Pensi di non avere valore? Non ti senti apprezzata? Sembra che il ruolo che ricopri non ti soddisfa pienamente e magari a volte pensi che in situazioni diverse avresti potuto fare di più per Dio e per la sua opera, mentre ora ti senta “legata” al tuo stato di vita? Oggi desidero incoraggiarti dicendoti che tu SEI PREZIOSA e che quello che Dio ha messo dentro di te non può essere contenuto e trattenuto da nulla.
Tu puoi stare nel luogo dove Dio ti ha messo e sprigionare una potenza trasformatrice per tante situazioni e persone.
Non ci credi?
Allora permettimi che ti parli della storia di una donna poco conosciuta ma davvero unica nel suo genere.
Questa donna si chiama Debora e il significato del suo nome è: “UN APE”
Ella fu un giudice in Israele.
Su questa donna si sa davvero molto poco. Si parla poco delle sue origini e della sua famiglia e poi sembra una figura che “scompare” nel nulla. Mentre degli altri giudici di Israele ci viene detto che morirono ed ebbero poi come successori altri giudici, di Debora non si parla nemmeno della sua morte, forse questo avvenimento non era degno di nota per quei tempi come lo era la morte degli uomini.
La Bibbia dedica a lei però ben due capitoli e in essi, tramite il vissuto di questa donna troviamo davvero tanti insegnamenti utili ed incoraggianti per tanti di noi ma soprattutto per le donne. Vedrai come sia stupenda la storia di questa donna, e da oggi può diventare la TUA storia.
Analizza e rifletti insieme a me alcuni passaggi:
– Fu il quarto giudice in ordine di tempo in Israele dopo Otniel, Eud e Samgar, ed esercitò questa funzione per 40 anni, circa dal 1160 al 1121 a.C.
Fu parte dei 12 giudici maggiori di Israele.
– Il termine in ebraico GIUDICE ha valore di governo, infatti si possono considerare vere e proprie guide militari che accompagnavano il popolo nella difesa dai nemici. In particolare Debora liberò gli ebrei dall’oppressione dei Cananei, mentre per esempio Gedeone (Giudici 6-8) e Sansone (Giudici 13-16) dai Filistei.
– Essere donne e uomini di pace non significa essere solo miele. Ape-Debora oltre ad essere saggia e dolce è anche pungente… si schiera in battaglia, desidera liberare il popolo dalla presenza dei Cananei, chiama Barac e fa radunare ben 10.000 uomini.
– Ella è l’unica donna che, nella storia biblica, ha vissuto con il compito di giudice del popolo
– La palma come è noto, è un albero carico di simbolismo, ha dei significati meravigliosi che rispecchiano quello che noi siamo in Cristo; nell’antico medio oriente era ritenuto anche un albero sacro, la sua immagine designa la gloria di Dio. Pensate che le pareti e i battenti del tempio di Salomone erano ornate da palme (1 Re 6,29-35). Ed ecco che in prossimità del santuario di Betel, sotto la palma, Debora rivela la gloria e la giustizia di Dio. La Gloria che si manifesta in favore del popolo di Dio spesso per liberarlo dalla schiavitù e dalla oppressione. Sotto la palma di Debora la gloria di Dio illumina e schiariva il cammino del popolo.
Perché mai sotto una palma? Qualcuno asserisce dicendo che era per via della proibizione di trovarsi in luoghi appartati con membri dell’altro sesso. La palma, con le sue alte fronde, permette a tutti di vedere chi sta sotto.
– Dio sceglie una donna come giudice alla guida del popolo eletto. Le donne soprattutto a quei tempi erano comunemente considerate una categoria debole, inferiore. Dio nel suo modo di agire molte volte sceglie i più “deboli” per confondere i forti: “ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio. 1 Corinzi 1:27-29
Lo stesso concetto lo sottolinea nei Vangeli Gesù (Lc 13,30).
– Fu Debora a ideare il piano militare, facendo in modo che i cananei si trovassero fra due fronti (Giudici 4:6,11,14-16) quindi anche la sua mente era da stratega.
– Stupisce di trovare una donna alla guida del popolo eletto, una donna che assume compiti di profetessa, giudice e combattente, lei stessa scenderà in battaglia con Barac. Una donna che non brilla per riflesso di luce maschile, quale moglie o sorella di un ministro di Dio anzi e Barac che brillerà per riflesso di luce di Debora.
“Che dirò di più? Poiché il tempo mi mancherebbe per raccontare di Gedeone, Barac, Sansone, Iefte, Davide, Samuele e dei profeti, i quali per fede conquistarono regni …” (Ebrei 11:32-33)
La gloria va a Dio, tramite l’uomo; ma in tempi difficili, molte volte il Signore si serve di donne per spingere gli uomini ad alzare gli occhi dalla loro triste condizione, ad incoraggiare la loro fede e riporla su Cristo che li conduce alla vittoria! Barac figura nel libro di Ebrei come un eroe, ma la sua fede è stata incoraggiata e supportata da Debora, una donna meravigliosa, con una fede possente nel suo grande Dio. Possiamo tranquillamente affermare che: la fede di una donna arriva talvolta dove gli uomini non arrivano.
Debora, moglie di Lappidot e Iael, moglie di Eber, furono due donne che seppero stare nel luogo in cui Dio le aveva poste, il loro ruolo era ricoprire quella posizione:
– Debora era nella sua casa sotto la palma, fra Rama e Betel
– Iael abitava nella sua tenda
Ma la loro fede ed il loro coraggio ha brillato al punto da eclissare quella degli uomini d’Israele. Dei loro mariti non ci viene detto assolutamente nulla. Esse sicuramente hanno mantenuto il loro ruolo di donne e di mogli, lasciando agli uomini il compito di andare in battaglia, ma hanno avuto un ruolo chiave nell’esito della guerra.
La loro abitazione, la loro posizione come donne in quel contesto storico poteva risultare “limitante”, ma non fu così per la loro fede. La loro fede non fu chiusa in un luogo, non fu chiusa in un “ruolo” ma divampò fuori e caratterizzò l’esito della guerra, ci fu una grande vittoria.
Ricorda la tua fede non può essere legata! L’ Evangelo è potenza!
“Per il quale io soffro fino ad essere incatenato come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata”. 2Timoteo 2:9
Infine troviamo il cantico di Debora che non è solo importante per il suo valore storico. È importante anche per il suo valore letterario: esso è intriso d’impeto lirico e fascino poetico. Il linguaggio espresso ti dà l’impressione di essere lì con lei a festeggiare e lodare Dio.
Un giorno anche tu come Debora eleverai a Dio “un canto nuovo” per quello che lui farà con te e attraverso te.
Francesco Caldaralo – notiziecristiane.com
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