Nella mattinata di domenica, ignoti hanno rubato strumenti musicali e tecnologici, e poi hanno appiccato il fuoco. In corso le indagini per stabilire il movente.
Verso le 5 del mattino di domenica 7 ottobre, mentre il buio avvolgeva ancora ogni cosa, ignoti si sono introdotti nei locali sussidiari della chiesa battista di via Verdi a Varese. Hanno rubato tastiere, mixer, microfoni e altre attrezzature tecnologiche. Poi, hanno appiccato il fuoco, che ha messo fuori uso l’impianto elettrico e bruciato ogni cosa. Il locale di culto non è stato direttamente interessato dal fuoco, ma i fumi hanno annerito tutte le pareti e il calore ha infranto tutti i vetri. «I locali sono completamente inagibili e i danni ancora da quantificare – si legge in un post lasciato sulla bacheca Facebook della Chiesa evangelica battista di Varese –. Abbiamo potuto solo constatare con quanta barbarie i malintenzionati siano intervenuti all’interno della nostra cara chiesa. La polizia, i pompieri e la scientifica sono prontamente intervenuti. Da domani, tutte le verifiche e la denuncia dei fatti presso la questura di Varese. Vi chiediamo sostegno e preghiere in questo momento tanto difficile per la nostra comunità».
«Siamo rimasti tutti molto colpiti – dice al telefono Erasmo Nocco, membro del Consiglio della chiesa di Varese, tra i primi ad accorrere sul luogo dell’accaduto –. Per fortuna non c’erano tantissime cose che poteva no bruciare, è andato a fuoco un mobiletto con tutto il materiale della scuola domenicale. Il caldo che si è sprigionato ha fatto rompere i vetri delle porte così che la fuliggine ha raggiunto il locale di culto, la cucina, e la stanza della scuola domenicale; il fumo nero è arrivato anche al piano superiore dove c’è la casa pastorale, attualmente vuota. Questo è quello che abbiamo visto. Eravamo tutti scossi e abbiamo voluto avere un momento di preghiera fuori dalla chiesa, mentre dentro c’erano la polizia, la scientifica e i vigili del fuoco che svolgevano il loro lavoro».
Non sono ancora chiare le ragioni dell’incendio doloso. La chiesa battista ospita nei suoi locali la chiesa ghanese e tra i suoi membri ha il dr. Andi Nganso, il medico originario del Camerun rifiutato da una paziente perché «nero». Che ci sia un movente di matrice razzista dietro questo atto violento? Al momento non c’è alcun elemento che possa avvalorare questa ipotesi.
«Mentre andavo verso Varese – aggiunge Nocco – ho pensato alla matrice razzista, ma andandomene via dalla chiesa onestamente non credo più molto a questa ipotesi. Se fosse stato un gesto dimostrativo, avremmo trovato dei chiari segnali. Staremo a vedere nei prossimi giorni quello che verrà fuori dalle indagini».
Della stessa idea è Paola Tammone, anch’ella membro del Consiglio di chiesa, che al telefono afferma: «Non possiamo dire ancora nulla. Nel senso che anche la polizia non ha rilevato scritte, né alcun segnale che possa far pensare a qualche atto di matrice razzista. In genere, chi compie un furto in una chiesa, lo fa perché pensa di trovarvi cose di valore. Invece, chi è entrato nei nostri locali non ha trovato né soldi né altri oggetti di valore, ed è possibile che si sia arrabbiato e per questa ragione abbia appiccato il fuoco. Gli autori possono essere stati dei balordi che hanno rubato e poi compiuto un atto di vandalismo. Non possiamo fare per il momento altre ipotesi: non c’è alcuna rivendicazione e in precedenza non abbiamo avuto né avvertimenti o minacce».
Intanto, da subito sono state rivolte alla comunità di Varese parole di solidarietà e vicinanza da parte di tanti fratelli e sorelle di diverse chiese evangeliche. Questa mattina, Giovanni Arcidiacono, il presidente dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (Ucebi), in una circolare informativa alle chiese ha comunicato che, in attesa dei verbali dei vigili del fuoco e dell’esito delle indagini avviate dalla polizia, l’Unione battista ha attivato l’ufficio tecnico e l’ufficio legale per avviare con cura quanto necessario per il ripristino dei luoghi. «Il primo segno di solidarietà dalle chiese consorelle in comunione con l’Ucebi – scrive Arcidiacono – è senz’altro la preghiera al Signore, perché Egli sostenga con la potenza del suo Spirito le sorelle e i fratelli della chiesa di Varese in questa difficile prova, e li aiuti a rafforzare nel vincolo della fede la fraternità e la sororità unitamente alla costanza nella proclamazione della Parola e nella testimonianza nella città in cui è posta».
Segue l’invito alle chiese a dedicare una colletta domenicale per la chiesa di Varese, da accreditare sul conto corrente dell’Unione (intestato a Ente Patrimoniale dell’Ucebi, IBAN: IT31S0100503215000000000008; causale: per la chiesa di Varese).
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