Il Suicidio Assistito arriva oggi in Parlamento. Sarà una deriva pro-morte o ci salveremo?

Inizia oggi alla Camera dei Deputati la discussione generale sul testo della legge che vorrebbe introdurre in Italia il suicidio assistito, quando cioè il farmaco necessario a uccidersi viene assunto in modo autonomo da un individuo. Il testo, chiamato “Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita”, vorrebbe rispondere a quanto previsto dalla Corte costituzionale con una sentenza del 2019 che stabiliva una serie di criteri che rendevano non punibile l’aiuto al suicidio.

I tempi potrebbero però essere molto lunghi – sia in caso di approvazione sia per un’eventuale (si spera) bocciatura del Testo Unico – siccome non c’è un accordo unanime sul testo all’interno della maggioranza.

La bozza originaria del testo in discussione alla Camera è nata dall’accorpamento di varie proposte presentate negli anni da diversi partiti politici. Lo scorso luglio la bozza era stata approvata dalle commissioni congiunte Giustizia e Affari sociali della Camera con i voti a favore di PD, M5S, LeU, Italia Viva, Azione e +Europa, e quelli contrari del centrodestra (Lega e Forza Italia) insieme a Fratelli d’Italia.

La proposta ricalca, come detto, una una sentenza della Corte Costituzionale. Nel 2019, infatti, la Corte era intervenuta sulla morte di Dj Fabo, stabilendo che a determinate condizioni non è punibile una forma di eutanasia definita assistenza al suicidio, cioè quando una persona di fatto permette a un’altra di suicidarsi. Concretamente, la sentenza aveva stabilito che in Italia si può aiutare una persona a morire senza rischiare di finire in carcere se quella persona ha una patologia irreversibile, se la patologia irreversibile le provoca sofferenze fisiche o anche solamente psicologiche per lei intollerabili, se la persona è pienamente capace di decidere liberamente e consapevolmente, e se è tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale.

Per quanto riguarda, invece, la discussione che inizia oggi e il successivo iter, molti analisti parlamentari ritengono che non si arriverà a votare la legge sul suicidio assistito prima di Natale e che quasi certamente il voto slitterà a fine gennaio o febbraio. In mezzo, infatti, ci sono scadenze importanti e imprescindibili per il Parlamento, come la Legge di Bilancio e, a gennaio, l’elezione del Presidente della Repubblica. Secondo certa stampa, inoltre – come riportato anche da Il Post e da Repubblica – il centrosinistra potrebbe avere i numeri favorevoli, però con uno scarto di circa 25 voti. Numeri che fanno ben sperare in un possibile dietro front. Durante l’iter, infatti, saranno previsti molti voti segreti e non è scontato che molti deputati potrebbero votare – si spera con un “no” – secondo coscienza e quindi bocciare una proposta mortifera ed eutanasica, proprio come fatto con il disegno di legge Zan.

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