Per il Bmj «le persone dovrebbero essere in grado di scegliere come e quando morire, nei casi in cui la morte sia imminente». Ma i medici non sono d’accordo.
Nel suo ultimo editoriale, uscito lo scorso 2 luglio, una delle riviste mediche più importanti al mondo, il British Medical Journal (Bmj), ha sostenuto ufficialmente la legalizzazione del suicidio assistito in Gran Bretagna: «Bmj spera che questo ddl diventerà finalmente legge.
Lasciateci sperare che i nostri timidi deputati si mostrino all’altezza della sfida».
LA LEGGE. La legge di cui Lord Falconer è primo relatore è stata preparata insieme alla lobby pro eutanasia “Dignity in Dying” e permetterà ai malati terminali con aspettative di vita inferiori a sei mesi di fare richiesta ai medici di un farmaco letale da ingerire in qualunque momento, purché non in pubblico. Anche i giudici della Corte suprema inglese hanno chiesto al Parlamento di legiferare in questo senso e il Parlamento nei prossimi giorni tornerà a discutere il testo.
«SCEGLIERE QUANDO MORIRE». Per sostenere il suicidio assistito, il Bmj fa leva sull’argomento dell’autodeterminazione: «Le persone dovrebbero essere in grado di scegliere come e quando morire, nei casi in cui la morte sia imminente. Negli ultimi decenni, il rispetto dell’autonomia del paziente è emerso come principio cardine dell’etica medica (…). Il riconoscimento del diritto di un individuo a decidere quale sia il suo miglior interesse sta alla base degli sforzi per migliorare il rapporto con il paziente. Sarebbe perverso sospendere il nostro sostegno proprio quando una persona ha i giorni contati».
LE CRITICHE DEI MEDICI. La posizione senza precedenti presa dal Bmj è stata però criticata da Mark Porter, presidente dell’associazione dei medici inglesi. «Nell’ambiente medico ci sono forti convinzioni sia a favore sia contro questo tema complesso ed emotivo. Il tema è stato regolarmente dibattuto durante le nostre conferenze annuali e ogni modifica della legge è sempre stata respinta».
NUOVA PENA DI MORTE. Nel dibattito sui giornali è intervenuto anche Kevin Yuill, docente di storia e autore del libro Suicidio assistito: l’argomento liberale e umanista contro la legalizzazione: «Il Regno Unito ha abolito (giustamente, secondo me) la pena di morte nel 1998, perché abbiamo riconosciuto che è sbagliato, anche con le migliori intenzioni, che uno Stato uccida. Non facciamo un errore: la legge Falconer riporterà la pena di morte per coloro che non pensano che le loro vite siano degne di essere vissute».
Fonte: http://www.tempi.it/
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