Immigrati. La Svizzera chiude le porte, la Spagna spara (12 morti) e l’Europa che fa? Sgrida l’Italia

download (2)Nell’Unione Europea si è consolidata la convinzione dell’intangibilità delle decisioni comunitarie: i tempi per la formazione dei provvedimenti sono lunghi e complessi, i negoziati sfibranti, i compromessi mai audaci, e questo contribuisce a spiegare perché, una volta che si giunge a un risultato, quale che sia, porlo in discussione equivale a lesa maestà. Poi accade che in Svizzera ventimila elettori – un quartiere di una qualsiasi città europea – facciano pendere la bilancia del referendum dalla parte di chi sull’immigrazione chiede maglie più strette, e Bruxelles si fa prendere da una crisi di nervi: “egoismo, xenofobia, accordi economici a rischio”. E si immagina di risolvere qualcosa in questo modo?

Certo, essere geograficamente nel mezzo del Vecchio continente, aver fruito fino a un recente passato di arrivi da oltre confine senza tanta attenzione per la dignità delle persone, rispondere alla crisi tirando bruscamente il freno, può soddisfare politicamente chi usa l’immigrazione per alimentare una perenne campagna elettorale, ma non affronta un solo problema. Larisposta nevrotica dell’Europa è però l’esito diretto della incapacità di porsi in modo organico di fronte alla questione; e ci sono dentro pure l’egoismo degli Stati del Nord, che rifiutano di preoccuparsi delle tragedie che accadono nel Mediterraneo, e l’assenza di iniziativa degli Stati che affacciano nel Mare nostrum.

La scossa del referendum svizzero può essere salutare a condizione di persuadersi che molto terreno va recuperato, e non può reggere una Unione in cui l’Italia è costantemente sotto pressione per gli sbarchi, nonostante le migliaia di vite che salva, la Spagna spara (e uccide: 12 persone, nell’indifferenza generale) chi supera i confini senza permesso, mentre il commissario Malmström bacchetta Roma e ignora Madrid.

Fonte: tempi.it


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