Care lettrici, cari lettori, qualche tempo fa, dopo una gita insieme, un amico mi fece notare una certa modalità comunicativa: “ti sei accorto che abbiamo fatto ripetutamente osservazioni critiche su questa e su quella persona ma mai su noi stessi?”.
E sì, dobbiamo ammetterlo, com’è difficile osservare e soprattutto condividere i propri “difetti”. Di solito temiamo il giudizio dell’altro ma anche il proprio sguardo critico nei nostri meccanismi interiori, come se la struttura del nostro io ad un tratto potesse creparsi e magari crollare. Ma può un credente avere paura di affilare la vista?
Di fronte a Dio possiamo stare unicamente per come siamo, non solo certi che egli “ci ha esaminato e ci conosce” (Salmo 139), ma anche perché il rapporto con Dio, così come i nostri rapporti umani, vivono se c’è trasparenza.
Ci occorre la stessa fiducia del Salmista, quando prega il Signore di non giudicarlo, dal momento che nulla gli è nascosto, anche l’evidenza più nuda della nostra umanità.
Se ci fidiamo di Dio, che secondo Gesù è, oltre a Creatore anche Padre amorevole, possiamo anche liberarci dalla paura di osservarci dentro, facendo quel passo decisivo fuori dalle nostre emozioni e rivolgendo lo sguardo in noi stessi. Dio non ci “giudica” per annientarci ma per rimetterci nelle giuste proporzioni rispetto alla vita.
Probabilmente sarà un’impresa che ci farà crescere riconciliandoci e dandoci forza ed inizierà anche a piacerci.
Amen.
Alberto Rocchini è pastore luterano a Torre Annunziata (Na)
https://riforma.it/2024/09/19/imparare-a-guardarsi-dentro/
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