Nel mese di giugno, il nuovo governo dello Stato indiano del Karnataka, guidato dall’Indian National Congress, ha annunciato l’eliminazione della legge anti-conversione, una delle più controverse introdotte dal precedente governo del partito Bharatiya Janata Party (BJP).
Come promesso durante le elezioni, il governo entrante ha annunciato di voler mettere mano alla legge anti-conversione per porre fine al programma di ideologia Hindutva secondo cui ogni indiano dovrebbe essere di religione indù. L’Assemblea di Stato del Karnataka è iniziata il 3 luglio scorso e proseguirà fino a venerdì 14 luglio.
Il partito BJP, ora all’opposizione, potrebbe fare del suo meglio per impedire l’abrogazione della legge in questione, arrivando anche a presentare falsi episodi di conversione forzata al cristianesimo nel tentativo di avvalorare la propria posizione.
Peter*, un partner locale di Porte Aperte/Open Doors, afferma che “il BJP cercherà di sostenere la legge anti-conversione in ogni maniera, per questo dobbiamo essere consapevoli che, sebbene l’Indian National Congress abbia annunciato l’annullamento di tale legge, potrebbe rimandare la sua decisione nel tentativo di mantenere i consensi ed evitare reazioni spropositate da parte dell’opinione pubblica e dei media. Il governo potrà certo presentare un’argomentazione a riguardo, ma non credo assisteremo a un’azione legislativa immediata”.
Se la legge anti-conversione venisse abrogata, gli estremisti indù non resterebbero certo in silenzio. In forma di protesta, potrebbero alimentare tensioni e violenza tra la comunità locale. I cristiani dello Stato del Karnataka, invece, sperano e pregano che tale scelta porti finalmente sollievo alle sofferenze patite negli ultimi anni, favorendo la libertà di professare la propria fede.
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