Inaugurata “La Casa di Chiara”: appartamento a Roma per ospitare famiglie e donne con gravidanze patologiche

 Ministro Schillaci: modello da seguire e valorizzare. Bellucci: Vicinanza del Governo a iniziativa, proteggere vita è dovere di tutti. Assessori Maselli e Baldassarre: passo importante per Regione Lazio e per dignità vita nascente

Ospitare e assistere, gratuitamente, famiglie e donne che affrontano gravidanze con patologie prenatali che compromettono la salute del nascituro e/o della madre, e per questo necessitano di terapie ospedaliere specialistiche e operazioni chirurgiche intrauterine. È questo il progetto “La Casa di Chiara” – nome ispirato alla testimonianza di Chiara Corbella Petrillo – inaugurato oggi a Roma, alla presenza di istituzioni e autorità civili e religiose, dei familiari di Corbella e dei rappresentanti di Pro Vita & Famiglia Onlus e della Fondazione il Cuore in una Goccia, enti promotori dell’iniziativa.

Un progetto di «grande valore per assicurare un sostegno concreto alle famiglie che affrontano un periodo difficile e delicato, quale è la malattia di un figlio nella fase della gestazione», ha scritto il Ministro della Salute Orazio Schillaci nel messaggio inviato agli organizzatori, ringraziandoli per la «realizzazione de La Casa di Chiara, un modello da seguire e valorizzare».

«Sono qui per rappresentare non solo la mia vicinanza e gratitudine ma anche quella del Governo italiano e del Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni» ha affermato il Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maria Teresa Bellucci, delegata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per presenziare all’inaugurazione. «Questa iniziativa – ha aggiunto Bellucci – è la concretizzazione del diritto di ciascuna vita ad essere protetta, con attenzione, con capacità, con la voglia e il desiderio di proteggere la vita quando è in uno stato di fragilità. Dunque grazie a tutti coloro i quali si stanno spendendo, con questo progetto, per difendere la cosa più preziosa che abbiamo: la vita, che è tale dal concepimento fino al momento della morte. Proteggere la vita è un dovere di tutti».

A inviare i suoi saluti anche il ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani, tramite la sua consigliera giuridica Raffaella Bonsangue.

«Penso a tutte le persone, tutti i genitori che vivono le fatiche delle gravidanze difficili, che poi affrontano il calvario delle distanze, dei problemi delle strutture ospedaliere», ha invece affermato monsignor Benoni Ambarus, vescovo ausiliare della Diocesi di Roma per l’ambito della diaconia della carità. «E’ come se la vita avesse bisogno di un’enorme sala parto – ha aggiunto – un enorme luogo, non fisico, dove dare e ricevere amore. In piccolo, tutto ciò accade con questa struttura, la cui realizzazione ha sicuramente richiesto quella che io chiamo la “testardaggine dell’amore”».

«L’idea è arrivata dalla necessità di dover usufruire di questi servizi, avendo noi come famiglia vissuto un’esperienza di gravidanza patologica, accompagnando nostro figlio nei difficili momenti post parto, fino alla sua salita in Cielo», ha raccontato Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus. «La Casa – ha spiegato – potrà ospitare fino a 3 nuclei familiari per periodi variabili a seconda delle necessità. Basti pensare che solo nell’ultimo anno oltre il 79% delle richieste di assistenza giunte su Roma proveniva da famiglie residenti fuori dalla Regione Lazio, per trattare patologie prenatali molto serie come: malformazioni strutturali, sindromi polimalformative, cromosomopatie (T18, T21, T13), linfangiomatosi e cardiopatie».  Il contributo di Pro Vita & Famiglia, in questo progetto, si concretizzerà, ha concluso Coghe, «nella gestione quotidiana dell’appartamento e nell’assistenza quotidiana alle famiglie con le spese delle utenze, telefonia, per le necessità giornaliere, l’accesso ai servizi pubblici e proposte di intrattenimento educativo e ludico per eventuali altri figli».

«Un luogo pensato con amore e dedizione che sarà un faro di speranza e supporto per coloro che affrontano queste sfide con coraggio» ha spiegato Massimiliano Maselli, assessore all’Inclusione Sociale e Servizi alla Persona della Regione Lazio e delegato personale del Presidente Francesco Rocca. «L’inaugurazione della Casa di Chiara – ha aggiunto – rappresenta un passo significativo verso la promozione della dignità della vita nascente».

Un’iniziativa «importante per la nostra Regione, perché le famiglie che ne avranno bisogno potranno risiedere in questo immobile per tutto il tempo necessario, mantenendo la famiglia unita e garantendo la vicinanza dei propri cari alla donna che affronta una gravidanza difficile», le parole di Simona Baldassarre, assessore alla Cultura, Pari Opportunità, Politiche giovanili e della Famiglia e Servizio civile della Regione Lazio. «Una realtà – ha proseguito – che aiuterà a sostenere maternità e natalità, due valori rispetto ai quali sono doppiamente impegnata come medico e come assessore regionale».

«Conoscevo molto bene Chiara, la sua famiglia, oggi qui presente, e ho vissuto con estrema vicinanza e dolore quando ci ha lasciati il 13 giugno del 2012 – ha invece raccontato Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus – e fu proprio da quel momento che nacque il nostro impegno per la vita e fu fondata Pro Vita, ispirata dalle virtù di amore e perseveranza di Chiara». È stata la sua testimonianza «che ci ha ispirato nel dedicare a lei questa Casa, che vuole dare una risposta assistenziale, psicologica, medica e anche spirituale, quindi un’alternativa concreta all’aborto ricercata da tante famiglie che desiderano accogliere i propri bambini nonostante la patologia».

«Come Fondazione il Cuore in una Goccia abbiamo accolto con gratitudine l’iniziativa di fornire sostegno e aiuto alle famiglie con gravi patologie fetali che da tutta Italia si rivolgono a noi per essere affiancate e accompagnate» ha infine spiegato Giuseppe Noia, Professore associato dell’Università Cattolica di Medicina Prenatale e presidente della Fondazione. «I nostri servizi sociosanitari non si fermano alla sola risposta medico-clinica-scientifica, ma abbracciano la coppia, la famiglia con tutta un’altra serie di supporti solidali: consulenze ed assistenza medico scientifica insieme a una rete familiare e testimoniale e a un’assistenza spirituale che viene completata dal supporto psicologico e quando necessario anche economico. Una medicina, dunque, fatta di aiuti concreti che serve la vita fragile e produce tracciati di speranza».

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