Oltre 10 sarebbero i migranti annegati nel Canale di Sicilia mentre tentavano di aggrapparsi a una gabbia per l’allevamento di tonni trainata da un motopesca tunisino. Lo hanno riferito i 95 superstiti, che erano a bordo di un gommone, una volta giunti a Lampedusa. Il racconto dei superstiti, alcuni dei quali hanno parlato addirittura di una decina di vittime, è ancora al vaglio degli inquirenti che lo valutano con grande cautela per la mancanza di riscontri. Secondo la ricostruzione fatta dai sopravvissuti, i loro compagni sarebbero finiti in mare dopo che l’equipaggio del motopesca «Khaked Amir» aveva tagliato il cavo che trainava la gabbia. Alcuni avrebbero anche tentato di salire sul peschereccio, ma sarebbero stati respinti con la forza. La tragedia sarebbe avvenuta a 85 miglia a Sud di Malta. I naufraghi erano stati avvistati poco prima della mezzanotte da un aereo della Marina Militare maltese, in parte ancora sul gommone alla deriva in parte aggrappati alla gabbia dei tonni. Sul posto era stata dirottata una delle motovedette della Guardia Costiera italiana, impegnate nella notte in diverse operazioni di soccorso nel Canale di Sicilia, che aveva tratto in salvo i 95 migranti poi trasferiti a Lampedusa. Non è la prima volta che i migranti, o perchè provati dalla lunga traversata o perchè in difficolta, si lanciano verso le gabbie galleggianti come se fossero enormi ciambelle di salvataggio. Nel maggio di cinque anni fa 27 somali rimasero aggrappati per tre giorni alle gabbie del motopesca maltese «Budafel», prima di essere soccorsi da una nave della Marina Militare italiana, perchè l’armatore si rifiutava di farli salire a bordo temendo di perdere il carico di tonni.
L’immagine dei migranti abbarbicati ai galleggianti della gabbia fece il giro del mondo. Successivamente altri migranti utilizzarono la stessa tecnica con l’obiettivo di essere tratti in salvo dalle motovedette. In mattinata si sono concluse, con l’arrivo delle motovedette della Guardia costiera nel porto di Lampedusa, le operazioni di soccorso che hanno caratterizzato la giornata di ieri e la notte tra sabato e domenica. Complessivamente sono 259 le persone tratte in salvo nel Canale di Sicilia in tre distinti interventi, dopo che ieri erano approdati sulle coste siciliane oltre 600 migranti. I primi ad arrivare, alle 5.30 di stamattina, i 109 migranti – tutti uomini di presunta nazionalità eritrea – imbarcati su Nave Libra della Marina Militare e su una motovedetta della Guardia costiera. Alle 7 sono approdati anche i 95 migranti soccorsi questa notte da una motovedetta della Guardia costiera e da una della Guardia di finanza mentre erano aggrappati a una gabbia per tonni trainata da un motopesca tunisini. Dieci minuti dopo sono giunti in porto anche i 55 migranti – tra cuii 8 donne e un minore – soccorsi prima dal peschereccio italiano “End” e successivamente trasbordati su una motovedetta della Guardia costiera. Infine, lungo il litorale di Siracusa, tra Punta del Pero e Terra Uzza, in nottata sono stati rintracciati a terra dalla Polizia 20 migranti.
Qualche giorno fa Maroni ( l’ex ministro dell’Interno che si attribuiva meriti, non suoi, nella cattura di mafiosi e nei sequestri di beni), attuale presidente della Regione Lombardia, in un’intervista al Corriere della Sera, “temeva” che potessero riprendere gli sbarchi di migranti a Lampedusa. In realtà, come abbiamo riferito, nell’isola, gli sbarchi non sono mai cessati, neanche in questo scorcio di anno, se si pensa che su 4.250 stranieri approdati sulle coste italiane, alla data del 25 maggio u.s., ben 2.224 erano giunti proprio a Lampedusa. Ma tant’è! Maroni non perde occasione per ricordarci della sua provenienza politica. Anche sui famigerati CIE, dopo le ripetute e circostanziate denunce sulle pessime gestioni fatte da vari organismi non governativi (Medu nel 2012, Msf nel 2004 e 2010), commissioni ministeriali (De Mistura nel 2007, Ruperto nel 2013) e da una commissione senatoriale nel 2012, si rilevano ancora situazioni precarie con un continuo via vai di stranieri delle più diverse nazionalità e nelle condizioni personali più disparate. Si rifletta, ad esempio, che nel corrente anno, alla data del 25 maggio, sono “transitati”, nei nove Cie attualmente disponibili (alcuni con una capacità ricettiva ridotta, altri temporaneamente chiusi per lavori di ristrutturazione dopo i danneggiamenti arrecati in occasione di rivolte), 2.233 stranieri, di cui quasi la metà (1.084), in prevalenza uomini, rimpatriati e 160 allontanatisi arbitrariamente. Nei confronti di 300 persone (240 uomini e 60 donne), poi, i giudici di pace competenti per territorio non hanno ritenuto di convalidare il provvedimento di trattenimento emesso dai questori. Per altri 133, invece, scaduto il termine massimo di permanenza (può arrivare fino ad un massimo di 18 mesi), senza che vi sia stata la possibilità di identificazione, sono stati dimessi dal centro che li “ospitava”. Dimissione che è avvenuta anche per “altri motivi” (donne in stato di gravidanza, accoglimento del ricorso contro il provvedimento di trattenimento, grave stato di salute) nei confronti di 458 persone (396 uomini e 62 donne). Soltanto per 61 stranieri “trattenuti” è stato riconosciuto il diritto alla protezione internazionale mentre per 37 stranieri ( di cui due donne), sono scattate le manette dopo la commissione di delitti.
Noi di notiziecristiane.com continuiamo ad essere tra quelli che sono contrari a questa carcerazione preventiva di persone che non hanno commesso alcun delitto e credo che, con una attenta riforma legislativa, aggiornando il testo unico sull’immigrazione, abolendo il reato di clandestinità, si possa trovare il sistema di rimodulare le espulsioni per renderle effettive senza “carcerare” nessuno, rispettando di più le persone che fuggono dai loro paesi in cerca di un mondo migliore dove vivere.
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