New Delhi – Sono 40 gli attacchi anticristiani registrati nel 2013 nello stato indiano di Karnataka e 222 negli ultimi tre anni: è quanto emerge da un rapporto inviato all’Agenzia Fides dal “Consiglio globale dei cristiani indiani” (Gcic), che ha segnalato la situazione al Ministero degli Interni del governo federale indiano. Il clima di crescente intolleranza promosso da gruppi estremisti indù nei confronti dei gruppi religiosi minoritari in Karnataka “è ignorato dal governo dello stato e dal governo federale”, afferma il Rapporto, notando che “non sono state introdotte misure che frenino gli autori di tali violenze, garantendo punizioni adeguate”.
Allo stesso modo il Consiglio critica “l’uso eccessivo della forza da parte della polizia, in occasione di manifestazioni delle minoranze religiose che protestano legittimamente per tale stato di cose”, affermando che “la polizia non è imparziale” e si è dimostrata “incapace di proteggere la vita e i beni delle minoranze cristiane”.
L’immagine del Karnataka come “stato amante della pace”, rimarca il documento giunto a Fides, è stata gravemente danneggiata a causa dei numerosi attacchi e incidenti anticristiani verificatisi nel recente passato. Per questo si invita il Ministero degli Interni a “garantire i controlli e le restrizioni necessarie sull’azione di elementi anti-sociali che minacciano il tessuto di una società tollerante e libera”. Si chiede inoltre al governo di “preservare la sacralità della legge e della giustizia, in particolare nelle situazioni in cui comunità religiose di maggioranza mettono a rischio le garanzie costituzionali delle minoranze”
Gli autori degli attacchi sembrano concentrarsi – nota il testo – nelle periferie urbane e nei villaggi situati in aree remote, che sfuggono più facilmente al controllo statale. Qui “è facile incitare le persone a fomentare tensioni a causa del lassismo della polizia e per la mancanza di consapevolezza generale tra la gente”.