John Mpaliza è un ingegnere informatico di 45 anni, nato nella Repubblica Democratica del Congo, che da 21 anni vive in Italia. A partire dal 2013 ha lasciato il lavoro ed è diventato “Peace walking man”, un camminatore per la pace. La sua attività quotidiana lo ha messo di fronte alle grandi contraddizioni di questa epoca: gli strumenti tecnologici che lui e tutti noi maneggiamo hanno come componente fondamentale il coltan, minerale composto da una miscela complessa di columbite e tantalite. Per il possesso delle miniere e delle aree estrattive si combattono in Africa guerre fratricide, nel complice silenzio occidentale, patria delle multinazionali che gestiscono gli acquisti con i governi fantoccio che via via si avvicendano nel ginepraio sub-sahariano. Il Congo è uno dei paesi più ricchi al mondo di minerali ma è agli ultimi posti per l’Indice di sviluppo umano, risultando quindi tra i più poveri del pianeta. La visita al suo paese Natale nel 2009 ha per John l’effetto di uno shock: grande quanto tutta l’Europa occidentale il Congo è straziato da 10 milioni di morti, caduti sotto i colpi dei signori della guerra che trattano direttamente con i grandi marchi stranieri la vendita dei minerali. A ciò si somma la tragedia dei bambini utilizzati sia per attività estrattive che come soldati in questa carneficina impazzita.
Da allora John ha fatto maturare il suo progetto: con le marce può toccare molte città e provare a sensibilizzare opinione pubblica e classe politica sui disastri provocati dallo sfruttamento delle risorse in Africa, come se la colonizzazione non fosse mai tramontata. Ne ha organizzate diverse in questi ultimi anni, e ora dall’inizio di maggio ha intrapreso la più ardita: in marcia da Reggio Emilia a Helsinki, pellegrino testimone di coscienza, con in testa l’idea ben precisa di sollevare il velo su questa immane catastrofe. Helsinki non è scelta a caso, ma in quanto sede della azienda Nokia, colosso mondiale delle telecomunicazioni, scelto come emblema di tutte le multinazionali coinvolte.
Da oggi è a Trieste dove, come ci racconta il pastore Ruggero Marchetti « avrà alcun incontri con organizzazioni, scuole e ambienti cittadini; da parte nostra, abbiamo raccolto volentieri la sollecitazione che ci è stata rivolta e abbiamo pensato di chiedergli di tenere un incontro anche nella nostra chiesa metodista di Scala dei Giganti. Sarà un segno della solidarietà che sentiamo di avere verso tutte le vittime delle ingiustizie sociali ed economiche di questa nostra società globale dominata dal denaro, ed in particolare verso un grande, povero ricco paese come il Congo ex belga, da secoli vittima della spietatezza del potente primo mondo. Sarà il nostro impegno a dare voce a chi non ha voce, che per averla deve usare i piedi, come fa nella sua lotta non-violenta per rivendicare i diritti del suo popolo il nostro fratello in umanità John Mpaliza».
L’appuntamento è fissato per sabato 6 giugno alle ore 18, nei locali della Chiesa metodista.
Claudio Geymonat
da: riforma.it/
Foto via Facebook
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