamo fermamente la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è Colui che ha fatte le promesse. E facciamo attenzione gli uni agli altri per incitarci a carità e a buone opere, non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni son usi di fare, ma esortandoci a vicenda; e tanto più, che vedete avvicinarsi il gran giorno.
Lo scrittore ci esorta a fare ATTENZIONE GLI UNI AGLI ALTRI, in cosa mostrare attenzione?
- Incitarci; incitare significa= stimolare, muovere per fare qualcosa, spronare, esortare, incoraggiare. Legge della reciprocità, incitarCI , implica non solo RICEVERE ma anche il DARE.
- A COSA? All’amore e alle buone opere
- Non abbandonando la comune adunanza, cioè la chiesa locale. Se non siamo presenti come possiamo essere ATTENTI AGLI ALTRI? E gli altri come possono stare ATTENTI A NOI?
- Esortandoci a vicenda; c’è ancora la legge della reciprocità, non aspettare che siano sempre e solo gli altri ad esortarti, ad incoraggiarti, fallo anche tu verso gli altri.
Fai attenzione al tuo fratello e alla tua sorella.
Dobbiamo stare molto attenti perché lo stesso spirito di Caino potrebbe aggirarsi intorno a noi e insediarsi nella nostra realtà locale.
Genesi 4:9 E l’Eterno disse a Caino: ‘Dov’è Abele tuo fratello? ’ Ed egli rispose: ‘Non lo so; sono io forse il guardiano di mio fratello? ’
Il guardiano è colui che è addetto alla sorveglianza di luoghi o dei BENI ALTRUI.
Come sta tuo fratello? Come sta tua sorella? Ci accorgiamo quando manca qualcuno in mezzo a noi? Se c’è ne accorgiamo come ci comportiamo?
Può essere che non stiano bene? Può essere che qualcosa o qualcuno li sta derubando della gioia, delle speranza, della fede? Qualcuno o qualcosa li sta derubando dei loro beni, io cosa faccio?
Attenzione a non confondere: INVADENZA con INTERESSE
INVADENZA= qualcuno che vuole andare oltre i limiti della propria competenza, essere inopportuni. Mi dà l’idea di qualcuno che con forza vuole sfondare per entrare e conoscere le tue cose.
INTERESSE= significa, partecipare, essere in mezzo, INTER “tra” ESSE “essere”. L’interesse dà l’idea di partecipazione, essere in mezzo nel problema, nella gioia altrui.
Prendiamo per esempio una frase del tipo: “mi interesso del problema” è come dire “mi metto in mezzo tra te ed il problema per cercare di risolverlo”.
L’invadenza vuole solo “sfondare” le mura dell’intimità per una mera conoscenza.
L’interesse entra con gentilezza “bussando” per dare aiuto, supporto.
Caro lettore non ci si può nascondere dietro la scusa: “Non voglio essere invadente, perciò non chiedo”, non devi essere invadente, ma con delicatezza interessarti sinceramente.
Filippesi 2:21 Tutti infatti cercano i loro propri interessi e non le cose di Cristo Gesù
Quali sono le cose di Cristo Gesù? Le cose di Cristo Gesù non sono forse il benessere del suo corpo? Della Chiesa?
Filippesi 2:19-20 Ora spero nel Signore Gesù di mandarvi presto Timoteo, affinché anch’io sia incoraggiato nel conoscere le vostre condizioni, perché non ho alcuno d’animo uguale al suo e che abbia sinceramente cura delle vostre cose.
Un animo che ha cura sincera di ciò che vi riguarda, delle vostre cose (Cose negative).
Paolo stesso sarebbe stato incoraggiato nel conoscere le condizioni, ma poteva essere incoraggiato se queste condizioni erano cose negative? No, lui sperava per il loro bene e questo bene lo avrebbe incoraggiato. (Cose positive)
Incoraggiato dalle condizioni positive, Timoteo cura le cose negative, gioie e dolori, riso e pianto, canto e lamento, sempre insieme.
In modo pratico e concreto, l’apostolo si muove inviando Timoteo, una persona sinceramente interessata ai bisogni degli altri.
- Leggiamo insieme dell’attitudine della quale parla il profeta Isaia:
Isaia 58:7-9 Non è egli questo: che tu divida il tuo pane con chi ha fame, che tu meni a casa tua gl’infelici senz’asilo, che quando vedi uno ignudo tu lo copra, e che tu non ti nasconda a colui ch’è carne della tua carne? Allora la tua luce spunterà come l’aurora, e la tua guarigione germoglierà prontamente; la tua giustizia ti precederà, e la gloria dell’Eterno sarà la tua retroguardia. Allora chiamerai, e l’Eterno ti risponderà; griderai, ed egli dirà: ‘Eccomi! ’
L’atteggiamento in questione, mostra interesse per chi ci sta vicino:
- Che tu divida il tuo pane con chi ha fame; ci parla di bisogni fisici ma anche spirituale. Tanta gente intorno a noi ha fame spirituale e aspetta che io e te dividiamo il Pane della Parola di Dio.
- Che tu meni a casa tua gl’infelici senz’asilo; ci parla di ospitalità e accoglienza, persone che hanno bisogno di un riparo, un rifugio.
- Che quando vedi uno ignudo tu lo copra; ci parla sia di bisogni pratici, che di bisogni emozionali, persone che hanno commesso qualcosa, che hanno vergogna, che si sentono nudi agli occhi degli altri, quelle situazioni dove sembra che tutti sappiano tutto…siamo chiamati a coprirli con il nostro amore e la nostra accoglienza
- Che tu non ti nasconda a colui ch’è carne della tua carne; ci parla del non tirarci indietro davanti alle situazioni, ma mostrare “interesse”, metterci nel mezzo delle situazioni per aiutare, attenzione dico: AIUTARE, SOSTENERE, non necessariamente RISOLVERE!
Per chi ha questo tipo di atteggiamento, di interesse per il proprio simile, e non si nasconde, ci sono promesse di benedizione:
- Allora la tua luce spunterà come l’aurora; ricordate che noi siamo la luce del mondo, l’aurora è l’inizio di un nuovo giorno, le tue azioni e le tue parole daranno inizio ad un NUOVO GIORNO, ad UN TEMPO DI RESTAURAZIONE, innanzitutto per te e per la tua casa
- La tua guarigione germoglierà prontamente; ci sarà guarigione per te, spirituale, emotiva e fisica
- La tua giustizia ti precederà, e la gloria dell’Eterno sarà la tua retroguardia; la tua giustizia di proteggerà, non temerai nulla, e Dio ti guarderà le spalle
- Allora chiamerai, e l’Eterno ti risponderà; griderai, ed egli dirà: ‘Eccomi; se tu sei presente nei bisogni altrui, Dio sarà presente nei tuoi bisogni, se ascolti il grido del tuo fratello e della tua sorella, del tuo vicino, Dio ascolterà il tuo grido!
Questo è un tempo di RESTAURAZIONE, ci sono i LAVORI IN CORSO, l’INTERESSE VERSO IL PROSSIMO SARA’ RISTABILITO!
Francesco Caldaralo | Notiziecristiane.com
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