INDIA Come gli Stati Uniti, anche New Delhi nella bufera per il controllo di telefoni e internet

INDIA_-_foto_e_censuraNew Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Secondo gli attivisti, il Sistema di monitoraggio centrale di recente approvazione è una “minaccia alla privacy e alla libertà di espressione”. Esso consente allo Stato di monitorare chiamate, sms e uso del web. Oscuri i confini sulle competenze e le condizioni di applicazione. Casi recente di arresti aumentano la preoccupazione. Il nuovo sistema di controllo delle telefonate e della navigazione sul web adottato dall’India per contrastare terrorismo e criminalità, è una “minaccia alla privacy e alla libertà di espressione”. È quanto denunciano gli attivisti di Human Rights Watch (Hrw), secondo cui il Sistema di monitoraggio centrale (Cms), approvato di recente dal governo di New Delhi, rischia di trasformarsi in una sorta di “Grande fratello” che viola i diritti di base del cittadino.

La vicenda ricorda sotto molti aspetti quanto sta avvenendo in questi giorni negli Stati Uniti, dopo la denuncia di alcuni media secondo cui l’Agenzia per la sicurezza nazionale controlla (da anni) cellulari, web e pure i movimenti delle carte di credito. Le polemiche scaturite dalla denuncia rischiano di travolgere l’amministrazione Obama che è accusata di aver “perso ogni credibilità”.

Entrato in vigore ad aprile, il Cms consente allo Stato di monitorare chiamate, sms e l’uso del web dei cittadini. Un sistema che sfrutta la controversa norma Information Technology Act 2008, che consente “intercettazioni” in caso di non meglio specificate “condizioni di necessità” come la sicurezza o l’ordine pubblico.

Attivisti di Hrw definiscono “agghiacciante” il sistema voluto dal governo. New Delhi ha fornito sinora scarse informazioni circa le modalità di applicazione del controllo, su chi è autorizzato a disporre la sorveglianza e quali saranno gli standard a garanzia della privacy.

Fra i molti casi di abusi commessi negli ultimi anni grazie alla legge sulla tecnologia e i media, il caso di un uomo d’affari di 46 anni, arrestato nell’ottobre scorso per un tweet critico nei confronti del figlio del ministro delle Finanze P. Chidambaram. Ad aprile, invece, in cella è finito un professore per una vignetta ironica sul Chief Minister del West Bengala.


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