Le donne e le ragazze con disabilità in India sono rinchiuse negli ospedali e negli istituti psichiatrici, dove affrontano: condizioni antigieniche, il rischio di violenza fisica e sessuale, e il trattamento involontario, compreso l’elettroshock. Inoltre in un paese come l’India in cui la discriminazione di genere è pervasiva, le donne e le ragazze con disabilità mentale vivono una doppia discriminazione – in quanto donne e disabili – e sono quindi tra le persone più emarginate ed esposte ad abusi e violenze. È quanto afferma l’Ong Human Rights Watch nel Rapporto pubblicato il 3 dicembre scorso dal titolo «Trattate peggio delle bestie: abusi contro le donne e le ragazze con disabilità psicosociali o intellettuali nelle istituzioni in India».
La ricerca è stata condotta dal dicembre 2012 al novembre 2014 in 24 strutture tra ospedali psichiatrici o ospedali generali, con posti letto psichiatrici, centri di riabilitazione e istituzioni di assistenza residenziale in sei diverse città indiane (Nuova Delhi, Calcutta, Mumbai, Pune, Bangalore e Mysore), e si basa su più di 200 interviste fatte a donne e ragazze con disabilità psicosociali o intellettuali, alle loro famiglie, ai professionisti della salute mentale, ai responsabili dei servizi sanitari, ai funzionari di governo, e alla polizia. Il rapporto evidenzia che le donne ricoverate forzatamente nelle istituzioni governative e negli ospedali psichiatrici subiscono gravi abusi. «Le donne e le ragazze con disabilità sono abbandonate dalle loro famiglie o dalla polizia, in parte perché il governo non riesce a fornire supporto e servizi adeguati. Una volta rinchiuse, le loro vite sono vissute nell’isolamento, nella paura, nell’abuso, senza alcuna speranza di fuga», ha detto Kriti Sharma, ricercatrice di Human Rights Watch.
Nel 2007 l’India ha ratificato la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (CRPD), in base al quale l’istituzionalizzazione forzata è vietata ed i governi devono rispettare e proteggere il diritto alla capacità giuridica delle persone con disabilità e il loro diritto a vivere in comunità in condizioni di parità, come gli altri. Tuttavia, le leggi dell’India consentono ai tribunali di nominare tutori che prendono le decisioni a nome delle persone con disabilità mentale, senza il loro consenso libero e informato.
Nel tentativo di portare la propria legislazione nazionale in linea con la CRPD, nel 2013, il Governo ha introdotto due disegni di legge in Parlamento, (La salute mentale e I diritti delle persone con disabilità) che però non garantiscono appieno alle donne e alle ragazze con disabilità mentali il diritto di capacità giuridica e il diritto alla vita indipendente, come richiesto dal trattato.
Human Rights Watch chiede al Governo centrale dell’India che si adottino misure tali da porre fine agli abusi e alle condizioni disumane vissute dalle donne negli ospedali psichiatrici e nelle istituzioni statali, e che si intraprenda senza indugio una riforma giuridico globale atta a riconoscere la capacità giuridica di tutte le persone con disabilità, e lo sviluppo di un piano globale per sviluppare strutture alternative di assistenza e sostegno a lungo termine.
Marta D’Auria
Tratto da: http://www.riforma.it/
Foto: “Saravati Devi” di Dan Ruth – Flickr: Saravati Devi. Con licenza CC BY 2.0 tramite Wikimedia Commons.
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