Dal medico al giornalista, dall’albergatore all’insegnante: ecco come si obbliga a peccare, costringendo ad agire contro coscienza. Nei Vangeli si legge che Gesù nasce in una mangiatoia perché non c´è posto per lui nell’albergo. L’evangelista Luca usa il termine “katálüma” che indica la stanza comune, poco importa che fosse un´abitazione privata o una locanda, non c´era posto per Gesù che viene. E oggi?
Dopo duemila anni quale è la situazione nella stanza comune della vita pubblica? In Corea del Nord i dissidenti che portano con sé una Bibbia sono abitualmente giustiziati. In Nigeria, Kenya, Sudan, Libia, Siria, Egitto, India e tanti altri Paesi i cristiani vengono aggrediti, percossi, mutilati, uccisi, le loro proprietà distrutte, le chiese date alle fiamme. L´Osce fornisce la cifra di 160.000 cristiani che nello scorso decennio sono stati annualmente uccisi a causa della loro appartenenza religiosa. Se questi fratelli pagano col sangue la loro fedeltà al Signore, cosa accade nell´occidente ebbro di relativismo democratico?
Prima venne che “il buon medico non obietta”, i medici, quelli buoni devono fare gli aborti, devono prescrivere contraccettivi criptoabortivi, possono deontologicamente avere irrilevanti convincimenti etici, ma non una coscienza obbligante. Con i medici sono entrati nelle liste dei cristiani da piegare alla servitù del Leviatano farmacisti, infermieri, ostetriche. È proseguito nel New Mexico con Elaine Huguenin condannata a pagare migliaia di dollari per avere rifiutato il photo-book di fidanzamento a Vanessa Willock con la compagna. Secondo uno dei giudici il compromesso con i propri valori religiosi “è il prezzo della cittadinanza”. Poi è toccato a Jack Phillips che in Colorado rischia 1 anno di galera per essersi rifiutato di preparare la torta nuziale ai signori Charlie Craig e David Mullins. Stesso problema in Oregon per Aaron e Melissa Klein che hanno dovuto chiudere la pasticceria dopo l’uragano di offese e minacce che è seguito alla denuncia per non avere voluto preparare la torta nuziale alle signore Rachel Cryer e Laurel Bowman. Non solo fotografi e pasticceri. Nello Stato di Washington è toccato alla fioraia Barronelle Stutzman vedersi denunciata per avere detto di no all’addobbo della cerimonia omo-nuziale di Robert Ingersoll col partner Curt Freed. Dall’altra parte dell’oceano non è andata meglio ad Hazelmary e Peter Bull, i coniugi proprietari di un bed & breakfast in Cornovaglia, che sono stati multati di 3600 sterline per avere offerto due singole, ma non il letto matrimoniale a Steven Preddy e il compagno Martin Hall. Ora la loro attività di una vita intera è in vendita dopo il boicottaggio da parte delle agenzie di prenotazione e i numerosi atti di vandalismo.
Neppure il “mestiere” di genitore è al sicuro. Provare per credere andando a domandare a Arthur e Anna Wiens, o a Eduard e Rita Wiens, condannati a 138 giorni complessivi di galera per essersi rifiutati di mandare i 4 figli di 9 e 10 anni ad assistere alle lezioni obbligatorie di educazione sessuale dal programmatico titolo tardo sessantottino “il mio corpo è mio”. In Svizzera è iniziata l’operazione di indottrinamento per i bambini a suon di scatole del sesso, peni di legno e vagine di peluche, come ha raccontato con ampi dettagli su la Bussola Tommaso Scandroglio. In Italia abbiamo assistito al professore Enrico Pavanello, docente di religione ad un liceo classico di Venezia, costretto alle scuse per avere osato presentare la dottrina cattolica sull’omosessualità. Diffusione planetaria ha poi avuto il mea culpa in multilingua di Pietro Barilla, per l’omofoba pretesa di pubblicizzare la propria azienda mostrando la famiglia formata da un uomo e una donna. L’ordine del Lazio ha varato le linee guida per gli psicologi, manco a dubitare totalmente conformi all’impostazione affermativa. Condotte terapeutiche ispirate da prospettive scientifiche difformi sono a rischio di deferimento. Sempre in Italia è stato varato il decalogo gay-friendly per i giornalisti. La parola d’ordine è “it’s okay to be gay”, il povero giornalista è avvertito, come ancora su La Bussola ha riferito Massimo Introvigne.
Allora, proviamo a fare le somme: medici, infermieri, farmacisti, ostetriche, psicologi, fotografi, fioristi, giornalisti, pasticceri, albergatori, insegnanti, imprenditori e persino quello di genitori sono tutti mestieri, professioni e ruoli che la secolarizzazione anticristiana sta rendendo incompatibili con la propria fede. E molti altri ambiti sono potenzialmente minati. Come per Gesù, anche per costoro non c’è posto nell’albergo della società. A questi nuovi cristeros non viene impedito il culto, ma qualcosa di non meno importante: viene imposto il peccato, giacché agire contro coscienza significa sempre peccare. I cristiani vedono sempre più restringere i territori su cui potere vivere da cristiani. Ogni giorno interi appezzamenti ci vengono sottratti. Certo possiamo tirare un sospiro di sollievo per non avere perso un´intera regione in un colpo solo sotto la mannaia della risoluzione portata in Europa dalla signora Estrela; l´abbiamo scampata per sette provvidenziali voti, ma se ci guardiamo intorno vedremo qualcosa che già videro gli occhi di Baliano di Ibelin affacciandosi dalle mura di Gerusalemme la mattina del 20 settembre 1187: un esercito soverchiante che cinge d´assedio le mura per distruggere ogni traccia di cristianità.
I binari paralleli dei diritti riproduttivi e dell´agenda gender portano i cristiani alla meta certa del campo di concentramento dove lì rimarranno per un po´ in attesa della soluzione finale. Stiamo a grandi passi avvicinandoci alla linea rossa, quella che indica nella violazione dell’ordine morale, dei diritti fondamentali dell’uomo e della legge di Dio, i limiti all’obbedienza all’autorità. Preghiamo perché i pastori abbiano la virilità sufficiente auspicata dal direttore Cascioli per condurre oggi la vigorosa e pacifica battaglia, prima che al popolo di Dio non rimanga che la scelta tra abiura e resistenza (CCC 2243).