La scrittura nel capitolo 3 del Vangelo di Marco ci fa vedere come Gesù fosse sottoposto a mille tensioni esterne. Iniziato il Suo Ministerio non ebbe più riposo, se non sul monte della preghiera a cospetto del padre.
La folla si accalcava intorno a lui seguendolo in ogni momento, desiderosa e bisognosa di guarigioni. Tanto che la folla lo opprimeva che talvolta faceva preparare una barca per predicare poco lontano dalla riva ma sufficentemente distante dalla “pressione”
Marco 3:9 Egli disse ai suoi discepoli che gli tenessero sempre pronta una barchetta, per non farsi pigiare dalla folla. 10 Perché, avendone guariti molti, tutti quelli che avevano qualche malattia gli si precipitavano addosso per toccarlo.
I religiosi del tempo i Farisei, tramavano per farlo morire in preda all’invidia, concordi pure con i loro nemici Erodiani, pur di sopraffare Gesù. Bestemmiavano il nome di Dio chiamandolo Belzebú o dio di Ecron, demone di malattia, ma pure di guarigione.
Marco 3:22 Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Egli ha Belzebù, e scaccia i demòni con l’aiuto del principe dei demòni». 23 Ma egli, chiamatili a sé, diceva loro in parabole: «Come può Satana scacciare Satana?
L’uomo forte immagine che raffigura Satana e le sue tentazioni, o l’uomo con tutte le sue opposizioni a Dio, l’egocentrico.
Persino i suoi parenti e i suoi famigliari l’opprimevano, ma Egli era scevro da qualsiasi cattiva azione o reazione. Egli era forte di una verità non discutibile, poiché era la legge del tempo, LA PAROLA!
Di fronte alla dichiarazione “Non sta forse scritto…” Nessuno si sarebbe poruto appellare.
L’ insegnamento che ci viene da questo studio è applicabile anche oggi al nostro quotidiano. Come siamo in rapporto a ciò che ci accade? Come agiamo nelle circostanze difficili della nostra vita? come siamo con i nostri famigliari? con il coniuge? come ecuchiamo i figli?
Rispondiamo come Giacomo e Giovanni figli di Zebedeo che il Signore chiamò Boanerges… figli del tuono? Dovevano essere irascibili!
A Cristo ciascuna di queste cose riusciva bene, poiché il Suo Ego non era in competizione con gli avvenimenti esterni. Questa fu l’ umiltá di cui Egli era forte.
Capita a noi di agire in maniera “falsamente” umile… assecondando, perdonabdo, amando, sopportando. Ma in fondo in fondo il nostro Io non si è arreso e basta poco perché si manifesti la vecchia personalità.
È una doppia natura simile alla “schizzofrenia” (Il termine, coniato dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler nel 1908, deriva dal greco σχίζω (schizo, diviso) e φρήν (phren, cervello), “mente divisa” essa raffigura una fase di stallo nella nostra vita.
Ci comportiamo da esseri Spirituali, ma dentro siamo ancora esseri sensuali. Questa divisione creerà forti disagi che possono talvolta sfociare in malattie.
AGGIUSTARE LA VELA DURANTE LA TEMPESTA
Ogniuno di noi vive un quotidiano più o meno difficile, ma è proprio l’insegnamento biblico, il modello cristiano che differenzia coloro che sono nel mondo, ma non sono del mondo da chi non conosce Cristo.
Nella società siamo tutti gente comune, ma…
MARCO 6:3 Non è questi il falegname, il figlio di Maria, e il fratello di Giacomo e di Iose, di Giuda e di Simone? Le sue sorelle non stanno qui da noi?» E si scandalizzavano a causa di lui.
LE PORTE APERTE
Ciò che il Credente è chiamato a fare nel suo cammino di vita e di fede è AGGIUSTARE CONTINUAMENTE IL TIRO, non siamo chiamati come perfetti, ma come perfezionabili, tutti! Tutti tranne Gesù.
La spina nella carne di Paolo infatti lo dimostra, è una porta aperta per metterlo in allarme. Avendo Paolo eccellenza di rivelazione fu reso vulnerabile a motivo del fatto che non si insuperbisse.
Grazie a Dio le circastanze lavorano sempre per noi è sta nella nostra attitudine verso di esse averne benefici o di subirle.
PENSARE ALL’ ESTERNO… COME FANNO I MARINAI.
Lo studio del martedì è sempre molto interessante e anche oggi la Parola ci porta nelle sue profondità.
Si parla della capacità di adattamento alle circostanze avverse della vita e per introdurci allo studio Sorella Angela incomincia con questa bella immagine metaforica:
“Così come un marinaio durante la navigazione regola le vele, a seconda dei venti e della forza del mare, la nostra capacità di adattamento deve tendere a guardare all’esterno, come dire… “mi adatto alle intemperie”.
Il nostro Ego, la nostra parte sensuale (nel senso di governata dai sensi) la propensione della mente umana ad “aggiustarsi” per ottenere il meglio per se stessa, (senza guardare agli altri), ci renderà succubi delle situazioni a cui non abbiamo dato credito. Tanto avremo dato, tanto raccoglieremo.
Il nostro egocentrismo ci ha fatto fare un conto sbagliato, i fattori del nostro calcolo sono sempre avere e mai dare. Non abbiamo guardato fuori per sapere come rapportarci, Non abbiamo guardato agli altri.
Abbiamo seminato egoismo, raccogliremo egoismo! Abbiamo seminato solitudine… raccoglieremo solitudine! Avremo seminato indifferenza…r accoglieremo indifferenza!
Siamo scesi dalla barca per andare verso Gesù, ma non abbiamo fatto attenzione alla tempesta.
Così, Il nostro Ego è una porta aperta a tutte le pessime situazioni che possono accaderci nella vita, se la nostra propensione è trattenere, ma ci viene chiesto di dare, questi pesi diventeranno lesivi.
Ogni situazione si farà pesante, si aggraverà di tutti gli ostacoli che non sapremo come affrontare per via dell’attitudine egocentrica del nostro animo, faranno male non solo verso la nostra persona fisica ma anche a quella psichica.
Non siamo in grado di staccarci dal nostro ego per vivere le difficoltà come se non ci apoartenessero, non siamo in grado di andare in contro ai problemi della vita con forza interiore, con distacco spirituale e ci infanghiamo in esse. Così ogni cosa per noi è un fastidio non solo mentale, ma addirittura somatico.
CACCIARE ISMAELE, ALLONTANARE IL VECCHIO UOMO… LA VECCHIA NATURA.
GENESI 21:10 allora disse ad Abraamo: «Caccia via questa serva e suo figlio; perché il figlio di questa serva non dev’essere erede con mio figlio, con Isacco». 11 La cosa dispiacque moltissimo ad Abraamo a motivo di suo figlio. 12 Ma Dio disse ad Abraamo: «Non addolorarti per il ragazzo, né per la tua serva; acconsenti a tutto quello che Sara ti dirà, perché da Isacco uscirà la discendenza che porterà il tuo nome.
Il conflitto interiore, come ogni conflitto, produce danni, feriti e anche morti. Siamo vittime di malattie e malanni perché abbiamo delle “porte aperte”, delle brecce nel nostro animo, ciò incrina il nostro equilibrio.
Rispondere da se non è la cosa giusta, la vecchia natura non è ancora morta e quella nuova stenta a consolidarsi. La nostra mente vive e pensa in modo promiscuo, la sua doppia identità la fa traballare. Come schizzofrenici viviamo in una duplice persona e questo rende molto fragile il nostro essere che accusa danni fino a perdersi.
Siamo chiusi in noi stessi come una chiocciola, nelle difficoltà ci “rintaniamo” perdendo il senso vero, di ciò che ci circonda.
Ma se guardiamo fuori verso gli altri, lá esiste un “rimedio” una terapia eccellente, infallibile! Essa è alla base della cristianità, è il senso di tutte le cose che provengono da Dio… il dare! e per dare è indispensabile possedere una caratteristica dote… l’amore
I Corinzi 13:3 Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente.
4 L’amore è paziente, è benevolo; l’amore non invidia; l’amore non si vanta, non si gonfia, 5 non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non addebita il male, 6 non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità; 7 soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.
Estratto dallo studio di martedì 16 Marzo 2016 di Sorella Angela Colicchio.
Francesco Blaganò | Notiziecristiane.com
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