L’America è sotto attacco, dice qualcuno. Lo è da tempo, visto che l’attentato alla pista ciclabile di New York, come la strage di San Bernardino o le bombe alla Maratona di Boston sono solo la coda lunga di quanto accadde l’11 Settembre 2001. Nulla di differente da quanto ci si potesse aspettare, negli Usa come in Europa, nel mondo arabo e in Medioriente. Gli Stati Uniti non dovrebbero stupirsi di quanto accade sul loro territorio, visto che l’amministrazione precedente guidata da Obama e dalla signora Hillary era la testa di ponte per quanto riguarda l’espansione di certi movimenti di pensiero. E d’azione.
Sotto di loro scoppia la Primavera Araba, il jihadismo devasta la Siria e l’Iraq, nasce Isis, viene ucciso Gheddafi, in Egitto salgono al potere i Fratelli Musulmani (poi spodestati da Al Sisi), in Libia viene trucidato il console americano Stevens senza che nessuno se ne prenda la responsabilità. E stupisce che negli Usa qualcuno si sia radicalizzato? Magari dopo qualche viaggio dove l’estremismo è la regola? Evidentemente molti fanno finta di cadere dalle nuvole, mancando gravemente di rispetto a chi la vita ce l’ha rimessa davvero in questi e altri attentati.
È interessante notare la comparsa e poi repentina scomparsa delle opinioni forbite secondo cui ormai il terrorismo non esiste più, per cui quelli che massacrano civili indifesi su una pista ciclabile sono dei disadattati. Non appena iniziano ad emergere i pc, gli smartphone, gli indizi e le connessioni questa nuvola distrattiva si dirada velocemente. Sono molti i sospetti che mi girano nella testa in queste settimane e nonostante le immagini e i resoconti ci dicano che quest’uomo (forse insieme ad un altro) si è ispirato ad Isis, non mi sfugge quella sottile ma insistente sensazione di ‘qaedismo’ sotto traccia; non nell’azione in sé bensì nel meccanismo tramite cui essa viene ad essere preparata.
Tramite l’indottrinamento che questi personaggi ricevono in moschee fai da te, l’odio verso l’Occidente di matrice prettamente qaedista, a cui poi mescolano ciòche sul web trovano, tutto firmato galassia Isis: video, manuali, preghiere, discorsi. L’unione fra Isis e Al Qaeda (ancora viva) che non si è realizzata sul campo, se non per rari esempi, si compie nella realtà del jihadismo fai da te. Il suolo americano è terra di conquista, nè più nè meno di quanto non lo sia quello europeo: del resto il meccanismo di svuotamento delle fondamenta culturali e valoriali è pressoché lo stesso.
Qui il passato cristiano, giudaico, greco e romano non deve esistere più. Lì le radici che affondano nella scoperta di Colombo nemmeno. E mentre il vuoto si allarga, si allarga anche la platea di forze che si candidano a riempirlo. Quando c’è un grave vuoto di potere in una nazione, la storia ci insegna che spesso sono i militari ad occuparlo perché forza organizzata. In Egitto quando cadde (venne fatto cadere) Mubarak, che incarnava l’esercito, chi prese il suo posto? I Fratelli Musulmani, unica forza organizzata al momento. Chiediamoci allora: chi è pronto a prendere lo spazio in Occidente quando il processo di svuotamento sarà completato?
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook