di Nirmala Carvalho
Lo ha dichiarato il presidente del Vishwa Hindu Parishad (Vhp), gruppo estremista indù responsabile di attacchi contro le minoranze etniche, religiose e sociali del Paese. Leader cristiano: “Vogliono intimidire e perseguitare i cristiani, instillando il seme del nazionalismo nella popolazione”.
Mumbai (AsiaNews) – “Bisogna fermare subito le conversioni, o presto verrà il giorno in cui gli indù saranno solo una minoranza in India”. È l’appello lanciato da Ashok Singhal, leader del Vishwa Hindu Parishad(Vhp), gruppo fondamentalista responsabile di numerosi attacchi contro le minoranze etniche, religiose e sociali del Paese. L’uomo ha parlato il 22 febbraio scorso a Bhopal (Madhya Pradesh), incontrando una folla di fedelissimi a un comizio. Le sue dichiarazioni hanno attirato le critiche da parte di esponenti del governo e da rappresentanti delle altre religioni, che le hanno definite “inopportune”.
Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), spiega adAsiaNews che bisogna “condannare senza mezzi termini il fascismo che gruppi come il Vhp usano per minacciare la democrazia indiana e per indebolire la laicità del Paese”. Il leader protestante ricorda che “i cristiani in India chiedono solo di godere delle loro garanzie costituzionali, in particolare l’art. 25 della Carta, che sancisce libertà di culto, pratica e diffusione della propria fede. La libertà religiosa è un diritto umano primario e il Vhp cerca di intimidire e perseguitare i cristiani sollevando lo spauracchio delle conversioni, per instillare nella popolazione la mentalità hindutva“.
Il Vhp segue l’hindutva, ideologia nazionalista basata sull’induismo che ha come obiettivo la creazione di una nazione indù. In alcuni Stati guidati dal Bharatiya Janata Party (Bjp, braccio politico di gruppi come il Vhp) sono in vigore le cosiddette leggi “anticonversione”. In teoria tali provvedimenti dovrebbero vietare le conversioni ottenute con forza o con soldi. In pratica vengono spesso sfruttate per perseguitare le minoranze. Se invece un cristiano, un buddista o un musulmano chiede di convertirsi all’induismo non incontra alcun problema.
Oltre a bloccare le conversioni, Singhal ha suggerito alle famiglie indù di avere “almeno cinque figli”, per evitare che cristiani e musulmani superino di numero la comunità induista.
Fonte: http://www.asianews.it/
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