Nella stessa scuola, Al Madinah, a Derby, le ragazze sono costrette a sedersi in ultima fila, non possono guardare i ragazzi ed è vietato leggere fiabe o suonare strumenti musicali – 27 set. 2013 – Un’insegnante cristiana è stata costretta a indossare il velo in Inghilterra. Secondo quanto riportato dal Derby Telegraph, a Derby la scuola Al Madinah ha imposto agli insegnanti di conformarsi ai rigidi dettami religiosi islamici per quanto riguarda l’abbigliamento. Così un’insegnante di 50 anni, che non ha voluto rivelare il suo nome per sicurezza, come tutti gli altri ha dovuto indossare l’hijab, che nasconde i capelli, e vestiti che coprissero tutto il corpo escluse le mani. Dopo tre mesi di lavoro in queste condizioni, e alcuni episodi spiacevoli, la donna ha deciso prima di mettersi in malattia, come consigliato dal sindacato, e poi di licenziarsi dopo che la procedura era stata avviata dalla scuola.
RAGAZZE IN ULTIMA FILA. La scuola islamica Al Madinah è un istituto multireligioso, finanziato dallo Stato, che prevede ore di religione e momenti di preghiera differenziati a seconda della fede degli alunni. Di fatto, però, Al Madinah è diventata sempre più islamica e sempre meno multireligiosa. Nella scuola è ad esempio vietato leggere fiabe, suonare strumenti musicali o cantare. Le ragazze devono per forza sedersi nelle ultime file e non possono guardare i ragazzi. In mensa, si serve solo cibo halal.
«VESTITI IN MODO MODESTO». Quando l’insegnante cristiana, in servizio già da 20 anni, si è inizialmente coperta i capelli con un foulard, le è stato detto di vestirsi in «modo più appropriato e modesto» e che due uomini le avrebbero insegnato come. «Io mi sono offesa – racconta la donna – perché mi sono sempre vestita in modo modesto e professionale, con gonne lunghe al ginocchio e calze coprenti. E poi quando ho firmato il contratto nessuno mi ha mai parlato di codici di abbigliamento».
IL LICENZIAMENTO. Pe questo la donna prima si è messa in malattia ma quando poi la scuola stava ha avviato la procedura di licenziamento se n’è andata da sola. «Le scuole multireligiose non sono come mi aspettavo – spiega – Mi sono sempre sentita oppressa dai pregiudizi dei colleghi. Ho scritto al Ministero dell’educazione raccontando la mia esperienza negativa e sono in attesa di una risposta». La scuola Al Madinah non ha commentato l’articolo del quotidiano mentre il Ministero ha assicurato che «faremo un’ispezione».
ALTRI CASI. Non è la prima volta che i giornali pubblicano lamentele da insegnanti finiti in scuole pubbliche islamiche: un professore ha testimoniato che a mensa i ragazzi dovevano essere serviti prima delle ragazze. Un’altra ha raccontato che, in quanto donna, non poteva stringere la mano ai colleghi uomini o alle famiglie.
Fonte: Tempo.it
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