Giappone anni ’70, una ragazza dal nome Yoneko aveva perso da poco la madre. Adesso, poco più che sedicenne, Yoneko si trova a porsi delle domande molto profonde: qual’è il significato della vita; perché esistiamo; che senso ha tutto questo. E’ tutta una corsa verso il niente, un nascondere sempre le lacrime. La vita è tutto un insieme di avvenimenti sgradevoli. Spesso per strada guardava le persone e si chiedeva: perché costui vive? Che senso ha la sua vita? Aveva paura della morte ma aveva più paura di vivere. Viveva in casa con sua sorella, suo fratello maggiore e suo padre. In casa era quasi proibito pronunciare il nome della madre, il padre lo faceva per le figlie che erano deboli ma anche per la tradizione giapponese.
Cercò varie risposte anche nei libri filosofici, ma niente, non trovò nulla. Decise di farla finita con questa vita inutile, perché lei vedeva ogni cosa in negativo. Amava rifugiarsi sulla spiaggia è guardare il mare. Più volte salì sulla scogliera e decise di tuffarsi, non ebbe il coraggio per farlo. Dopo la scuola, dove era una ottima studentessa, passava il pomeriggio con gli amici, fra giochi, Bowling, pattinaggio ed altre attività cercando di trovare il senso a questa vita, ma niente anzi quel vuoto cresceva ogni giorno a dismisura. Più cercava risposte più era convinta che il suicidio era l’unica alternativa buona per i suoi problemi. Un pomeriggio uscendo dal bowling decise di prendere il treno da sola senza amici dove il pensiero era diventato molto forte riguardo al suicidio, e decise che questa volta sarebbe stata più che sicura a raggiungere il suo scopo. Prese il treno ma sbaglio la corsa, prese un treno per un altro, così ritornò indietro, ma stranamente il treno fermava sempre nella stessa stazione. In questa stazione da qualsiasi parte ti mettevi non potevi non notare una chiesa evangelica con una croce grandissima visibile da qualsiasi posto. Yoneko notò questo dettaglio ma non gli fece alcun effetto, lei era depressa e di un’altra religione. Si fece sera ma non riusciva mai a ritornare sul suo treno. Per ben sette volte ritornava nella stazione di sempre. Mentre dal megafono annunciavano l’ultimo treno per la sua destinazione, Yoneko si decise che meglio del mare di casa sua era meglio il treno, e si gettò sui binari. Fu travolta dal treno in corsa ma stranamente non morì, perse un braccio, 2 dita di una mano e perse l’uso delle gambe. Per lei fu molto drammatico perché non era riuscita nell’intendo di morire, e adesso per giunta era menomata. Dovette rimanere quasi un anno in ospedale, e tutto ciò non fece che far salir di più la sua rabbia, e incominciò ad escogitare un piano di riserva per morire. I dottori gli davano pillole per i dolori, e altre terapie, ma non li prendeva fino a conservarsene un centinaio di pillole per poi prenderne tutte insieme. Ma il giorno prima di ingerire le pillole, un gruppo di studenti, due ragazze e un ragazzo, che girava nell’ospedale gli parlarono di Gesù e della salvezza. Yoneko fu un po’ infastidita dalla storia di Gesù, ma non disse nulla. Quella sera però stranamente si addormentò e si dimenticò di ingerire le pillole che aveva preparato. Così il giorno dopo si ripresentarono di nuovo i ragazzi e gli parlarono ancora dell’amore di Cristo. Gli fecero sentire dei nastri di registrazione di altre persone convertite all’Evangelo. Gli regalarono una Bibbia, e giorno dopo giorno la Parola del Signore incominciò a far breccia nel suo cuore stanco è deluso.
Dopo mesi Yoneko dette il suo cuore a Gesù Cristo e diventò una Sua figliola. Un pomeriggio mentre erano nel giardino dell’ospedale, Yoneko viveva su di una sedia a rotelle era oramai paralitica. Un ragazzo del gruppo disse: “Se Gesù ha salvato Yoneko, gli può dare anche la guarigione delle gambe!” Così incominciarono a pregare per la guarigione. Mentre che il gruppo pregava una corrente incominciò a scorrere nelle sue gambe, e dopo qualche minuto con l’aiuto di un fratello, Yoneko riuscì ad alzarsi e a camminare. La mano potente del Signore avevo operato grandemente. Qualche mese dopo uno dei ragazzi che aveva seguito Yoneko fin dal principio gli chiese di sposarla e così Yoneko, tra lacrime di gioia, per aver incontrato prima il Salvatore e poi il senso della vita, adesso incontrò anche marito, che l’ama ancora intensamente. I due lavorano tutt’oggi per il Signore, hanno due figlie grandi e Yoneko ha cura di tutte le ragazze che non riescono a dare un senso alla propria vita, persone depresse. Ma prima di chiudere questa testimonianza vorrei parlare di quella chiesa evangelica con una grossa croce. Il pastore di quella chiesa, a causa di tanti suicidi avvenuti proprio in quella stazione ferroviaria, aveva fatto mettere una grossa croce visibile da qualsiasi punto della stazione. Aveva inoltre programmato incontri di preghiera giornalieri proprio per quelli che erano tentati al suicidio. Niente sale in cielo a vuoto se detto con il cuore, e niente scende dal cielo che il Signore non abbia benedetto.
Si, le preghiere di quei santi salvarono Yoneko e il Signore è sempre pronto a benedire chi ha un cuore propenso ai Suoi comandamenti.
Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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